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Recensione: Il patto dei sette templari di Guido Dieckmann

Ornella Feletti 6 anni fa Commenta! 7
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Ma questo proibiamo, chè a nessuno sia lecito abbracciare l’astinenza eccessiva, si conduca piuttosto una vita comune costantemente. (Estratto dalla Regola dell’Ordine del Tempio del 1128)

Nessuno poteva entrare nel tempio finché non avessero termine i sette flagelli dei sette angeli. (Apocalisse, 15,8)

Il patto dei sette templari

di Guido Dieckman, in libreria da maggio 2019

Contenuti
Ma questo proibiamo, chè a nessuno sia lecito abbracciare l’astinenza eccessiva, si conduca piuttosto una vita comune costantemente. (Estratto dalla Regola dell’Ordine del Tempio del 1128)Nessuno poteva entrare nel tempio finché non avessero termine i sette flagelli dei sette angeli. (Apocalisse, 15,8)Il patto dei sette templariI segreti dei templari stanno per essere svelati!

L’impugnatura di una inconfondibile spada templare spicca sulla copertina del volume della Collana Nuova Narrativa della casa editrice romana Newton Compton. Un romanzo storico di grande respiro.

Correva l’anno… un anno come tanti altri? No, è l’anno 1318. Il processo ai Templari si è concluso con l’annientamento dell’Ordine, uno dei più potenti ordini cavallereschi che sia mai esistito. La loro tragica fine è ben nota: il processo intentato contro di loro da Filippo il Bello non ha mai smesso di alimentare polemiche e leggende. Gli enigmi che circondano le origini e i veri obiettivi di questi monaci-guerrieri medioevali, il loro tesoro e i loro segreti continuano ad appassionarci e sedurci ancora oggi.

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La bravura dell’autore è aver giocato su fatti storici reali con brevi innesti di fantasia per movimentare la trama.

La chiesa, il re, l’inquisizione, sono convinti che non esista più nessun appartenente all’Ordine, ma all’orizzonte si profilano i cavalieri scampati all’arresto; si sono salvati in pochi, disperdendosi. Nel cuore e nella mente un unico scopo, assolvere all’ultimo desiderio del Gran Maestro, salvare disperatamente non solo il proprio onore e quello dei fratelli morti, ma soprattutto i loro tesori più preziosi: le tre reliquie in grado di sconvolgere le sorti del mondo.

Sette cavalieri, il numero ha un potere, è la somma del tre, che rappresenta l’anima immortale, con i quattro elementi materiali. I templari, uomini di spada e di spirito, sono equidistanti dall’anima e dalla materia. Devono agire in fretta per radunare le reliquie che, nel frattempo, sono state suddivise e accuratamente nascoste perchè non cadano nelle mani sbagliate. Tutto può andare perduto. Solo insieme possono salvare quanto è rimasto da salvare.

Il desiderio che anima ciascuno dei sette uomini è garantire la rinascita della loro istituzione e per farlo sono disposti anche a mettersi al “servizio” del re del Portogallo, il quale pensa molto in grande e crede che l’istituzione di un nuovo ordine cavalleresco nel suo paese, con un nuovo nome, possa garantirne gli interessi.

In contrapposizione ai Templari c’è un altro ordine, gli ospitalieri, nemici giurati, che anelano ad ottenere le reliquie e i beni dell’Ordine, a suo tempo confiscati dal papa e che non era riuscito a consegnare ai suddetti ospitalieri.

Non ti nascondo, caro iCrewer, quanto potere abbiano su me queste letture! E’ un mondo che mi ha sempre affascinato. Ne converrai che leggere la storia sotto forma di romanzo è più facile, ti coinvolge, ti lascia col fiato sospeso, con i suoi agguati il più delle volte mortali e scene descritte come in uno dei migliori gialli, con le descrizioni della vita dei signorotti dell’epoca, l’abisso che divideva le famiglie proprietarie e i vassalli, la gleba.

Rivivere il corso del tempo attraverso un romanzo come Il patto dei sette templari aiuta a comprendere anche da altri punti di vista la storia, che non siano le semplici nozioni apprese da un libro scolastico.

E Dieckmann è un maestro nell’arte di trascinare il lettore nella Francia medievale con una scrittura vivida e dettagliata.

In alcuni momenti “divaga” un po’ troppo, ad esempio quando si sofferma a descrivere il pensiero dei protagonisti interrompendo l’azione, che ne risente, ma è scritto in maniera talmente fluente…

Purtroppo, e qui non ha colpa l’autore, e non so se dipenda dal fatto che non ho letto  il cartaceo ma un ebook, ho notato errori nei numeri utilizzati per identificare i vari papi e re, per esempio Clemente v o Filippo iv, papa Giovanni xxii; la suddivisione in sillabe nel tornare a capo di parole come spiato che diventa spi-ato; un verbo che mi ha fatto gridare allo scandalo “…stretto in vita con cintura. Insieme alla blusa giallastra e al berretto nero di feltro che si aveva tirato fin sulla fronte e legato sotto il mento, …”, e tanti altri piccoli refusi. Tutto ciò non lede comunque la scorrevolezza della lettura.

Il tesoro dei Templari, da secoli oggetto di ricerca soprattutto in Occidente, appartiene al genere di tesori allettanti non solo per le ricchezze materiali che procurerebbero a chi ne entrasse in possesso, ma anche per l’eventualità che potrebbe demolire visioni religiose e immagini del mondo antiche e consolidate. Alcuni sostengono che con le sue ricchezze si potrebbe comprare l’Europa intera, altri che rappresenta una minaccia per la religione cristiana. Altri ancora, infine, ritengono che contenga verità scomode, verità che misero la Chiesa in grande difficoltà, da qui l’Inquisizione come mezzo estremo per sopprimere coloro che non operavano secondo i rigidi dettami della chiesa papale, che non si fermava di fronte a nulla pur di operare una “pulizia”. E nel libro abbiamo modo di leggere alcuni passaggi.

Se ti sorgono delle domande potrai trovare le risposte leggendo questo testo sotto forma di un cammino attraverso il tempo e la storia, che vuole essere un racconto rigorosamente storiografico, narrato, come detto in precedenza, con la leggerezza di un romanzo.

Ti lascio con la speranza di aver solleticato la tua voglia di conoscere cosa succede ai nostri protagonisti, che sono uomini rudi, ognuno con la propria personalità, alcuni abituati al rispetto, altri smaniosi di grandezza di potere, altri ancora superficiali e codardi; mentre le donne del popolo, le monache del convento, Adaliz, figlia del nobile Balthasar de Gros, la giovane Prisca guaritrice ebrea e nipote non riconosciuta, dimostrano di avere le doti necessarie per essere considerate al pari degli uomini, in un’epoca in cui essere donna voleva dire avere massima acquiescenza nei confronti dell’altro sesso.

I segreti dei templari stanno per essere svelati!

 

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