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Recensione: “Tutta colpa di mia nonna”, Manuela Mellini

Alessia Baraldi 6 anni fa Commenta! 4
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Una vacanza impossibile da dimenticare

Caro iCrewer, oggi voglio parlarti della mia ultima lettura, che secondo me è davvero adatta per essere assaporata sotto l’ombrellone: Tutta colpa di mia nonna di Manuela Mellini, edito da Baldini+Castoli.

Tutta colpa di mia nonnaLa trama è molto lineare: Filippo Ancarani, detto Filo, è un aspirante attore che vive a Milano e che vuole sfondare nel cinema, come il suo beniamino Adrien Brody. Purtroppo i lavori che trova o che gli vengono proposti non sono quelli che lui sperava, dopo aver terminato l’Accademia di recitazione ed essersi trasferito da un paesino della Romagna alla metropoli lombarda. Questo però non lo scoraggia dall’abbandonare il suo sogno e continua la ricerca del ruolo che gli dia la tanto agognata visibilità. Nel momento di una scelta cruciale per la sua carriera, arriva però una telefonata di sua madre: è morta la zia Rosina, la sorella di sua nonna. Filippo deve dunque fare ritorno a Castelfreddo per il funerale… e per un’insolita richiesta: portare la nonna in vacanza a Valpiana, dopo sessantacinque anni che la donna ci era stata.

Nel complesso, questa lettura mi è piaciuta. Come hai potuto constatare dalla sinossi, la storia non presenta una particolare complessità a livello di intreccio narrativo: questo fattore, unito alla bravura stilistica dell’autrice, mi ha permesso di terminare Tutta colpa di mia nonna abbastanza velocemente. Nonostante ciò, devo ammettere che ho faticato nel leggere la prima parte del romanzo. Il libro si può infatti dividere in due macro-sezioni: la prima si concentra sulla vita di Filo a Milano, mentre la seconda tratta del viaggio con la nonna.

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La parte a Milano non mi ha particolarmente entusiasmato, in quanto viene descritto ampiamente lo stile di vita di Filippo. L’idea di mostrare la giornata tipica del protagonista, nonché voce narrante del romanzo, è azzeccata, tuttavia alle due giornate milanesi è stato dato uno spazio a mio avviso eccessivo (circa un terzo del romanzo) e ha aperto questioni che non sono state completamente risolte alla fine del volume, il che le ha rese inutili dal mio punto di vista. Più che altro, ciò che mi ha reso snervante questa sezione è il narratore stesso, Filippo. Il protagonista è infatti incredibilmente vanesio ed egocentrico: una personalità che io non sopporto e ciò me lo ha reso antipatico ed irritante già dalle prime righe. Soltanto il tempo trascorso con la nonna riesce a fargli comprendere in parte che il mondo non gira intorno a lui, cambiando così in parte il giudizio negativo che avevo all’inizio nei suoi confronti.

Manuela Mellini

Invece, la seconda parte del romanzo mi è piaciuta molto di più, in quanto lì avviene il vero snodo della trama e poi perché la storia della nonna Fiorella mi ha decisamente appassionata. È una vicenda poetica e dolce-amara, che dimostra che non si conosce davvero mai bene una persona, nemmeno se è un tuo famigliare.

In un mondo che sta esasperando la propria individualità personale attraverso i social network, spesso ci dimentichiamo di chi ci circonda. Tutta colpa di mia nonna, secondo romanzo di Manuela Mellini, è un bellissimo esempio di come dovremmo riprendere a dedicarci ai rapporti personali nella vita reale, non soltanto dietro ad uno schermo.

 

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