Cari iCrewers proseguiamo il discorso incentrato sull’importanza di leggere le fiabe ai bambini, nella nostra prima tappa avevamo sottolineato l’importanza del legame affettivo che si crea leggendo le fiabe ai nostri bimbi, mentre ora ci concentreremo sugli aspetti che delle fiabe risuonano in noi…
E più precisamente sul perché sono utili le fiabe da un punto di vista psicologico?
Inizio con il sottolineare che tantissimo si è detto a riguardo e che molti sono gli autori che si sono soffermati su questo argomento, quello che vi riassumiamo qui oggi sono solo le tappe più salienti di un percorso che andrebbe analizzato molto più in profondità e riprendono il pensiero di Bruno Bettelheim.
Bruno Bettelheim
Bruno Bettelheim nato a Vienna nel 1903 è stato uno psicoanalista austriaco che per via della seconda guerra mondiale è fuggito negli Stati Uniti, infatti era di origini ebraiche, ma supestite dell’olacausto si rifugiò negli Stati Uniti, dove gli fu concessa la cittadinanza.
Si interessò di psicologia dell’infanzia e in particolare condusse degli studi sull’autismo.
Ma noi tralasciamo questi studi per concentrarci sul romanzo di Bettelheim in cui si tratta il tema delle fiabe, ovvero “il mondo incantato”.
“Il mondo incantato” di Bruno Bettelheim
Questa è la sua sinossi…
Per imparare a destreggiarsi nella vita e superare quelle che per lui sono realtà sconcertanti, il bambino ha bisogno di conoscere se stesso e il complesso mondo in cui vive. Gli occorrono un’educazione morale e idee sul modo di dare ordine e coerenza alla dimensione interiore. Cosa può giovargli più di una fiaba, che ne cattura l’attenzione, lo diverte, suscita il suo interesse e stimola la sua immaginazione? Sia essa Cappuccetto rosso, Cenerentola o Barbablù, la fiaba popolare, anche se anacronistica, trasmette messaggi sempre attuali e conserva un significato profondo per conscio, subconscio e inconscio. Si adegua perfettamente alla mentalità infantile, al suo tumultuoso contenuto di aspirazioni, angosce, frustrazioni, e parla lo stesso linguaggio non realistico dei bambini. Tratta di problemi umani universali, offrendo esempi di soluzioni alle difficoltà. È atemporale e i personaggi dei suoi scenari fantastici sono figure archetipiche che incarnano le contraddittorie tendenze del bambino e i diversi aspetti del mondo. Le situazioni fiabesche, rispettando la visione magica infantile delle cose, esorcizzano incubi inconsci, placano inquietudini, aiutano a superare insicurezze e crisi esistenziali, insegnano ad accettare le responsabilità e ad affrontare la vita.
Partendo dal punto di vista di Bettelheim la fiaba avrebbe un ruolo psicologico e donerebbe un aiuto pedagogico durante il periodo della crescita dell’essere umano.
Ma nella pratica cosa fanno le fiabe?
Esse usano un linguaggio semplice comprensibile anche ai più giovani per raccontare di situazioni che permettono di affrontare gli ostacoli della realtà. Permettono di comprendere gli stati interiori quali: la rabbia, la gelosia, la paura, l’amore e tramite l’immedesimazione con l’eroe e l’antieroe svolgere un effetto catartico e liberatorio.
Le fiabe saziano la curiosità del bambino, mostrano i problemi e ne danno soluzioni, inoltre creano un legame tra il genitore e il bambino che è destinato a durare nel tempo.
Se volete conoscere più a fondo il pensiero di Bettelheim vi invito a leggere “Il mondo incantato” e se vi va a farci conoscere il vostro parere.
[amazon_link asins=’8807882558′ template=’ProductCarousel’ store=’game0ec3-21′ marketplace=’IT’ link_id=’26f3a4bd-0dd4-11e9-8bde-bf9b38f05da6′]