Il Nobel difficile che voleva raccontare il mondo…
Il mondo della letteratura perde oggi, uno degli scrittori più discussi e dissacranti del xx secolo. A 85 anni, nella sua casa londinese, Vidiadhar Surajprasad Naipaul, lascia questo mondo assistito dall’ultima moglie Nadyra, la fedele e colta compagna, che lo ricorda come “un uomo capace di grande creatività e di grande conquiste”.
Una figura di grande spessore culturale quella dello scrittore anglo-caraibico, nato nel 32 a Trinidad e figlio di un giornalista di origine indiane da cui, probabilmente, eredita l’innata inclinazione alla scrittura che, già durante i primi corsi di studio, si rivela grintosa ed impegnata ma che, nel corso degli anni, sperimenta e migliora tanto da ottenere una borsa di studio e il diritto di frequentare l’Università di Oxford.
Sono i viaggi a guidare la penna di Naipaul nei suoi primi percorsi letterari, tra gli anni 50 e 60. Nell’ animo dello scrittore, già incline ad una personale e quanto mai ferma criticità fuori dagli schemi, il desiderio di confrontarsi con le sue origini ancestrali prende il sopravvento e si accosta ad essi con uno sguardo, inizialmente da osservatore curioso e timoroso, alla ricerca di risposte precise che troveranno spazio, successivamente, nella sua Trilogia di Saggi indiani in cui, lo scrittore, non nasconde la profonda disillusione nel visitare l’ India, la sua terra d’origine.
La sua non è una semplice ricerca delle origini, Naipaul è consapevole che di ciò che è stato ne è rimasto ben poco, nonostante dalle realtà attuali fosse emersa forte la volontà di mantenere viva le tradizioni e le culture, una realtà che lo scrittore vede come artefatta poichè ormai contaminata da un Occidente spietato e senza scrupoli, artefice, a suo dire, del profondo cambiamento dei territori.
“Davo per scontato, nonostante le mie origine e l’ ambiente in cui sono cresciuto, che un’ altra parte di me, altrettanto significativa, appartenesse ad un’ altra civiltà più grande!”…
E’ una voce scomoda quella di Naipaul, una voce che sferza gli animi intellettuali, troppo dura e dissacrante perchè si possa condividere, che va al di la di una concezione buonista ormai, incline a non preoccuparsi più di tanto delle conseguenze che il colonialismo ha prodotto, lasciando a se stessi popoli ormai sviliti nelle tradizioni, ma convinti che, una volta liberi, quell’identità culturale autentica, soffocata dal presenzialismo coloniale, si potesse recuperare.
Sulle copertine dei suoi libri, da ” [amazon_textlink asin=’B00GMNE3RU’ text=’il massaggiatore mistico’ template=’ProductLink’ store=’game0ec3-21′ marketplace=’IT’ link_id=’6e6eee1d-9e86-11e8-8f42-b5ce707b5b15′]” (1951) a “[amazon_textlink asin=’B01NBYZUG4′ text=’Una casa per Mr Biswas’ template=’ProductLink’ store=’game0ec3-21′ marketplace=’IT’ link_id=’8c18c600-9e86-11e8-bf40-8f413bbee157′]”(1960) o “[amazon_textlink asin=’8845930459′ text=’Sull’ ansa del fiume’ template=’ProductLink’ store=’game0ec3-21′ marketplace=’IT’ link_id=’a9ad40cf-9e86-11e8-80c9-413a2352ca91′],” oltre alle riflessioni di viaggio dedicati all’ Africa e all’ Islam che lo scrittore firma su diversi saggi come [amazon_textlink asin=’8845925404′ text=’La maschera dell’Africa’ template=’ProductLink’ store=’game0ec3-21′ marketplace=’IT’ link_id=’c793abdc-9e86-11e8-8d69-5dd83f48f175′] e Tra i credenti: un viaggio nell’ Islam, il suo nome, Vidiadhar Surajprasad, non sarà mai scritto per intero e cosi sarà per il mondo letterario che spesso lo terrà a distanza.
A gratificare Sir Vida, ci penserà la regina Elisabetta II, concedendogli nel 93, il titolo di Cavaliere della Regina, oltre a numerosi premi letterari come il Premio David Cohen British Literature Prize e nel ‘99 il Premio Grinzane Cavour fino ad arrivare al premio più ambito; il Nobel per la letteratura che lo scrittore vinse nel 2001 “Per avere unito una descrizione percettiva ad un esame accurato ed incorruttibile costringendoci a vedere le vicende di storie soppresse”.
Alla domanda dell’ intervistatore su che cosa avesse scoperto scrivendo uno dei suoi libri più belli, “[amazon_textlink asin=’8845927512′ text=’La perdita dell’ Eldorado’ template=’ProductLink’ store=’game0ec3-21′ marketplace=’IT’ link_id=’3ec2afd2-9e87-11e8-a89f-7d5a36a9e7f8′]” lo scrittore inglese rispose …
…”Ho scoperto di dover utilizzare una lingua differente. Perchè ci sono tante storie. talmente tante che forse non riusciamo più a compiere alcuna distinzione. La differenza è nel modo in cui esse vengono raccontate…”