Britannico, di origine giapponese, Sir Kazuo Ishiguro è nato a Nagasaki nel novembre 1954. Una carriera letteraria di tutto rispetto con numerose pubblicazioni e premi al suo attivo, tra cui il Booker Prize nel 1989 con il romanzo Quel che resta del giorno (1989) che gli ha dato fama internazionale. Nel 2017 ha ricevuto il Premio Nobel per la Letteratura perché nei suoi romanzi, di grande forza emotiva, ha svelato l’abisso sottostante il nostro illusorio senso di connessione con il mondo. Kazuo Ishiguro ritorna in libreria, dopo quattro anni dall’assegnazione del Premio Nobel, con un romanzo dal titolo Klara e il sole.
Pubblicato in Inghilterra da Faber and Faber con il titolo originale di Klara and the sun, il romanzo, tradotto da Susanna Basso, è arrivato nelle librerie italiane l’11 maggio 2021 tramite Einaudi Editore e a pochi giorni dalla sua uscita, ha già coinvolto il pubblico dei lettori per la tematica che affronta: l’umanità vista attraverso gli occhi di chi umano non è. La Klara del titolo, non è altro infatti che un AA -Amico Artificiale-, un androide alimentato ad energia solare.
Seduta in vetrina sotto i raggi gentili del Sole, Klara osserva il mondo di fuori e aspetta di essere acquistata e portata a casa. Promette di dedicare tutti i suoi straordinari talenti di androide B2 al piccolo amico che la sceglierà. Gli terrà compagnia, lo proteggerà dalla malattia e dalla tristezza, e affronterà per lui l’insidia piú grande: imparare tutte le mille stanze del suo cuore umano.
Dalla vetrina del suo negozio, Klara osserva trepidante il fuori e le meraviglie che contiene: il disegno del Sole sulle cose e l’alto Palazzo RPO dietro cui ogni sera lo vede sparire, i passanti tutti diversi, Mendicante e il suo cane, i bambini che la guardano dal vetro, con le loro allegrie e le loro tristezze. Ogni cosa la affascina, tutto la sorprende.
La sua voce, cosí ingenua ed empatica, schiva e curiosa quanto quella di un animale da compagnia, appartiene in realtà a un robot umanoide di generazione B2 ad alimentazione solare: Klara è un modello piuttosto sofisticato di Amico Artificiale, in attesa, come la sua amica Rosa e il suo amico Rex, e tutti gli altri AA del negozio, del piccolo umano che la sceglierà. A sceglierla è la quattordicenne Josie…
Kazuo Ishiguro profeta in Klara e il sole?
Comincia così l’interazione fra un androide e un umano: Kazuo Ishiguro con la visionarietà tipica dei grandi scrittori immagina e racconta ciò che probabilmente è già cominciato. La tecnologia procede a ritmo spedito in un mondo sempre più telematico dove, a prescindere dalla pandemia che ha costretto tutti a relazionarsi virtualmente, i rapporti umani diventano sempre più distaccati e superficiali. L’umanità sembra quasi dissolta dietro gli interessi volti soltanto ad una supremazia fatta di cifre.
La solitudine dilagante, l’incapacità di comunicare, le chiusure che alzano muri invalicabili fra gli uomini, l’anaffettività, la mancanza di empatia e l’egoismo sono mali sempre più diffusi: all’uomo manca spesso il “coraggio di essere umano”, come recita un verso di una nota canzone. E in uno scenario che odora già di quella fantascienza che fino a qualche anno fa era soltanto da film e che oggi rischia di diventare reale, Kazuo Ishiguro “umanizza” un androide, mettendo fra i suoi circuiti elettrici domande che l’uomo sembra non porsi più.
Kazuo Ishiguro racconta nel suo romanzo una realtà fantastica che affonda le sue radici in un malessere reale: l’incapacità sempre più incalzante di guardare ai propri simili con occhi e cuore da umani. Nella finzione della storia è un android che indaga in quei sentimenti che gli uomini hanno anestetizzato e dimenticato e chissà se in un futuro prossimo succederà davvero. A volte i grandi scrittori sanno vedere oltre con spirito veramente profetico e, se ci guardiamo intorno, forse siamo già dentro la storia di Klara e il sole e non ce ne siamo accorti.