Ciao iCrewer! Ti è mai capitato d’imbatterti in un romanzo o in un saggio classificati come letteratura di viaggio?
Credo che prima o poi, tra i banchi di scuola o frugando tra gli scaffali di libri e e biblioteche, un po’ a tutti succeda d’incontrare questo genere. Sappiamo, però, di cosa si tratta?
Cos’è la letteratura di viaggio?
La letteratura di viaggio, come suggerito dal nome, è il macro insieme che racchiude le opere che hanno come soggetto il viaggio. Racconti in cui l’autore narra i suoi spostamenti, soffermando la propria attenzione su partenza, arrivo e su tutte le tappe intermedie.
Possono essere fatti veramente vissuti dallo scrittore, per scelta – a scopo di scoperte geografiche, spedizioni scientifiche, viaggi di piacere – per necessità – migrazioni – o per obbligo – fughe. In questi casi, a volte l’opera ha un carattere informativo, quasi formativo e dottrinale. Sottolinea come quelli contenuti nel testo siano dati empirici, misurabili e provabili.
E poi c’è il cosiddetto viaggio immaginario, ossia quella peregrinazioni che l’autore ha compiuto con la fantasia, immaginando paesaggi e città sulla base del racconto di altri, oppure con il solo ausilio della propria fantasia. Anche qui ci può essere scopo didattico, formativo, che magari non è strettamente focalizzato sul percorso, ma può avere come centro il protagonista.
Nelle varie definizioni, c’è chi divide in modo netto questi due tipi di viaggio, individuandoli come due generi a se stanti. Personalmente, credo che non bisogni mai dimenticare come i generi letterari siano sostanzialmente arbitrari, delle etichette che ci aiutano a riconoscere e categorizzare i libri, che ci permettono di farci un’idea preliminare del contenuto. Tuttavia le opere sono complesse, profonde, e raramente – per non dire quasi mai – inscrivibili in una sola categoria, come se si trattasse di comparti stagni.
Per ricapitolare, ho deciso di considerare tutti i viaggi allo stesso modo, siano essi avvenuti davvero, o siano formidabile frutto dell’immaginazione.
Qualche titolo
Bene, mi dirai, e ora che abbiamo la definizione, che si fa? Adesso, iCrewer, inizia il vero divertimento: esplorare insieme questa vasta letteratura alla ricerca di qualche libro che stuzzichini il nostro interesse.
Ho deciso di cominciare con un titolo a noi tutti noto: l’Odissea, di Omero. Sebbene non il più antico esempio della letteratura di viaggio, questo poema greco è profondamente radicato nella nostra cultura: Nausicaa, Calipso, la maga Circeo, Polifemo, le sirene sono tutti personaggi che accendo qualche scintilla dentro di noi e loro soli bastano a definire alcune delle tappe della lunga traversata per mare che riportò Odisseo a casa, a Itaca, dal suo popolo, da sua moglie Penelope e da suo figlio Telemaco.
Noto è anche il nome di un altro autore (soprattutto a chi capita di partire dall’aeroporto internazionale di Venezia), uomo che si può definire tale solamente in un contesto di letteratura di viaggio.
Sto parlando di Marco Polo, mercante veneziano di metà 1200, ricordato per aver trascorso buona parte della sua vita alla corte del Gran Khan, in Cina. Il Milione, frutto del patto letterario nato in prigione tra Marco Polo e Rustichello da Pisa (il viaggiatore narra, mentre Rustichello scrive), è il resoconto non solo delle tappe del viaggio di andata dei Polo, ma anche si tutte le ambasciate compiute da Marco per conto di Kublai Khan. Di ogni città viene detta la collocazione geografica, vengono citate le religioni praticate dalla popolazione, descritte delle curiosità culturali e, soprattutto, i beni, gli animali e le ricchezze presenti.
Facendo un salto fino al 1873, è impossibile non citare Giro del mondo in ottanta giorni di Jules Verne. Un’avventura che ha del sorprendente: l’organizzazione e la conoscenza di Phileas Fogg sono completamente rivolte a vincere la scommessa con i suoi amici del club: fare un giro completo del mondo in soli ottanta giorni. E il povero Passepartout, appena assunto come domestico, si trova a dover fare i bagagli in fretta e furia, pronto a partire all’avventura.
Per quanto riguarda i giorni nostri, non sono riuscita a resistere e ho deciso di parlarti di un libro che ho letto di recente e che mi è piaciuto in modo viscerale. Le avventure di Washington Black, di Esi Edugyan, narra la storia dell’omonimo protagonista, schiavo nero nelle piantagioni di canna da zucchero di Barbados nel 1818. All’inizio del romanzo Washington non è che un ragazzino che conosce solo il caldo, il sudore e la fatica. Tuttavia a rivoltare completamente la tua sua vita arrivarono Tich, naturalista con la passione per l’aeronautica, e una fuga rocambolesca nella notte.
Infine, siccome c’è sempre bisogno di correre qualche rischio, ho deciso di mettere l’etichetta letteratura di viaggio anche a un’altra opera estremamente conosciuta: Il Signore degli anelli, di J. R. R. Tolkien. Dopotutto, tra l’epica, le battaglie, il fantasy e l’avventura, non si tratta forse di un lungo e travagliato viaggio dalla Contea, attraverso tutta la Terra di Mezzo, per giungere a Mordor?
Per altri interessanti spunti, la meta del tuo cammino potrebbe essere la libreria On the road di Firenze, dove il viaggio è il filo conduttore.
Vuoi raccontare il tuo viaggio?
Se anche tu, iCrewer, hai fatto un viaggio, sia esso fisico o interiore, e vuoi raccontarlo e metterti alla prova, ho qui ciò che ci vuole. L’Associazione Culturale Euterpe, infatti, è promotrice del concorso letterario itinerante Storie in viaggio, che quest’anno giunge alla sua quinta edizione. E’ possibile partecipare con racconti o libri inediti o già pubblicati e con video-poesia o video-racconti, basta presentare il tutto entro il 30 giugno 2020. Perché ho deciso di indicartelo? Beh, semplice: quasi tutte le categorie richiedono che l’opera sia a tema viaggio, in tutte le sue varie accezioni. Direi che calza a pennello con il nostro articolo!