Posso mostrare il meglio di me soltanto se so che dentro di me ho il peggio…
Cari iCrewers, cosa pensate di queste parole? Convengo con voi che non è una frase consueta eppure rileggendola il suo significato risulta sempre più chiaro e ricco di umanità. La possibilità di trovare del buono in noi è ammettere di esserne privi e un po come dire che, la forza di ognuno di noi si vede dall’umiltà di ammettere i nostri limiti e riflettendoci, non riesco a trovare nulla di più vero. Ne è convinto Don Paolo Alliata, autore del libro “Dove Dio respira di nascosto” edito da Ponte alle Grazie,
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un libro che racchiude alcune delle omelie dell’uomo di fede che, attraverso le sue riflessioni, non può che aiutarci a diradare la nebbia delle nostre incertezze.
CONOSCIAMOLO MEGLIO…
Laureato in Lettere classiche all’Università degli studi di Milano e ordinato dal Cardinale Martini il 10 Giugno del 2000, Don Paolo è, dal settembre del 2016, Vicario della Comunità pastorale della Parrocchia di S. Maria dell’Incoronata di Milano. Nel suo curriculum letterario due i libri pubblicati dedicati ai ragazzi, il primo è un libro illustrato per i bambini dai 4 anni in su,”Io a Gesù Bambino non ci credo mica”( Valentina Edizioni) scritto in collaborazione con Carla Manea,
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il secondo è un testo teatrale “E Dio disse”Su il sipario. Storie della Bibbia.”Racconti teatrale per bambini e ragazzi, edito da Centro Ambrosiano.
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“MI PIACEREBBE ESSERE COME I FAGGI: RADICI PROFONDE, ROBUSTE , AVVINGHIATE ALLA ROCCIA, FINO AD ESSERE CON LEI UNA COSA SOLA; TRONCO SEGNATO DAL TEMPO E DALL’AVVENTURA DI VIVERE E CRESCERE. MA MI PIACEREBBE POTER PORTARE FRUTTO.”
E’ l’uomo di fede che parla ma la sua è una ricerca di Dio particolare. Alla domanda di un giornalista perchè cercasse Dio nella letteratura non religiosa, Don Paolo risponde”
“Perchè tutto ciò che esiste emerge dal respiro del Signore, e se si è curiosi, lo si deve cercare dove non figura, e io sono curioso e lo vado a cercare, dove si nasconde, come se Lui giocasse a nascondino con me, e come se ci dicesse, ” Venitemi a cercare io sono li dove non mi vedete”.
Nel suo ultimo libro, Don Paolo, ci sprona a guardare Dio altrove, di non essere troppo sicuri della nostra religiosità, di metterci sempre in discussione come una domanda costantemente aperta, alla quale la risposta non è mai sufficiente. Innamorato delle parole che nutrono, il religioso invita a cercare Dio anche attraverso la letteratura, per capire la stalla che è in noi, ciò che di noi non ci piace vedere, del sepolto che non vuole rivelarsi, tra i pensieri o le parole dei libri che hanno fatto la storia ma, in qualche modo, lontani dal concetto religioso.
Nelle omelie presenti nel libro, infatti, Gesù è sottobraccio a Babette, Oscar Wild, Gianni Rodari, Italo Calvino, Dino Buzzati, con il suo famoso racconto“Una torta e una carezza”che Don Paolo prende in prestito per affrontare la superficialità dell’uomo, capace di ridurre il Natale ad una mera e banale corsa al regalo e ad abbuffate senza fine.
IL RACCONTO
Nella nobile casa dell’ingegnere Regondi è tradizione annuale che la vecchia tata, ormai accomodata in casa di riposo venga richiamata per passare il Natale con la famiglia.Per due generazioni ha cresciuto i bimbi della casa, ora non ha più le forze da profondere ma,insomma, per non farle male, la si tira li. Come ogni anno preparerà la torta di Natale, quella a forma di Gesù Bambino. Anche se adesso, in casa Regondi, c’è la nuova cuoca, l’Alberta. La” fortissima cuoca”: lei è moderna, lei fa una torta di Natale diversa. Lei la fa a forma di di cigni dai colli intrecciati. La vecchia tata che fa la torta di marzapane a forma di Bambino Gesù, piano piano deve ritirarsi, non può lavorare più in cucina, li impera la fortissima Alberta. Allora si ritira nel retrocucina, dove lo sguardo imbarazzato che perplesso di quelli di casa la incrocia, di tanto in tanto.
Ma piano piano colano dall’esterno i pacchi,i biglietti, gli auguri: invadono la casa dilagano nelle stanze, la spaventosa creatura aggredisce ogni spazio.Ed eccola li, la vecchia tata che scivola più in là, batte in ritirata,si restringe nell’anticamera e poi nello scantinato. La torta di Gesù Bambino si ritira nello scantinato, perchè su di sopra ci sono i cigni con i colli intrecciati.Ed ecco che lo spirito del Natale piomba in casa Regondi, proprio nel momento in cui la signora Fanny, la padrona di casa, sta tagliando il collo ad uno dei due cigni. Arriva lui e pianta su un gran caos. Subbuglio, allarme, si alzano in piedi a precipizio.” Gentile spirito – osa la signora Regondi. – vuoi sedere con noi? In che cosa possiamo servirti?” “La torta – fa lui schiumando di rabbia – la torta del Bambino Gesù.
Mio Dio – esclama la signora Fannyche se ne era completamente dimenticata. Come mai la Tata non si è più fatta viva? Corrono nell’office, corrono in soffitta, corrono nel retrocucina, corrono giù nello scantinato gelido.E lì, nello scantinato, la rintracciano, sepolta sotto una quantità di biglietti d’auguri, pacchi e quant’altro. Spunta solo il piede, poverina. Dorme. Lo spirito del Natale fruga lì in mezzo, la libera, le dà una carezza, prende la torta a forma di Gesù Bambino e vola via, giurando di non tornarci mai più, in quella casa.
Cari amici, spero di non aver forzato troppo la vostra attenzione, ma il racconto di Buzzati era ed è ancora troppo bello e simbolico per non riproporvelo cosi come il libro di Don Paolo, che vi consiglio caldamente di leggere perchè, attraverso i versi dei poeti, le parole degli scrittori e tutto ciò che viene dal cuore, possiamo scoprire nella parte più nascosta, il Dio che è in noi e con Lui, noi stessi.
BUONA LETTURA e BUON NATALE!