La riapertura delle librerie: una questione che fa discutere
Caro iCrewer mi sono fatto questa domanda:
è giusta la riapertura delle librerie?
È una decisione coscienziosa?
In questo articolo condivido con te, che avrai il piacere di leggerlo, quelli che sono i miei pensieri a riguardo, guidati dalla passione per le pagine dei libri ma allo stesso tempo guidati dalla ragione che mi impone di tenere i piedi ben saldi per terra, prima di volare in voli straordinari trainati dalla fantasia.
RIAPERTURA DELLE LIBRERIE: IL DECRETO
Come ben sai, venerdì scorso, il Premier Conte, nella sua conferenza stampa tenuta in orario di cena, ha prolungato con un nuovo Decreto tutte restrizioni che erano già in vigore, utili per il contenimento del contagio da Coronavirus, fino al prossimo 4 maggio.
È stata dunque per tutti noi, una Pasqua molto diversa da quelle degli anni passati, in cui eravamo abituati a vedere i nostri cari, ma sopratutto è stato un weekend di feste utile per la presa di coscienza da parte di tutti che questa quarantena si protrarrà per altre settimane, fino a dopo il ponte del primo maggio.
Ma se per noi cittadini si è trattato soltanto di prenderne atto, più o meno contenti, per la categoria dei librai sono stati giorni davvero particolari, in quanto, sempre attraverso il nuovo Decreto, il Presidente del Consiglio ha dato il via libera alla riapertura delle librerie dal 14 Aprile, cioè da ieri.
La notizia ha fatto molto discutere.
Discussione alimentata da ogni fronte: schieramenti politici, opinionisti televisivi, giornalisti, commentatori da tastiera social e sopratutto dagli addetti ai lavori, ovvero i librai.
Non è compito mio, senza ombra di dubbio, analizzare i diversi punti di vista e stabilire dove stia la ragione, ma è mia premura condividere con te che sei un appassionato lettore del nostro sito, le domande che mi sono posto e le riflessioni che ne sono scaturite.
RIAPERTURA DELLE LIBRERIE: IL DATO DI FATTO
Con questa decisione, che in realtà non è omogenea per tutto il territorio nazionale per via di alcune ordinanze delle regioni che ne vietano la riapertura, mi sembra chiaro che i libri vengano considerati come un bene di necessità primaria. Non posso che essere felice di questa considerazione, al di là di tutte le battute e di tutti i meme ironici che si sono visti sui social network in riferimento a questa decisione.
Per noi che viviamo di libri, per noi che affidiamo alla bravura degli scrittori la nostra voglia di evadere verso mondi lontani e la nostra voglia perenne di vivere storie incredibili attraverso le emozioni della lettura, questa non può che essere considerata una vittoria.
Senza togliere importanza a tutti gli altri settori, senza sminuire qualsiasi altra attività del paese, le librerie sono state le prime prese in considerazione: la più importante risorsa per il benessere dell’individuo una volta esaudito il bisogno della salute e della alimentazione. Che bello.
Del resto Virginia Wolf sosteneva che il paradiso dovrebbe essere un luogo dove si legge all’infinito, senza mai smettere, e un po’ noi lettori sposiamo a pieno questa causa.
Quanti libri avete letto in quarantena? Quante letture arretrate avete recuperato? Quanta polvere avete tolto dai volumi che tenevate sul vostro comodino per via dei ritmi della vita frenetica che eravamo soliti vivere prima del lockdown? Ma sopratutto quanto è davvero paradisiaca la sensazione di lasciarci trascinare tra le pagine di un buon libro?
RIAPERTURA DELLE LIBRERIE? È UNA BUONA DECISIONE?
Preso atto e gioito per questa decisione, quella della riapertura delle librerie, mi sono poi immediatamente chiesto se tutto questo fosse giusto e necessario.
È vero che nel Decreto si pone come condizione essenziale per la riapertura la possibilità di garantire le misure di sicurezza necessarie, ovvero il metro di distanza e l’ingresso scaglionato degli utenti, ma è altrettanto vero, penso io, che andare in libreria non è una attività paragonabile a quella di andare in farmacia.
Diciamoci la verità, quante volte siete andati in libreria a colpo sicuro sapendo quale titolo comprare e impiegando in totale cinque minuti di numero per effettuare il vostro acquisto?
Per me andare in libreria, specie nei grandi mega store, significa perdermi tra i colori delle copertine, immaginare contenuti anche solo leggendo i titoli, scivolare da un Fantasy a un Giallo semplicemente cambiando scaffale e sopratutto sentirmi nel mio mondo, quello del lettore, per tutto il lasso di tempo che mi serve.
Lo so, attenzione, questo è un capriccio bello e buono.
Dovrei invece pensare cara grazia che finalmente abbiamo recuperato la possibilità di tornare nelle librerie, ma non ci riesco. A maggior ragione se penso alle piccole librerie di paese, quelle indipendenti, dove mantenere la sicurezza di chi lavora e di chi entra per acquistare, immagino sia ancora più difficile.
Non per niente, mi risulta, che molti librai si siano dichiarati contrari alla riapertura, continuando a lavorare secondo i metodi ingegnosi che hanno individuato e ideato nell’ultimo mese: consegne a domicilio, letture a distanza via social e buoni spesa che saranno tramutati in copie fisiche una volta che sarà possibile tornare alla normalità.
Tante iniziative di cui abbiamo ampiamente parlato anche noi di libri, che hanno trovato riscontro anche nel parere di una libraria che abbiamo intervistato all’inizio di tutta questa emergenza.
CONCLUSIONI
Quindi il dubbio resta.
Sono contento che siano aperte le librerie, ma allo stesso tempo sono molto titubante sul fatto che forse non è ancora il momento di fare questo passo verso le case della cultura, in nome della salute di tutti.
Credo però, che questa pandemia possa essere una opportunità per il cambiamento.
Tendenzialmente sono portato a credere che chi non ha mai letto prima, non inizierà ora, neanche se la riapertura delle librerie potrebbe diventare la nuova scusa per uscire.
Però, c’è un però grande come una casa, io per primo sono un esempio vivente di questo cambiamento: ho definitivamente accantonato il mio poco entusiasmo per le letture digitali, per gli ebook e per i racconti on-line sposando a causa di forza maggiore questo metodo così moderno e così poco poetico.
Ho fatto davvero una scorpacciata di testi, seguendo le tante iniziative delle case editrici, degli autori e perché no anche le nostre idee di redazione, che abbiamo pubblicato il nostro libro Quando il fine non giustifica i mezzi, mettendolo a disposizione di tutti i nostri lettori gratuitamente tra le pagine del nostro sito.
Per cui, facendo una azzardata citazione cinematografica “se io posso cambiare, tutto il mondo può cambiare”, chissà mai che questa riapertura delle librerie possa essere da traino per far crescere la grande famiglia dei lettori.
Una grande famiglia in cui io ripongo la massima fiducia, sopratutto ora che ci si trova davanti alla delicata decisione di dove svoltare al bivio: aspettare ancora qualche settimana o riversarci nelle librerie?
Io mi fido di chi legge.
E sono sicuro che un lettore saprà sempre prendere la decisione giusta