Cari iCrewers come sapete una delle mie più grandi passioni è il cinema; e qual è il desiderio più grande di noi nerd cinefili?
Ma è ovvio! Incontrare un grande regista e osservarlo di nascosto girare il proprio film…
Questo mio piccolo sogno si è avverato non troppo tempo fa. Quando mio cugino Andrea D’Angiolella mi ha confessato che avrebbe partecipato come comparsa nel film “Fino all’Inferno” di Roberto D’Antona.
Non so se ve ne ricordate, ma ve ne parlai in questo articolo e sono onorata oggi di potervi portare come ospite di “Sogni di Carta”, Roberto D’antona!
Ma come è nostra abitudine, partiamo dalle presentazioni…
Roberto D’antona e il suo sogno
Roberto D’antona è nato a Taranto è giovanissimo ed è un attore Italiano, un regista e un comico.
Il suo sogno è da sempre quello di proiettare se stesso sul grande schermo e se lo osservate lavorare potete notare che nel suo sguardo brilla quella luce tipica di chi non si arrende, porta avanti i propri obiettivi a testa alta e crede che si può sempre arrivare più in alto.
Pensate che la sua carriera come attore inizia a soli undici anni. Nel 2006 è entrato in una compagnia teatrale e poco dopo ha preso avvio la sua vera e propria carriera da attore.
Durante il 2010, lavora come assistente di produzione, montatore e come attore in diversi importanti videoclip musicali.
Ma l’anno cruciale è il 2012, anno in cui, oltre a recitare in vari cortometraggi, spot e serie, arriva alla fama a livello nazionale grazie al tanto da noi amato “Dylan Dog: Il Trillo Del Diavolo” vincitore del premio Miglior Fan Film presso il Cartoomics: Fan Film Festival 2013 a Milano.
Contemporaneamente produce, dirige e interpreta il protagonista della web series “No sense A.Z.A.S: All Zombies Are Stupid”.
Questa serie vinse 5 premi al LAWebSeries Fest 2013 a Los Angeles (USA), tra i quali: “Best Directing” e “Best Comedy/Horror Series“.
Nel 2013 realizza “Johnny”, una delle web series Italiane più premiate nel mondo. “Johnny” è vincitrice di molteplici premi internazionali e gli ha portato i premi: “Best Lead Actor” e “Best Villain”.
Successivamente recita in altri cortometraggi e film come attore protagonista, ma il ruolo che segna la svolta è quello del folle sadomasochista Condom nel film “Insane“.
Questo ruolo gli porterà prestigiosissimi premi come “Best Supporting Actor” niente meno che agli American Movie Awards, 2015. Il London Film Awards, 2014; l’Indie Fest, 2014 e l’International Independent Film Awards, 2015.
Nel 2016, lo troviamo nei panni del protagonista Sam, nella serie televisiva “The Reaping“, 2017. La serie è stata da lui scritta, diretta, prodotta e creata; inoltre debutterà al cinema in Italia con “The Wicked Gift” il suo primo film da lui scritto, diretto e interpretato.
Ma ora scommetto che tutti vi starete chiedendo: Chissà come deve essere lavorare con Roberto D’Antona?
Ebbene mio cugino Andrea D’angiolella risponderà per noi a questa domanda…
Buon giorno a tutti, sono onorato di essere ospite qui. Quando mi hanno comunicato di essere stato scelto come comparsa per un film di Roberto D’Antona non credevo fosse possibile, sinceramente. Mi sono sentito veramente fortunato.
Il mio ruolo era: la guardia del corpo del Boss! Il Signor Costello.
Lavorare con D’Antona?
Beh! È un regista molto esigente…
Ma è anche una gran persona.
Partecipare alle riprese di “Fino all’Inferno” mi ha lasciato un ricordo bellissimo e ora quando guardo un film capisco le difficoltà che ci sono dietro un semplice CIAK SI GIRA!
E ora, dopo le presentazioni, lasciamo la parola proprio a lui a Roberto D’Antona!
