Prosegue il nostro giro del mondo attraverso i libri e gli autori. Oggi atterriamo in Belgio con Georges Simenon.
“Il Belgio fa parte del Benelux, insieme a Olanda e Lussemburgo”, io non me la scorderò mai questa frase, a cui sarò perennemente legato. Erano i miei esami di terza media, erano anni meravigliosi. Avevo portato il “Benelux” e ancora ricordo il tempo speso a fare ricerche e i pomeriggi con mio nonno seduto al tavolo ad ascoltare mentre ripetevo la lezione e preparavo il mio orale. Mi fa quindi sorridere, che per ironia della sorte, a distanza di molti anni, sia capitato a me, nell’ottica della divisione degli stati tra tutti i redattori del sito, proprio il Belgio.
Intanto devo dire che è una nazione in cui non sono mai stato. Ho percorso alcune strade ma solo durante il transito di un viaggio in macchina da Amsterdam a Parigi: altri tempi anche questi. Altra età.
Proprio in questi giorni il Belgio sta attirando su di se le attenzioni per essere stato, Bruxelles, il luogo di partenza del Tour de France e osservando le immagini e le fotografie della corsa, sono rimasto ancora una volta folgorato e affascinato dall’Atomium, il monumento in acciaio posto nel parco dell’Heysel che rappresenta i nove atomi di una cellula di cristallo. E’ questa, la prima immagine che mi viene in mente se penso al Belgio. Sì, perchè ogni volta che mi approccio ad uno stato, ho il vizio di chiedermi cosa conosco io di quel posto, quali sono le immagini che associo a quella bandiera. Spesso e volentieri le mie associazioni sono di stampo calcistico (siamo uomini italiani medi e da questo non si scappa) e anche per il Belgio qualche volo pindarico su nomi di squadre e giocatori l’ho fatto. Ma il Belgio è nel mio cuore per la varietà di birre artigianali di qualità che propone e per la gioia che queste mi hanno donato nelle sere estive con gli amici a confrontarci sul calcio sì, ma anche su idee musicali, sui film e sui libri.
Ed eccoci arrivati al punto saliente di questo pezzo.
Francamente conosco poco, pochissimo della letteratura belga. Ma il compito di stendere questo articolo mi ha permesso di fare delle ricerche (come era successo alle scuole medie) e di scoprire che in realtà bastava solo rinfrescare la memoria per ricordare che uno dei più importanti commissari letterari arriva proprio da una penna belga. Sto parlando del Commissario Maigret, personaggio letterario creato da Georges Simenon. Può essere che qualcuno di noi, e mi ci metto dentro anche io, non ha letto nessuno dei settantacinque romanzi o ventotto racconti che lo vedono protagonista, ma sicuramente ci è capitato di vedere una trasposizione cinematografica o televisiva. Pensandoci bene si chiude un cerchio che mi riporta ancora a mio nonno e al ricordo di noi seduti sul divano a guardare VHS con il protagonista interpretato da Gino Cervi.
Con il Commissario Maigret, Simenon, fin dai primi decenni del Novecento, ha portato una rivoluzione nel modo di intendere il giallo. Fino a quel momento i gialli di stampo inglese si basavano sulla rigidità degli investigatori, con Maigret, invece, entriamo in un mondo che potremmo chiamare più popolare. Maigret è di origine contadina, gli piace mangiare e bere, ed un fumatore accanito di pipa. I suoi metodi investigativi si basano sul suo istinto e sul suo completo inserimento nell’ambiente del luogo del delitto. Grazie a Maigret, Simenon è diventato uno scrittore importante e riconosciuto in tutta l’Europa, avendo credibilità anche per i suoi testi dove non compare il commissario. Pensate che Simenon nella classifica degli autori più tradotti di sempre è al sedicesimo posto. Non male.
L’autore è nato a Liegi nel 1903 e fin dalla giovane età si è approcciato alla scrittura diventando giornalista. Negli anni venti si è poi trasferito a Parigi dove ha iniziato la sua prolifica carriera di narratore. Si dice che scrivesse oltre ottanta pagine al giorno. Si ricordano oltre ai romanzi con protagonista Maigret anche i suoi romanzi I fantasmi del cappellaio che narra le vicende di un cappellaio serial killer, Tre camere a Manhattan scritto durante la storia d’amore con la sua seconda moglie e L’uomo che guardava passare i treni una storia di rifiuto della routine quotidiana.
Simenon è morto a Losanna, in Svizzera, dopo aver girato e dimorato in diversi stati del mondo, nel 1989.
Ma non si esauriscono con il Commissario Maigret e con il suo creatore Georges Simenon le mie scoperte a proposito della letteratura belga. Cercando, leggendo e studiando ho scoperto anche, che buona parte dei fumetti che abbiamo letto da ragazzini hanno una origine fiamminga. Ora io non so se il fumetto può essere considerato, agli occhi di voi lettori, una produzione letteraria. Certo è che siamo di fronte a nomi davvero importanti e quindi mettiamoli qui, in conclusione di questo articolo, come curiosità:
Le avventure di Tintin è un fumetto belga ideato da Hergè, Lucky Luke personaggio di cartoni animati che abbiamo sicuramente visto tutti, ha la sua origine nel fumetto western comico disegnato dal belga Morris. E adesso tenetevi forte perchè scoprire che anche i Puffi ideati da Peyo arrivano da questa nazione è stato davvero un bacio avvolgente che mi ha definitivamente fatto invaghire del Belgio. O forse semplicemente era una mancanza mia non saperlo, come era mancanza mia non sapere che i Puffi nascono come personaggi secondari del fumetto John e Solfamì, e allora ecco ancora che torno indietro con il tempo e con i ricordi e chiudo questo articolo canticchiando vecchie sigle di cartoni animati immaginando con la mente la familiare voce di Cristina D’Avena.