Caro iCrewer che desolazione! L’anno è appena iniziato e le notizie di librerie che chiudono si intensificano. È di questi giorni l’ultima in ordine di tempo, ma non ultima, la chiusura della storica libreria Internazionale Feltrinelli su Roma. Punto di riferimento per turisti e studenti stranieri.
Crescono le vendite on-line, ma siamo proprio sicuri che questo sia un vantaggio per chi acquista?
Mi dirai sicuramente che questa modalità è certamente più vantaggiosa in termini di tempo, traffico, ricerca. Sì, è vero, te ne stai comodamente seduto in poltrona o sul divano, digiti il titolo che ti interessa e in un click eccoti bello e servito! Che cosa hai provato? Quali sono state le emozioni che hanno guidato la tua mano nella scelta?
Secondo me, nessuna emozione; ricevendolo a casa ti metterai subito a leggerlo, oppure preso dalla quotidianità posporrai il momento di aprirlo, ma non avrai provato il piacere della ricerca toccando con mano le pagine, aprendolo per capire se effettivamente valesse la pena acquistarlo, annusandolo proprio come accade in questo libro, La bambina che annusava i libri di M. Chiarottino, perché stringere un libro tra le mani ti fa sentire padrone del mondo, che sia tuo o dell’autore poco importa.
Sono sicura che è pronta un’altra domanda… perché si dovrebbero salvare le librerie e magari non fare nulla per tutte quelle botteghe artigianali, aziende in crisi, che stanno chiudendo? Sono d’accordo, bisogna salvare le une e le altre. Senza lavoro non circola il soldo, ma senza cultura il posto di lavoro scarseggerà sempre. È il cane che si morde la coda.
Se le librerie sono nate, un motivo ci sarà. Ad inventarla è stato un certo James Lackington, un inglese vissuto tra il settecento e l’ottocento, e prima di vendere libri faceva il calzolaio. È stato il primo che ha avuto l’idea di dare l’opportunità ai suoi clienti di sfogliare un libro anche senza acquistarlo. All’epoca si cominciava a leggere un po’ di più ma i libri erano beni preziosi e costosi e solo un determinato ceto poteva permetterselo, e le librerie dell’epoca non erano certo luoghi dove si potesse circolare per il proprio piacere, per osservare i volumi: venivano utilizzate esclusivamente per leggere o consultare stando in debito silenzio. Non sto qui a spiegarti le strategie adottate da questo signore, posso assicurarti che ben presto però riuscì a creare una rete di acquisto e vendite degne dell’Amazon di oggi.
Questa è una foto dell’epoca, la libreria fu aperta nel 1794, denominata The Temple of the Muses. Peccato che un incendio la distrusse nel 1841 e non venne mai ricostruita!
Sull’onda di questa impresa altre ne sorsero, prendendo piede in tutto il mondo. E noi di iCrewplay libri ti abbiamo inondato di articoli contenti notizie sulle librerie storiche; eccoti un ricordo: Leggere a New York: The Morgan Library, LIBRERIE A LONDRA: i libri nella metropoli, Berlino: librerie e non solo in una delle capitali più amate, e tanti altri ancora che ti invito a rileggere.
Del resto le librerie sono la location ideale per incontri speciali, e sono state utilizzate anche in film, alcune realmente esistenti, altre inventate di sana pianta: per esempio in Cenerentola a Parigi, la libreria fu interamente ricostruita; invece in Rosemary’s Baby, Gotham Book Mart attiva dal 1920 è stata chiusa nel 2007. Definita una meraviglia inquietante e caotica, era distribuita su tre piani e frequentata da quasi tutti i più grandi scrittori americani. O la Shakespeare & Co. del film Harry ti presento Sally, che ha chiuso i battenti nel 1996. E potrei citarne tante altre.
È vero, non è facile essere un buon libraio, non basta leggere tanto e conoscere i libri, il lavoro che c’è dietro è ben altro, bisogna armarsi di tanta pazienza e savoir faire, essere un vero manager direbbero oggi; ovviamente parlo di una libreria che si occupa a 360 gradi di ciò che riguarda un testo: che sia nuovo, vecchio, antico e prezioso, riciclato o raro, il libraio deve avere la capacità di saper valutare i libri. Come è bello quando hai bisogno di un consiglio e trovi la persona adatta che riesce a trovare la soluzione più idonea e farti uscire soddisfatto dell’acquisto, vero?
Allora troviamo un modo per evitare queste chiusure, perché ogni volta che una libreria chiude non è solo un pezzo del nostro cuore che se ne va, ma la letteratura intera. Andando avanti di questo passo potremmo rischiare di finire come in quel famoso film, Fahrenheit 451,,
che è anche un libro:
“In una società di un non lontano futuro, al fine di preservare l’armonia e la felicità della popolazione, il giovane pompiere Montag è impegnato, insieme ai suoi colleghi e sotto lo sguardo vigile del suo mentore e capitano Beatty, a dare fuoco a tutto ciò che può essere considerato come strumento di cultura. Tutti dipendono dai nuovi media che pervadono la loro vita. Gli individui stanno a casa interagendo con enormi schermi sotto la guida (e il controllo) di ‘Yuxie’, una sorta di assistente personale dotata di intelligenza artificiale. Un giorno però Montag, grazie all’incontro con Clarissa che fa parte del gruppo di resistenza che cerca di salvare i libri, inizia a porsi delle domande.”
Buona lettura e viva le librerie.