Tutta la cultura Shimasiwa nell’arcipelago sconosciuto ma affascinante delle Comore
Il nostro viaggio intorno al mondo letterario ci porta in un arcipelago dell’Oceano Indiano, posto tra la costa occidentale del Mozambico e il Madagascar, formato da tre isole principali, che sono Njazidja (Grande Comore), Nzwani (Anjouan), Mwali (Mohéli) oltre che da numerosi isolotti: siamo arrivati all’Arcipelago delle Comore o Isola della luna!! Di certo, questo splendido e affascinate angolo della terra non è pubblicizzato come la vicina isola di Madagascar, ma in fatto di tradizioni non è da meno. Mi ha sorpreso scoprire che, proprio in questa terra lontana dagli assalti del consumismo turistico più spietato, Coco Chanel, ascoltando le armonie dei canti del ylang ylang, avrebbe scelto l’aroma per creare il suo famoso Chanel n.5. Si dice infatti che l’idea del famoso profumo sia nato dai fiori delle Comore che Coco considerava come “una carezza della foresta sulla pelle nuda.” Ancora oggi le donne di Mayotte usano l’ylang ylang, lo colgono dalle piante e lo lasciano appassire sulla pelle, dandole un profumo naturale dolce e nello stesso tempo selvaggio, un po’ come l’aspetto di queste isole incontaminate.
Diamo uno sguardo alle varie caratteristiche…
Sono tutte isole di origine vulcanica e la più grande è la Grande Comore che raggiunge un’altezza di circa 2361 metri con la cima del Kartala, un vulcano attivo collegato al vulcano spento di La Grille attraverso una zona pianeggiante situata a 600/700 metri. E’ qui che si trova la captale Moroni, vero centro commerciale, mentre le città di Mutsamudu e Fomboni costituiscono, rispettivamente, i centri principali di Anjouan e di Mohéli.
Le isole Grandi Comore, insieme a Anjouan e Moheli, ad eccezione dell’isola di Majotte, formano dal 2004 l’Unione delle Comore e dopo l’indipendenza dalla Francia nel 1975, è diventata una Repubblica Federale con un presidente regolarmente nominato ogni quattro anni. Ognuno delle isole, a rotazione, gestisce la presidenza, elegge un proprio presidente e un’assemblea legislativa, applicando un sistema giudiziario che si fonda, prevalentemente, sul diritto francese e mussulmano, al cui vertice si trova l’Alto Consiglio della Repubblica che in taluni casi, come per il reato di omicidio, ha la facoltà di esercitare la pena di morte.
L’arcipelago, con le sue foreste di mangrovie e la vegetazione lussureggiante, da di se un’immagine apparentemente ricca di riserve alimentari ma la realtà è ben diversa. Le Comore, purtroppo, proprio per la carenza di risorse del sottosuolo e un’insufficiente sistema di trasporti è uno dei paese più poveri del mondo, un triste primato resosi più evidente dopo l’indipendenza dalla Francia che ha costretto il governo ad una richiesta costante di aiuti finanziari ai paesi esteri. La grave situazione economica, senza dubbio, ha spinto i giovani verso zone più proficue come il Madagascar, i dati demografici ne evidenziano un aumento della natalità e un indice di mortalità in diminuzione, (nel 2007 i giovani sotto i 15 anni erano intorno al 42%) dati che in qualche modo giustificano un differenza di proporzioni tra la densità della popolazione e le risorse a disposizione.
Per comprendere la letteratura comoriana, è inevitabile dare uno sguardo alle forti tradizioni culturali che caratterizzano questi territori. Il primo dato importante è la composizione etnica della popolazione, costituita, per la totalità, da comoriani, determinata dall’incrocio dell’originaria popolazione bantu con arabi, indiani e malgasci. La storia ci riporta fino al ‘500, periodo in cui le isole, fino allora disabitate per la loro posizione geografia, si rivelano terra di passaggio, prima di indonesiani, poi di arabi, africani e infine europei con i portoghesi, i francesi, gli olandesi e infine gli inglesi. Un secolo di passaggio tristemente noto per la tratta degli schiavi e i fenomeni di pirateria che, tuttavia, non impedirono alle comunità arabe d’insediarsi e di colonizzare la popolazione che attualmente è quasi totalmente di religione musulmana. Nei secoli successivi, le isole hanno attraversato momenti di destabilizzazione politica rispetto alle successive colonizzazioni da parte della Francia dalla quale, come ti ho anticipato, nel ’75, le isole hanno ottenuto l’indipendenza.
Nonostante le diverse contaminazioni, la cultura delle Comore è legata al mondo islamico e lo si nota in tutte le sue forme, dalla musica all’arte e all’architettura testimoniata dalla presenza di moschee persino in riva al mare, dalle lunghe tuniche bianche (kanzus in swahili) accompagnate da zucchetti ricamati (kofias) indossati dagli uomini, mentre le donne hanno il capo coperto. La letteratura comoriana ha origini da quella orale, sotto forma di hali (fiabe tradizionali) e da racconti scritti in arabo da principi, sultani e nobili; la scrittura in uso è il Shimasiwa (dialetto comoriano)
La lingua usata dagli scrittori è il francese, molti di loro, pur rivendicando le origini, hanno scelto di vivere fuori dall’Arcipelago, tra questi, Said Ahmed Sast, autore nel 2010 di Piccole finction comoriane…
“Una raccolta di poesie che riunisce una dozzina di autori comoriani. Aboubacar Said Salim, Adjmael Halidi, Said Ahmed Sast, Fahudine Mze, Nassuf Djailani, Ismael Ibouri, Salim Hatubou, Oluren Fekre, Eladawi Sow, Anssoufouddine Mohamed.
“Storie di un arcipelago scoppiato in dieci storie, che portano le nostre orecchie preoccupate al ritmo del vento che sbatte in questo mare dell’Oceano Indiano che è diventato vasto come il mondo. Da Moroni a Marsiglia, questi autori, il cui destino è colpito da un sigillo lunare, raccontano le turpitudini di una vita impantanata in un dhow chiamato “Comore”
E Djailani Nassuf, nato nel’81 sull’isola di Mayotte, giornalista di France Télévisions, autore di racconti, poesie e teatro, vincitore del Gran Prix litteraire dell’Oceano Indiano per Roucoulement (edizioni Komedit, 2006). L’irresistibile necessità di mordere un mango è la sua ultima raccolta di notizie pubblicata da Editions Komedit nel 2014.
Chiconi-sur-Mer è una cittadina frenetica di quasi 7000 abitanti, situata nella parte centro occidentale dell’isola. Credere che qui il diavolo abbia letteralmente preso possesso di tutti. Si dice persino che gli spiriti riportati nei tronchi dei migranti di un tempo continuino a librarsi su tutto il villaggio. Sembra che popolino le onde che muoiono nella baia sottostante. Che i dintorni del fiume che divide il villaggio in due fungano da casa.