Ti sarai certamente reso conto che per il nuovo anno, la nostra rubrica dedicata alle segnalazioni ha cambiato denominazione ma il nostro caro leggilo anche tu non è sparito anzi, si è trasformato in una rubrica di consigli ancora più approfonditi sui romanzi che in qualche modo ci hanno colpiti e che ti potrebbero interessare o che magari potresti rivalutare se non hai avuto l’opportunità di scoprirli.
Fatta questa premessa, spero davvero di incuriosirti proponendoti per il nuovo anno, Il senso di Smilla per la neve un bellissimo thriller uscito in pubblicazione nel lontano ’92 ma a mio avviso, estremamente attuale e molto interessante. Il romanzo fa parte della letteratura nordica, un filone letterario a cui sono particolarmente legata ma al di là della mia preferenze, il libro di Peter Hoeg, uno dei maggiori autori danesi contemporanei, merita di essere riconsiderato se non altro per aver vinto nel ’94 il Dilys Award, premio letterario statunitense per la letteratura poliziesca e per aver dato i diritti alla versione cinematografica diretta nel ’97 dal regista Bille August interpretato da Julia Ormond, Gabriel Byrne e Vanessa Redgrave. In tutta sincerità, ti confido che la versione cinematografica non mi è assolutamente piaciuta, la ritengo lontana dallo spirito del romanzo, ma questo è un pensiero personale, anzi mi auguro tu possa fare entrambe le esperienze per poter dare il tuo giudizio spassionato .
Peter Hoeg non è uno scrittore convenzionale, anzi, rientra in quella categoria di autori estremamente riservati ed enigmatici che spesso ritroviamo nella letteratura del nord, molto descrittiva e influenzata dalle tradizioni. I media lo hanno sempre definito “lo scrittore invisibile” per l’atteggiamento di rifiuto nei confronti dei social media, amante della solitudine e poco incline nel farsi condizionare attraverso i canali della comunicazione moderna. Di lui si sa pochissimo ma le uniche note biografiche a disposizione riportano che è nato in Danimarca nel ’57, ha studiato letteratura comparata all‘Università di Copenaghen e che dopo la laurea lavora come attore, ballerino, insegnante di recitazione e persino marinaio, un lavoro che gli dà la possibilità di viaggiare e di fare esperienze nuove prima di dedicarsi interamente alla scrittura.
Il suo ingresso nel panorama letterario è con La storia dei sogni danesi, pubblicato nel 1988, nel 1990 esce Racconti notturni e nel ’92 varca i confini occidentali con il romanzo che diventerà un vero e proprio bestseller, tradotto in tutte le lingue, un successo editoriale che in qualche modo spiana la strada ai successivi romanzi che lo scrittore pubblica nel ’93 (I quasi adatti ) e nel ’96 (La donna e la scimmia). Da quel momento, per dieci lunghi anni, Hoeg scompare dalla vita pubblica, di lui si perdono totalmente le tracce tranne qualche uscita per annunciare la pubblicazione di altri tre romanzi La bambina silenziosa del 2006, I figli dei guardiani di elefanti nel 2011 e L’effetto Susan, l’ultimo romanzo uscito nel 2014.
È indubbio che per lo scrittore danese le donne hanno un ruolo fondamentale ed è lui stesso ad affermarlo in una delle rare interviste telefoniche in cui dichiara apertamente la sua ammirazione; in effetti, molti dei suoi libri sono concentrati sulle figure femminili e Smilla, la protagonista del libro ne è un esempio. La storia è ambientata a Copenaghen e si concentra su una giovane glaciologa, nata dall’unione tra un medico e una cacciatrice esquimese di origine inuit. Smilla è particolare, amante della solitudine, rifiuta di relazionarsi con la realtà che la circonda ma entra in comunicazione con Esajas un bambino che da subito le dimostra un grande affetto ma che troverà cadavere tra la neve. Nonostante la polizia voglia archiviare il caso, Smilla decide di indagare convinta che la morte del bambino non sia stata accidentale…
E qui mi fermo caro iCrewer, non voglio toglierti il gusto di scoprire il finale che ti posso assicurare è avvincente perchè Smilla con la neve ci sa fare…credimi!
Buona Lettura