Metti una fresca serata di luglio inoltrato, con un buon gelato sul divano, le finestre spalancate dopo il passaggio di un temporale estivo e un ottimo film alla TV: Brooklyn, pellicola del 2015 diretta da John Crowley.
È andata così lo scorso lunedì sera, con la visione di questo film andato in onda sulla rete ammiraglia della Rai, nella più classica delle serate relax (che a dire il vero più si sposano con la stagione invernale), ma che hanno reso piacevole il mio tragitto verso la notte e il sonno.
Se poi si aggiunge che Brooklyn, seppur andato in onda nel consueto orario della prima serata ritardata, dopo una puntata da paura di #techetecheche dedicata al Festival di Sanremo, si è concluso abbondantemente prima della mezzanotte, ecco che gli incastri della perfezione hanno reso la serata davvero interessante.
Brooklyn: il film tratto da un romanzo di Colm Tóibín
Ti starai chiedendo, amico iCrewer, cosa abbia a che fare tutto questo con i libri. Beh, ancora un piccolo istante di pazienza e ci arrivo. Non che io voglia condividere con te una cronaca minuto per minuto della mia serata da pantofolaio sul divano, ma, se sei un fedele lettore dei miei articoli, saprai benissimo che il mio stile di scrittura è molto influenzato da un taglio personale delle parole, specie quando le emozioni sono piacevoli, e dunque belle da gridare – o scrivere – al mondo intero.
Brooklyn è un film che mi è piaciuto molto. Ecco perché, già durante la visione, sono andato a cercare on-line alcune informazioni a riguardo scoprendo con piacere, e con un pizzico di orgoglio, che si tratta di una pellicola tratta da un romanzo.
Non vorrei sembrare di parte, ma quando in una storia bellissima da ascoltare – o da vedere – c’è di mezzo lo zampino di uno scrittore, il risultato eccelso è quasi sempre garantito. Almeno secondo quello che è il mio gusto.
Come detto il film è stato girato dal regista irlandese John Crowley e nel 2016 ha ottenuto molte candidature ai Golden Globe e agli Oscar. Su tutte, spiccano quelle della protagonista, la bella e brava Saoirse Ronan che interpreta Ellis Lacey, una ragazza irlandese che si trasferisce a New York, nello specifico a Brooklyn, in cerca di un futuro migliore.
La storia è ambientata nei primi anni cinquanta, decennio in cui molti europei sono emigrati in America per cercare lavoro e dare una svolta alla loro vita. Vita piatta, di scarse possibilità e poche ambizioni, come quella che faceva la protagonista nel suo paese. Paese in cui la gente mormorava e il pregiudizio la faceva da padrone.
Si segue così il percorso di ambientamento della giovane nella Grande Mela, tra un lavoro nei Grandi Mazzini, un corso per contabile, balli del sabato sera e nuove conoscenze. Ci si affeziona al suo cambiamento e alla sua crescita, si gioisce per i traguardi raggiunti e ci si commuove ogni volta che il destino le piazza un muro davanti al cammino.
Si fa il tifo per lei quando, costretta dalle circostanze, torna in Irlanda e si imbatte in una realtà vecchia che per forza di cosa sbatte contro la sua emancipazione e il suo essere moderna, caratteristiche tipiche delle persone che vivevano nel nuovo continente.
Io lo devo ammettere: ogni volta che c’è di mezzo New York il mio entusiasmo parte con dieci punti di vantaggio. Da quando ci sono stato due anni fa, le ambientazioni dei film mi sembrano molto più alla portata e mi diventa più facile comprendere il contesto. Nonostante Brooklyn sia interamente girato nel quartiere a sud di Manhattan, è stato un piacere per me rivedere alcuni edifici che ho visto durante la mia vacanza, anche solo in modo veloce e fugace.
Il libro Brooklyn edito da Bompiani
Il libro, scritto da Colm Tóibín ed edito da Bompiani, è uscito nella sua prima edizione nel 2009. Oggi ti segnalo una seconda edizione uscita nel 2014 con traduzione di Vincenzo Vega.
Brooklyn è un romanzo straordinario – conto di leggerlo al più presto – che ha ottenuto un grande successo da parte della critica. Leggo su Wikipedia che ha ricevuto il Costa Book Award, premio riservato agli autori del Regno Unito, e che è stato candidato per l’International IMPAC Dublin Literary Award e per il Booker Prize.
È considerato uno dei migliori romanzi storici di sempre e, in effetti, la trama fotografa un periodo ben preciso del secolo scorso.
Il punto di forza del film è la caratterizzazione dei personaggi e quindi mi viene facile pensare che questo risulti ancora più evidente grazie al potere delle parole scritte. Immagino Brooklyn come un romanzo intenso, dotato di una scrittura molto profonda.
Questa è la sinossi.
Non è facile trovare lavoro a Enniscorthy, una cittadina nel sudest dell’lrlanda. I primi anni cinquanta sembrano seminare solo insoddisfazione e nostalgia per un benessere che non c’è, neppure all’orizzonte.
La giovane Eilis Lacey, prigioniera del confronto quotidiano con la madre e la sorella Rose, non vede davanti a sé alcuna prospettiva, finché l’imprevedibile visita di un prete emigrato, padre Flood, le fa scorgere l’opportunità di una vita diversa, al di là dell’oceano, a New York.
E sarà proprio a Brooklyn che Eilis riuscirà a trasformare il passato in un futuro libero e propizio. E l’incontro con Tony, un ragazzo da amare, farà del sogno una reale possibilità che cambierà la sua vita, forse, per sempre.
Colm Tóibín racconta una storia d’amore fatta di passioni e cadute; e la vertigine di Eilis, nella scelta fatale tra senso del dovere, appartenenza alla famiglia e desiderio di libertà, in quella linea d’ombra tra l’adolescenza e l’età adulta.
Da questo romanzo il film per la regia di John Crowley e la sceneggiatura di Nick Hornby.
Colm Tóibín, l’autore di Brooklyn, è anche un critico letterario, classe 1955. È uno dei più affermati e conosciuti scrittori che attraverso i propri romanzi sostiene e sensibilizza sulla parità di diritti e sulla libertà di esprimere la propria sessualità.