I classici sono eterni e non muoiono mai. In uscita il 18 aprile, Garzanti propone Giobbe di Joseph Roth.
“Pubblicato nel 1930, Giobbe narra la vita di Mendel Singer, a Zuchnow, nella Volinia russa, tutta dedicata alla fede ebraica e al focolare domestico: Mendel è un maestro, un «uomo semplice» che insegna la Bibbia ai bambini, ed è sposato a Deborah, sempre più insofferente al suo docile e imperturbabile spirito di accettazione. Dopo Jonas, Schemarjah e Mirjam, alla coppia nasce un quarto figlio: Menuchim, storpio e idiota. Tragicamente provato, come un moderno Giobbe, dalle peripezie, dai drammi e dai lutti che negli anni a seguire colpiscono la sua famiglia, Mendel si ribella infine, abbandonando la paziente fiducia che da sempre lo caratterizza. A riconciliarlo con Dio sarà insperabilmente proprio Menuchim, il figlio negletto.”
Joseph Roth nasce a Brody il 2 settembre 1894 e morto a Parigi il 27 maggio 1939. E’ stato l’autore di capolavori quali La leggenda del santo bevitore, La cripta dei cappuccini e La marcia di Radetzky. E’ stato uno scrittore e giornalista austriaco. Grande cantore della finis Austriae, della dissoluzione dell’impero austro-ungarico che aveva riunito popoli di origini disparate, con lingue, religioni, tradizioni diverse.