Caro iCrewer oggi partiamo per un viaggio in una terra lontana di cui non conoscevo nemmeno io l’esistenza. Quindi preparati sarà per entrambi un’avventura.
Oggi ti porto in Lesotho.
Il Lesotho o Regno del Lesotho è un paese che si trova all’estremità sudorientale del continente africano ed è interamente circondato dal territorio del Sudafrica da cui dipende sia economicamente che politicamente, nonostante quest’ultimo non abbia sovranità su questo piccolo fazzoletto di terra. Per questo motivo il Lesotho è un’enclave (dal francese enclaver ovvero racchiudere) del Sudafrica. In passato è stato protettorato britannico col nome di Basutoland ( terra dei Basuto ) riuscendo però a mantenere la propria cultura, anche grazie alla natura del territorio che è il più elevato dell’Africa australe ed occupa in larga parte i Monti dei Draghi. Lo so, hai subito pensato al Trono di Spade. Tranquillo, l’ho fatto anch’io! In realtà è la fascia montuosa che circonda il sudest del continente. In particolare nel Lesotho centrale e orientale gli altopiani, elevati di circa 2000-3000 m hanno permesso alle tribù dei Basotho (o Basuto) di trovare riparo e protezione dalle possibili aggressioni dei popoli vicini salvaguardando così anche l’individualità nazionale. All’inizio degli anni 2000 il Paese è tra i più poveri al mondo, con un’aspettativa di vita molto bassa, infatti nel 2004 sfiorava appena i 40 anni di vita, dovuta alla diffusione tra la popolazione adulta del virus dell’HIV. Nel 2005 il Lesotho fu il primo paese al mondo a fornire il vaccino per questo virus gratuitamente.
Le lingue ufficiali sono il sotho del sud e l’inglese ma sono abbastanza diffuse anche lo zulu e l’afrikaans. Nonostante la religione predominante sia il protestantesimo, una parte della popolazione professa la religione cattolica. Una piccola percentuale è musulmana ed è presente in piccola parte anche la religione animista.
Non pensare che essendo in sud Africa il clima del Lesotho sia caldo torrido, infatti l’altitudine, la catena montuosa dei Monti dei Draghi e gli influssi caldi e umidi del Monsoni provenienti dal nord est rendono il clima del paese abbastanza asciutto ma con sensibili escursioni termiche. Le precipitazioni sono concentrate durante l’estate australe, ovvero da ottobre ad aprile e le temperature risentendo delle variazioni altimetriche possono arrivare anche sotto lo zero nei mesi più freddi e oltre i 2000m può nevicare. Parte della popolazione vive nei villaggi in insediamenti tipici di un’economia rurale, al cui centro si trova il recinto del bestiame chiamato Kraal. Nella fascia occidentale del Paese che è la più densamente popolata, si trovano i centri più grossi, come la capitale Meseru, il principale polo economico e industriale del paese sviluppatosi lungo la linea ferroviaria che collega il Lesotho con la città di Kimberley, in Sudafrica. Come detto il livello di vita è basso e circa un quinto della popolazione è costretta ad emigrare anche se temporaneamente in Sudafrica, per lavorare nelle miniere e nelle piantagioni.
So che mi sono dilungata molto, ma credo che la cultura letteraria sia fortemente influenzata dalle condizioni socio-econominche e geo-politiche del paese in cui si sviluppa.
La letteratura del Regno del Lesotho può dividersi in tre categorie, quella orale dominata da canti chiamati Lithoko che esaltano le gesta dei guerrieri o parlano di avvenimenti della vita comune. Solitamente sono cantati dagli autori stessi e sono soprattutto destinati al popolo. Si avvicinano per tipologia ai canti biblici, hanno la stessa vena poetica e sono molto ricchi di parole e simboli.
La seconda è la letteratura scritta in seSotho: nel 1906 venne pubblicata la prima novella di uno scrittore africano, Thomas Mofolo (1877-1948), diventato poi famoso con il romanzo epico Chaka scritto nel 1908 e pubblicato nel 1925, in cui si parla della fusione tra la cultura seSotho e il cristianesimo. Nella seconda metà del 1800 il missionario Adolph Mabille, della Società Evangelica di Parigi, fondò in Lesotho un periodico in lingua seSotho e pubblicò nel 1907 la prima collezione di testi tradizionali in questa lingua raccolti dall’africano Azariele Sekese (1849-1930) a cui fecero seguito nel 1921 una raccolta di canti celebrativi dei capi della tribù dei Basotho e trascritti da Zakea Dolphin Mangoela (1883-1963). Nel 1931, David Cranmer Theko Benger (1900) pubblicò una raccolta di poesie il cui protagonista è il capo Moshoeshoe, considerato un eroe. Le poesie pur essendo ispirate dalla tradizione sono esclusivamente opera dell’autore. Il Lesotho ha avuto autori di un certo livello come Lechesa Segoete (1858-1923), e molti altri. Tutte le opere presentano contenuto in stile africano e cristiano avvicinandosi alla narrativa orale.
Anche il teatro risente delle influenze del pensiero cristiano; tra gli autori, B. M Khaketla (1913-2001) i cui romanzi e opere teatrali sono incentrata sulla ribellione alle discriminazione razziale e preferisce una società più individualista alla tradizione comunitaria. K. E. Ntsane (1920-1983) negli anni Quaranta viene definito il miglior poeta in lingua seSotho, grazie al suo stile innovativo e ricco di immagini. Solo trent’anni dopo, negli anni Settanta questo tipo letteratura viene abbandonata, anche a causa dell’inasprimento dell’apartheid. Nonostante negli Ottanta la situazione politica sia migliorata le opere pubblicate non sono di alto livello e sono destinata principalmente al pubblico locale.
La terza categoria è la letteratura in lingua inglese che prende forma nel secondo dopoguerra. L’autore A. S. Mopeli-Paulus (1913-1984) con la duologia Blanket Boy’s Moon in italiano Fuoco nero pubblicato nel 1953 e Turn to the Dark tradotto con Ritorna nel buio pubblicato nel 1956, affronta i problemi razziali ed evidenzia il conflitto culturale fra la tradizione del Regno di Lesotho e l’Occidente. Ancora oggi la produzione letteraria in inglese è scarsissima.
Per oggi il nostro viaggio finisce qui, torna a trovarci domani per una nuova emozionante avventura e un nuovo paese da scoprire attraverso i suoi autori.