Non c’è dubbio, caro iCrewer, che J. R. R. Tolkien abbia lasciato un segno indelebile nella letteratura di tutti i tempi.
Perchè i libri possono anche non piacerti, puoi anche non aver visto i film, puoi ignorare il fatto che Tolkien non si sia limitato a scrivere una trilogia, ma abbia dato vita a un intero mondo, ma sicuramente hai almeno sentito nominare Il Signore degli Anelli. Anche solo per aver confuso l’attore che interpreta il mago Gandalf con quello di Silente (eh sì, sono due persone diverse).
Tutto ha avuto inizio grazie a Bilbo Baggins, un hobbit che viveva in un buco, in “un buco-hobbit, vale a dire comodo“. Se lui per primo non avesse deciso di farsi coraggio, preparare le valige e partire all’avventura, rinunciando così a tutte le sue comodità e alle sue due colazioni e merende giornaliere, non se ne sarebbe fatto nulla.
E invece è partito e, insieme a un gruppo di nani fieri e battaglieri, ha attraversato città e foreste per andare a riconquistare una montagna, diventata la tana di un drago. Quanti nuovi amici ha incontrato; quanti nemici ha sconfitto; quante avventure ha vissuto.
Tornato nella Contea, arrivando giusto un attimo prima che i suoi invidiosi parenti riuscissero ad appropriarsi del suo comodo buco-hobbit, non portò con sé solamente oro, argento, e tante storie da narrare. Aveva anche un anello.
Semplice, senza fronzoli o pietre preziose, eppure, un anello potentissimo, in grado di fare molto più che rendere Bilbo invisibile ed estremamente longevo.
«Tre Anelli ai Re degli Elfi sotto il cielo che risplende,
Sette ai Principi dei Nani nelle lor rocche di pietra,
Nove agli Uomini Mortali che la triste morte attende,
Uno per l’Oscuro Sire chiuso nella reggia tetra,
Nella Terra di Mordor, dove l’Ombra nera scende.
Un Anello per domarli, un Anello per trovarli,
Un Anello per ghermirli e nel buio incatenarli,
Nella Terra di Mordor, dove l’Ombra cupa scende.»
E proprio grazie – o per colpa – di quel piccolo anello, anni e anni dopo, un altro hobbit, Frodo Baggins, fu costretto a lasciare le verdi pianure della Contea e il suo comodo buco-hobbit, per salvare la Terra di Mezzo. Era l’inizio di un’avventura mitica, della saga di Tolkien più nota: Il Signore degli Anelli.
J. R. R. Tolkien non si è, però, limitato a narrare le gesta del prode hobbit e dei suoi compagni, ma ha raccontato le storie anche di molti personaggi che comparivano nella trilogia principale solo per qualche passaggio. Ha scritto i miti e le leggende che i membri de La Compagnia dell’Anello avevano raccontato o sentito raccontare attorno al fuoco.
Ha inventato l’idioma degli elfi e quello deli Ent; quello dei nani e quello parlato dal Signore Oscuro, Sauron.
Una campagna di crowdfunding per creare la prima casa-museo dedicata interamente a Tolkien
Ebbene sì! Per la prima volta da anni, la casa al 20 di Northmoor Road, Oxford, Inghilterra, dove Tolkien visse con la famiglia dal 1930 al 1947, è in vendita. È proprio tra queste mura che hanno visto la luce Lo Hobbit e l’intera trilogia de Il Signore degli Anelli.
Per questo motivo, personalità importanti e attori famosi, come Ian McKellan (Gandalf), Martin Freeman (Bilbo) e molti altri, hanno fondato il Project Northmoor. Il loro scopo? Raccogliere, attraverso un’operazione di crowdfunding, i quattro milioni e mezzo di sterline necessari per acquisire l’intera proprietà e rimetterla a nuovo, o meglio, riportarla a com’era quando ci abitava l’illustre professore.
Devi sapere, infatti, che sebbene i fan di Tolkien e delle sue opere siano sparsi fino ai quattro angoli del mondo, non esiste ancora uno spazio a lui completamente dedicato, in cui i cultori dei suoi lavori possano recarsi e partecipare a varie iniziative.
Per questo, l’occasione che Project Northmoor sta cercando di cogliere è ancora più importante! Per partecipare, non solo si può fare una donazione, ma è anche possibile acquistare gadget come tazze o magliette.
Speriamo che l’impresa riesca e che anche Tolkien possa avere un intero museo a lui dedicato!