Caro iCrewer oggi ti segnalo una novità targata Words Edizioni: Le campane di San Pietroburgo di Jessica Marchionne.
Si tratta del romanzo d’esordio di questa giovane autrice nata a Sezze, in provincia di Latina, che, con la sua scrittura, coinvolge il lettore in un libro di genere fantasy storico ambientato nella Russia di Lenin, Stalin e dei Romanov.
Il libro sarà disponibile in tutte le librerie, e in formato digitale, da lunedì 18 gennaio.
Le campane di San Pietroburgo
Le campane di San Pietroburgo racconta due storie. Due storie con protagonisti Viktor e Gavril, che, attraverso la loro narrazione, contribuiscono a rendere il romanzo un perfetto intreccio tra la fantasia dell’autrice e la storia di questo paese che, chi più chi meno, tutti abbiamo studiato sui libri di scuola nel nostro percorso formativo.
Due personaggi alle prese con la solitudine: il primo, Viktor, abbandonato dalla famiglia e da un padre crudele, il secondo, Gavril, vittima della ferocia di Lenin. L’incontro tra i due sarà fondamentale per entrambi, infatti, sostenendosi a vicenda, riusciranno a colmare le lacune affettive accumulate nella vita. Non solo, l’uno diventerà il figlio che l’altro ha perso, e, viceversa, Gavril, diventerà il padre che Viktor non ha mai avuto.
La loro storia e le loro avventure sono davvero complementari, in quanto, il giovane Viktor è un ragazzino che ha perso la fiducia nella vita dopo essere stato venduto dal padre a Gavril. Quest’ultimo, invece, è un uomo che la vita ha portato sull’orlo della follia ma che mai, nonostante tutto, ha perso la sua integrità morale e la speranza che tutto possa sempre finire per il meglio.
A sancire questa unione c’è un orologio. Un orologio fermo che è l’unico ricordo rimasto a Gavril della sua vecchia famiglia e che, solo con l’arrivo di Viktor, riprende magicamente a funzionare. Il tempo è l’altro grande protagonista del romanzo, de Le campane di San Pietroburgo, tempo che prima promette e poi non dà, poi restituisce e infine, si piega magicamente all’amore e all’affetto concedendo un fugace momento di serenità.
E sullo sfondo del tempo scandito dall’orologio e delle vicende dei due protagonisti c’è la Russia. C’è la dinastia dei Romanov che in qualche modo scombussolerà le loro vite, c’è Stalin, c’è San Pietroburgo.
Tra gli ingredienti del romanzo troviamo anche la magia, indispensabile per un fantasy, affidata a un diario che rende possibile e realizzabile ogni cosa che ci viene scritta sulle pagine bianche. Quanto sarebbe bello se esistesse davvero un quaderno con questi poteri!
Alcuni estratti da Le campane di San Pietroburgo
Caro iCrewer, ringraziando la Words Edizioni, ho il piacere di condividere con te anche alcuni estratti dal libro, che, si presenta davvero come una lettura molto interessante.
«Cosa significa che non ritorneranno?» chiesi, flebile. Il mio respiro si condensò nell’aria.
«Tuo padre ti ha venduto a me. Sei uno dei tanti doni che mi ha lasciato per poter passare indenne il confine. Gli serviva una raccomandazione, siccome non è amico dei bolscevichi…»
Quelle parole risuonarono stonate alle mie orecchie. Non ci credevo, non le comprendevo. Sapevo che mio padre mi odiava e voleva sbarazzarsi di me, per questo speravo mi mandasse via un giorno, magari in qualche bel posto. Alla fine era successo, e Ivan era stato suo complice.
Mi aveva fatto perdere tempo nel riporre giusto quei due ciondoli, sicuramente lasciati di proposito nel comò. Scuotevo la testa mentre ricordavo e una lacrima provò a scivolarmi lungo la guancia, ghiacciandosi tra le mie ciglia. Guardai l’uomo e come un automa scesi le scale: mi sembrava di sprofondare sempre più verso l’inferno, e mai quell’inferno mi era sembrato più freddo.
L’orologio da poco comprato al figlio era quasi distrutto nel suo palmo: il disegno della rosa incrinato, la gabbia dorata mancante di pezzi, non si sentiva nessun ticchettio, era rotto in maniera irreparabile.
«Aprilo, coraggio» lo invitò Maksim con una voce fintamente squisita. Come se stesse cercando di invogliare un bambino demotivato.
Le sue dita tremarono troppo e non riuscì a schiuderlo al primo tentativo. Non era solo per la lana del guanto che scivolava sopra il piccolo oggetto mezzo distrutto, non riusciva davvero a controllare quel tremolio spastico.
Quando riuscì ad aprirlo, guardò il vetro completamente scheggiato, lì dove le lancette si erano fermate alle 12:30 esatte.
L’autrice
Jessica Marchionne, come detto, è nata a Sezze nel 1991. È laureata in Editoria e scrittura e anche dopo gli studi ha continuato a seguire corsi e a fare tirocini nella speranza di trasformare la sua passione in lavoro. Legge da sempre, appassionata di qualsiasi genere anche se predilige il fantasy e lo storico.
Ha un blog: Luce sui libri, dove recensisce libri di autori emergenti e dispensa ogni tanto qualche consiglio di lettura. Ama i videogiochi, gli animali e pensa che l’autunno sia la stagione che meglio le si addice.
Le campane di San Pietroburgo edito da Words Edizioni è il suo romanzo d’esordio.