Quali sono stati i tuoi lavori come regista e come attore più importanti?
Ogni lavoro che ho deciso di dirigere e ogni ruolo che ho deciso di interpretare, ha in qualche modo segnato un grande passo in avanti per la mia carriera, quindi mi è davvero difficile stilare una classifica su quale sia sia stato il lavoro per me più importante.
Posso dire però con certezza che negli ultimi anni, il film “The Wicked Gift“, la serie “The Reaping“, il film “Insane” e il cortometraggio “The Choice“, hanno contribuito tantissimo a farmi crescere e a farmi raggiungere vette molto importanti.
Quello che ti porti dentro è un grande sogno per un ragazzo di soli 26 anni, quando hai iniziato a crederci seriamente?
Ci ho sempre creduto, fin da bambino. A 6 anni mi sono innamorato del cinema e a 11 anni ho iniziato il mio cammino in questo meraviglioso sogno che ormai è diventato la mia realtà.
Ci ho sempre creduto e ho fatto tantissimi sacrifici per esso e continuo a farli e tanti altri ne farò, ma ammetto che il tempo mi sta ripagando e mi sta regalando soddisfazioni impareggiabili.
Quanto c’è di te nelle storie che racconti?
Della mia vita privata quasi nulla. Però, non posso dire lo stesso per quanto riguarda le mie manie, le mie ossessioni, passioni, i miei gusti, le mie particolarità oppure mettere in scena quelle situazioni o cose che amo particolarmente.
Per esempio, spesso mi ritrovo a mettere in scena situazioni dove i protagonisti mangiano, oppure la mia fissazioni per i denti e per gli specchi, o l’amore nei confronti degli animali, così come tante altre piccolezze che noterete ripetersi in ogni mio lavoro.
Direi che questi piccoli dettagli potrei definirli come una mia firma stampata sul video.
Con “Insane” hai vinto agli American Movie Awards, come ti sei sentito?
È stata una delle emozioni più belle che io abbia mai provato nella mia vita fino ad oggi.
Un’emozione indescrivibile.
Sapere di aver vinto lo stesso premio che hanno in bacheca “mostri sacri” di Hollywood mi onora e mi riempie di orgoglio, ripagando il duro lavoro che ho svolto per vestire i panni di quel cattivo.
Mi commossi, quando vinsi quel premio e non mi vergogno di ammetterlo.
Domanda d’obbligo: quanto è più difficile in Italia rispetto che all’estero coltivare il tuo sogno?
Coltivare un sogno come questo credo che sia difficile ovunque, forse l’Italia ha un pubblico probabilmente più difficile e delle pratiche burocratiche più complesse rispetto al resto del mondo, ma io adoro la nostra lingua, così come adoro il cinema americano, per questo cerco di portare in scena prodotti mainstream nella nostra lingua.
È dura, lo so.
È davvero dura, ma non è impossibile.
Io amo il cinema più della mia stessa vita e se un sogno lo si ama davvero e ci si crede davvero in quello che inseguiamo, allora niente e nessuno potrà fermarci.
Cosa ne pensi delle commedie romantiche simili alle storie di Muccino, per intenderci?
Che il cinema ha bisogno anche di questo genere di storie e ammetto che mi diverto un sacco a guardare le commedie, giusto per dire, il mio idolo è Jim Carrey e questo dice tutto.
Però in cabina regia, non so se sarei capace di girare un film totalmente comico e/o romantico, anzi, quest’ultimo decisamente no visto che non è un genere che mi faccia impazzire.
Produrresti mai un film non tratto da qualcosa che hai scritto tu, ma che ha scritto un’altra persona?
Al momento ci occupiamo di produrre solo opere autoriali. Non so cosa ci riservi il futuro, ma mi trovo molto d’accordo con il famoso proverbio MAI DIRE MAI.
Per il momento ringrazio Roberto D’Antona e a voi do appuntamento al prossimo articolo di “Sogni di Carta” che conterrà la seconda parte di questa intervista.
Vi saluto cari iCrewers e come dico sempre…
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