Quante volte ci è capitato, di fronte ad un avvenimento di cui non siamo riusciti a capirne la dinamica, esclamare: “Non era vero”.
E’ il titolo del nuovo romanzo di Clare Mackintosh
“NON ERA VERO“
Può vivere una bugia? Oppure bisogna cercare la verità ad ogni costo?
“Suicidio. Ne sei proprio sicura?”
“È un biglietto con queste parole a sconvolgere ancora una volta l’esistenza di Anna, reduce dalla doppia morte, a pochi mesi di distanza, prima del padre e poi della madre. Ma se la polizia non ha mai avuto dubbi nel classificare come suicidio quel duplice volo sulle rocce a picco e le acque agitate di Beachy Head, Anna non sa darsi pace. Il solo a darle ascolto è Murray Mackenzie, agente in pensione che alla cura della moglie malata alterna il servizio come volontario presso la Centrale. All’insaputa dei colleghi, Mackenzie si mette a caccia di indizi in grado di dare sostanza ai dubbi di Anna. Perché non esistono storie senza ambiguità e doppi fondi, né famiglie senza segreti.”
Un romanzo che racchiude una marea di sensazioni: gioia, dolore, rabbia, stranezze, inquietudine, suspense e amore; oltre a tanti personaggi.
Non immagini certamente, leggendo le prime pagine, che quello che segue è un thriller, che ti tiene avvinto pagina dopo pagina, dopo pagina… Non c’è niente di scontato. Le rivelazioni che ogni tanto fanno capolino dai pensieri ti lasciano con l’amaro in bocca, ma intuisci che se continui a leggere c’è ben altro.
La scrittura della Mackintosh ha una costruzione perfetta e cercare di dipanarne la matassa non è facile; quando pensi di aver trovato “chi ha fatto cosa” ti accorgi di aver commesso un errore di valutazione.
Anche la suddivisione in capitoli con evidenziato il nome di chi sta parlando, e lo fa secondo il proprio punto di vista, evidenzia una padronanza che pochi autori hanno.
Anna è una donna di 26 anni, diventata mamma di una bimba di nome Ella, in una circostanza che lei stessa definisce strana e particolare. La piccola, infatti, è il frutto della relazione incominciata con Mark, il terapeuta che ha contattato in un momento molto particolare della sua vita, quando perse i genitori, entrambi suicidi a distanza di pochi mesi uno dall’altro.
Si può solo immaginare lo stato d’animo che prende una persona che perde chi ama per di più in questo modo, un gesto che non ci si aspettata mai, ancor più da chi ti sta accanto.
Anna non è da meno, non sa cosa fare, ha paura di diventare matta, e a nulla valgono le parole di conforto dello zio Billy, fratello del padre e che le vuole bene come una figlia, della sua migliore amica Laura, e di Mark.
“Non cercare risposte, Anna. Quello che scoprirai non ti piacerà.”
“Devo fermare tutto questo. Devo tornare indietro”
Sono parole con cui comincia uno dei capitoli di questo romanzo e che ti fanno dire, “è possibile che tutto questo possa accadere”. C’è davvero la vita dopo la morte? Oppure è solo un modo di scrivere perché la trama si capovolga quando meno te l’aspetti, per portarti a nuove svolte, nuove soluzioni di cui non immaginavi potessero esserci.
E quando giungi alla pagina finale vieni travolta ancora una volta da una scena che ha del surreale, proprio quando pensavi di aver trovato una spiegazione.
Se ami leggere per essere stimolato in continuazione, se vuoi che la tua attenzione sia sempre al top, se ami le sfide della logica che danno il cambio ad incertezze e dubbi, questo romanzo fa per te.
E ti consiglio di leggere anche gli altri romanzi della Mackintosh, perché il suo stile di scrittura la colloca tra le nuove protagoniste della psychological suspense.
L’autrice ha lavorato in polizia per 12 anni prima di dedicarsi a tempo pieno alla scrittura e, sicuramente, questo le è servito per rendere ancora più credibili i suoi scritti.
Ha vinto numerosi premi tra cui il prestigioso Theakston Old Peculier Award sbaragliando grandi nomi come JK Rowling, tanto per citarne uno.