Arriva dall’America una nuova via per ridare un’anima al pensiero politico di sinistra in Italia. Partirà infatti da novembre l’edizione italiana del magazine del socialismo democratico americano Jacobin.
Stante lo sbando in cui versa l’Intelligencija di sinistra in Italia, nonostante una tradizione plurisecolare, non stupisce più di tanto che per stimolare nuovamente l’interesse di lettori ed elettori di quell’area politica, ci si volti a guardare persino oltreoceano, pur di trovare nuove energie e forme più fresche di comunicazione.
Stando a quel che emerge da un’intervista collettiva rilasciata alla rivista settoriale “IlLibraio.it“, sembrerebbe emergere una volontà di creare una rivista adatta ad un pubblico di sinistra eterogeneo, non minoritario dunque, che abbia come uniche discriminanti il rifiuto del sovranismo di matrice nazionalista e del riformismo liberale.
In America, la rivista fondata da Bhaskar Sunkara nel 2010, è diventata in poco tempo il fulcro del socialismo marxista con un seguito sorprendente (considerato il fatto che negli USA anche la sinistra tradizionale non è mai stata troppo popolare) di 30mila abbonati al cartaceo e un pubblico online di un milione di persone.
A Jacobin si sono interessati personaggi del calibro di Slavoj Žižek e Jeremy Corbyn; persino Noam Chomsky ha benedetto il magazine così sentenziando: “l’apparizione della rivista Jacobin ha portato un raggio di luce in tempi bui.“
Per quanto riguarda l’Italia, faranno capo alla direzione della rivista, in maniera collegiale, David Broder, Giulio Calella, Salvatore Cannavò, Marta Fana, Giuliano Santoro e Lorenzo Zamponi, tutte figure di primo piano del giornalismo di sinistra nostrano. Tale collettivo tenterà di rimodulare i classici canoni, ormai vetusti, di un giornalismo di sinistra ormai di nicchia, tentando l’impresa di un linguaggio più facile e dunque maggiormente aggregante, ma al contempo esaustivo delle complesse dinamiche delle tematiche di sinistra. La formula prevede un incrocio fra cartaceo con uscita trimestrale e sito web.
E’ già online una versione statica del sito, jacobinitalia.it, con una pubblicità piuttosto aggressiva e slogan accattivanti che puntano a creare intorno a Jacobin Italia un primo nucleo di sostenitori. Lo stile degli slogan ci rimanda tuttavia a qualcosa di già visto, già proposto e promesso varie volte in Italia; per fare qualche esempio pratico, ci riferiamo a “Il Fatto Quotidiano” e simili. Anche la descrizione presente i testata sembra puntare su argomenti molto popolari nel panorama politico italiano al tempo di grillini e leghisti al governo: “Jacobin è una rivista senza padroni, senza finanziamenti, pubblicata da un editore indipendente. Per partire c’è bisogno di congiurati e congiurate.
Per partecipare iscriviti al club dei giacobini sottoscrivendo subito un abbonamento.” Sul sito è inoltre possibile consultare tutti i nominativi della redazione allargata.
Leggendo per intero l’intervista rilasciata a Il Libraio.it non ci sembra di assistere ad alcunché di particolarmente innovativo; anche l’idea di importare riviste dall’America è abbastanza frequente oramai in un paese che sembra aver perso ogni capacità di auto-rinnovamento e di inventiva (si pensi, giusto per citare una rivista politicamente caratterizzata, all’Huffington Post di Lucia Annunziata), tuttavia diamo a questi talentuosi giornalisti militanti il beneficio del dubbio e attendiamo con ansia i primi di novembre per scoprire quali carte abbiano in serbo per noi lettori.