I 7 peccati finanziari è un libro molto particolare: una storia ben scritta piacevole da leggere e allo stesso tempo messa al servizio di una sorta di manuale ricco di consigli finanziari.
Si tratta di un libro scritto da Alessandro Moretti e Danilo Zanni, uscito nel mese di Agosto in self-publishing e già presentato qui sul nostro sito dalla nostra incredibile Maura.
Devo dirti, caro iCrewer, che quando la nostra responsabile mi ha chiesto di leggerlo, e poi recensirlo, ho storto un po’ il naso per via del tema trattato e dell’idea che mi ero fatto soltanto sbirciando nella struttura dei capitoli. Come ho scritto nel primo pensiero di questo articolo, invece, si è rivelata una lettura piacevole, e ora ti spiego il perché.
I 7 peccati finanziari: il libro
Intanto ci tengo a mettere in chiaro un punto: non è mia intenzione dare una valutazione sui tanti consigli che vengono dati nel testo, suggerimenti di natura finanziaria che secondo me è giusto che ogni lettore riceva secondo la sua capacità di giudizio.
Posso però dire, che per come è studiato, I 7 peccati finanziari mette davvero in chiaro e in modo fruibile alcuni concetti che tendenzialmente siamo portati a vedere come montagne contro le quali scontrarci. O meglio, io, che in materia finanziaria ho un sacco di lacune, devo confessare che i concetti base che fanno parte del nostro vivere e del nostro quotidiano sono resi molto semplici da parte degli autori. Ed ecco il primo punto di merito per loro.
Questo risultato è ottenuto per via della scelta di parlare di risparmi, investimenti, mutui, prestiti e successioni, inserendoli in una trama che definisce un vero e proprio romanzo. Certo scritto in maniera molto semplice, senza troppi preziosismi, ma molto efficace al fine ultimo del libro: I 7 peccati finanziari non è un romanzo da approcciare come vuole la tradizione, ma una storia messa al servizio dell’informazione finanziaria e quindi pensata in questi termini con tutte le forzature che si possono scovare nella trama.
I protagonisti sono due fratelli: Andrea e Leonardo. Il lettore viaggia attraverso le loro vite partendo da quando sono studenti, appena ragazzini, fino ad arrivare ai loro ultimi respiri. Devo dire la verità: la narrazione è capace di farcene affezionare. Perché è vero che gli eventi e i pensieri sono tutti scritti in modo da far diventare la storia un esempio su cui poi fare le valutazioni economiche, ma è anche vero che la scrittura è piacevole e le emozioni dei protagonisti sono molto credibili.
Alla fine di ogni capitolo, e quindi alla fine della narrazione e del romanzo vero e proprio, c’è sempre una scheda tecnica che riassume quello che si è letto spogliandolo dalle emozioni e disegnandolo secondo schemi e tabelle viste dal punto di vista dei soldi (modo freddo per dire del bilancio economico famigliare).
Questa scelta di stile, di composizione del libro, è molto utile per schiarire le idee e comprendere quei concetti di cui sopra. Poi, ripeto, starà al lettore essere dello stesso pensiero o no; chiaramente i due autori avanzano il loro punto di vista e i loro suggerimenti.
Va da se che questa è la parte del libro che ho meno apprezzato, ma non poteva che essere così, visto che siamo qui a scrivere in un blog di appassionati di libri e di storie, e non di tabelle e dati privi di vita e colori (immagino che per gli appassionati di statistica e matematica questa affermazione non sia condivisibile).
Concludendo dunque, ritengo che I 7 peccati finanziari sia stata una buona lettura. Un testo che è riuscito a evocarmi alcuni episodi della mia gioventù che mi hanno fatto sorridere: mi riferisco ad alcune tecniche di risparmio fai da te che mi inventavo per raggiungere l’obbiettivo dell’acquisto di un paio di scarpe o di chissà quale altro sfizio giovanile. Credo di avere ancora in giro il boccale di birra bavarese dentro il quale infilavo i risparmi.
E quando un libro riesce a far rivivere momenti simpatici e divertenti della nostra vita, nascosti nei cassetti della memoria, senza dubbio merita un cuoricino e un bel mi piace.