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Lettura: RECENSIONE: “Radici di infanzia, ali di vita” di Mirca Ferri.
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RECENSIONE: “Radici di infanzia, ali di vita” di Mirca Ferri.

Pina Sutera 7 anni fa Commenta! 3
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Da Mirca Ferri uno spaccato di ricordi, testimoni di un tempo incantato che vive dentro ognuno per sempre.

Infanzia magico mondo, incanto che scrittori e poeti hanno cantato e cantano, in mille teoremi di forme, da che letteratura esiste. Un eden perduto, questo appare l’infanzia agli occhi adulti di chi si gira indietro a guardare il suo passato. Lo ha cantato nella sua poetica il buon vecchio Pascoli (uno fra i tanti), lo canta in questo romanzo breve Mirca Ferri, lo cantano e canteranno ancora un’infinità di altre penne scriventi.

Volenti o nolenti che sia stata felice o meno, l’infanzia vive immortale dentro ognuno. Il bambino che siamo stati, le esperienze vissute hanno il potere di interferire con la vita adulta, consapevolmente o inconsapevolmente. E, a questo meccanismo, non sfugge neanche la scrittrice: un’infanzia, la sua, fatta di amicizie vere, di avventure, di esplorazioni, in una terra che sente profondamente nel cuore e nell’anima,  infanzia fatta di piccole e grandi “magie” ma anche di paure. Perchè, nel vissuto di un qualsiasi bambino, c’è sempre un qualcosa, piccolo o grande, reale o immaginario che ne turba lo scorrere sereno.

Episodi dai contorni poco netti, fatti inspiegabili e quasi fiabeschi, paure ancestrali rafforzate dai racconti più o meno veritieri degli adulti, colpiscono la fantasia, la sensibilità e la psiche di un bambino. In [amazon_textlink asin=’8867432907′ text=’Radici di infanzia, ali di vita’ template=’ProductLink’ store=’game0ec3-21′ marketplace=’IT’ link_id=’92d72472-c169-11e8-be47-b7cb16c256d5′], l’autrice vive un episodio di questo genere che occupa la quasi centralità del testo. Sembra che, la stessa autrice, ne sia ancora in qualche modo impressionata. I contorni del racconto, nella sua memoria e agli occhi del lettore, assumono lo scenario del mistero, del soprannaturale, del magico, quasi. Un magico che inquieta l’autrice che, pur essendo ormai donna e madre razionale, di quel mistero sembra ancora essere, in qualche modo, inconsapevolmente condizionata: l’inconscio e la memoria di donna adulta non hanno dimenticato il forte turbamento, l’inquietudine, la paura che la bambina di un tempo ha vissuto e, per certi versi lo conservano ancora intatto.

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Radici di infanzia, ali di vita, non è altro che il ricordo di un vissuto neanche troppo lontano (quel tempo in cui tablet, cellulari ed internet non interferivano con la vita reale), con flash e considerazioni su quanto sia cambiata la vita individuale e collettiva, nel giro di pochi decenni. Un infanzia incantata da conservare e tramandare alla memoria di quelli che verranno dopo e avranno altre e diverse infanzie.

Pur nella validità della tematica, le radici e la loro importanza e nella scorrevolezza del testo, data anche la brevità, si legge infatti in pochissimo tempo, il romanzo manca di mordente, di pathos. La compartecipazione emotiva è legata esclusivamente agli “eventi inspiegabili” che l’autrice bambina vive, probabilmente perchè ancora li percepisce come paurosi e inspiegabili.

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