E’ nella mia terra che devo tornare…
Amici, quando ho scoperto, leggendo, che avrei parlato del mio Salento, di Porto Cesareo, dell’Isola dei Conigli e della storia dei suoi pescatori, ho provato un piccolo senso di orgoglio. Fatemela passare, sono salentina anch’io… E l’orgoglio dell’appartenenza a qualcosa che, nel tempo, ti identifica, ti fa sentire parte di un qualcosa d’importante, le tue origini, le tue radici. Ciò che nessuno potrà mai togliere o cancellare poichè è in essa che ti riconosci, e dalla quale potrai, forse, allontanarti per ritornare poi, senza nessuna riserva, perchè sai che è giusto così.
Raffaele Colelli, autore di questo delicato libro, da buon salentino, non ha tradito le sue radici, lo ha fatto riportando alla luce, vecchie storie di pescatori nati e vissuti, come lui, in quel piccolo pezzo di mare che lambisce la costa Jonica del basso Salento, un pezzo di paradiso naturale che è difficile da dimenticare come accade a Violetta, una giovane figlia di pescatori che ritorna a vivere solo ritornando nel suo paese.
Vi racconto la storia…
La storia di Violetta è la storia di un’umile famiglia di pescatori, nati e vissuti in quel di Porto Cesareo, ridente paesino affacciato sul mare Jonio, con il suo piccolo porticciolo e la sue storie da raccontare. Siamo nel ‘56 e l’inverno è rigido, quando è mareggiata Puerto Picciu (Porto Piccolo) diventa quasi ghiaccio e per i pescatori, non andare per mare, con le reti, significa non mangiare, non sfamare la famiglia, i sacrifici sono tanti, cosi come i pericoli quando il mare si ribella. Antonuccio Goletti e sua moglie Mariuccia vivono vicino al porto, la loro casa è una grande stanza dove abitano con i loro due figli, Cosimo e Rosina e, nonostante l’età, Mariuccia è in attesa del terzo figlio.
Colelli ci descrive la loro vita di sacrifici, dove i soldi non bastano mai, dove il desiderio di andare avanti li spinge a fare progetti, a comprare una piccola barca, nuove reti, dove il futuro non sembra più così nero quando, nel frattempo, ad allietare la famiglia arriva Caterina. Dieci anni di lavoro ma, alla fine, Antonuccio, dopo aver saldato il debito per la barca, riesce ad ingrandire la casa, Rosina sposa Mario e si trasferisce in Belgio, dove dà alla luce Antonio mentre Cosimo, con l’aiuto del cugino Pasquale, convince il padre ad assumere suo nipote Salvatore, appena sposato ad Emma, come “cumpare a mezza parte” nel loro equipaggio.
Madonnina del mare,
non ti devi scordare di me,
vado lontano a vogare
ma il dolce pensiero è per te.
Canta il pescatore che va,
Madonnina del mare
con te questo cuore sarà…
La storia d’amore di Emma e Salvatore è una storia d’amore senza fine, dolce, unica raccontata dall’autore con delicatezza, ma fa anche da sfondo al rapporto speciale che legherà per sempre Violetta al padre, una presenza forte e rassicurante, da cui si sente protetta, con la quale tutto sembra essere raggiungibile, fino a quando il mare, implacabile, decide di stravolgere il loro destino, portando con se la vita di Salvatore.
“Il mare prima o poi restituisce ciò che non gli appartiene…”
Il dolore porta alla pazzia Emma e lascia Violetta in balia delle sue angosce tanto da trasformarle in un vero e proprio incubo che la segnerà per tutta la vita.
Ricordati che anche se deciderai di fuggire, le tue angosce e i tuoi incubi ti seguiranno ovunque. Devi tornare qui se vuoi davvero cancellarli”… le dice Carla… la sua più cara amica.
In balia di se stessa, Violetta accetta l’aiuto di Carmine, un caro amico, finito per soldi, a frequentare ambienti pericolosi e si trasferisce a Milano con la speranza di una vita migliore. Ma per Violetta sarà solo l’inizio di un incubo senza fine. Viene rapita e quasi uccisa da un trafficante di prostitute, perde la memoria ma ritorna a vivere grazie alle cure amorevoli di Antonio, il giovane figlio di Rosina, diventato, nel frattempo, commissario di polizia e che, con il suo aiuto, riuscirà a sgominare la banda dei malavitosi.
Sembra tutto finito ma è qui che lo scrittore salentino concentra le sue attenzioni. La rinascita di Violetta, per Colelli, non è il matrimonio con Antonio o la nascita del bambino che chiamerà con il nome del padre, ma il desiderio di ritornare li dove tutto era iniziato, per riavere indietro ciò che il mare, in qualche modo, non le aveva restituito.
Violetta lascia tutto e tutti e con suo figlio ritorna nella sua terra dove tutto è, comunque, cambiato, torna a visitare la sua casa, fa visita a Caterina, diventata, dopo la morte del padre, Suor Lucia, rivisita i luoghi del dolore e della gioia vissuta con la sua famiglia, rivede la sua più cara amica ma il suo sguardo è, ancora, perso verso l’orizzonte del mare, in attesa di risposte mai avute. Improvvisamente, una piccola tempesta estiva la costringe a ripararsi sotto uno scoglio, scoprendo, sotto la sabbia, un anello d’oro con la dedica più bella che avesse mai letto… quella di Salvatore ad Emma! Il mare finalmente, le aveva restituito la vita…
Violetta dal mare, non è solo un romanzo, tutto è, in qualche modo, traccia di un passato che ritorna a vivere e leggerne le emozioni, i dolori, le gioie, emoziona. L’autore, è bravo a descrivere gli stati d’animo dei suoi personaggi poichè esso stesso ha vissuto le realtà della sua terra, piena di colori e sentimenti, dove “lu rusciu te lu mare te dai la sorte” (l’onda del mare decide per te) ma non puoi fare nulla perchè è a lei che appartieni!
Nonostante le mie origini salentine, posso dire con sincerità che il romanzo di Raffaele Colelli mi è piaciuto perchè è un romanzo semplice, vero, e scritto con semplicità d’animo, ve lo consiglio.