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Lettura: Sogni di carta: intervista a Francesca Gerbi
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Sogni di carta: intervista a Francesca Gerbi

Irene Pepe 6 anni fa Commenta! 5
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Oggi ho il piacere di presentarti Francesca Gerbi, autrice di È stato Baudelaire, un noir affascinante in grado di regalarci qualche brivido e un caso fuori dal comune

Vedi anche: Recensione: è stato Baudelaire

Come è nata l’idea di scrivere un romanzo noir? E perché proprio questo genere?

L’idea del noir nasce dalla voglia di confrontarmi con un genere nuovo, per me, ovviamente. È stata la voglia di tastare un terreno per lo più sconosciuto e, proprio per questo, stimolante.

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Come hai sviluppato la storia? Avevi già una storia ben definita in mente o la trama è cambiata con i personaggi, mano mano che veniva scritta?

Ho creato dei personaggi e una trama procedendo schematicamente e mettendo, nero su bianco, l’evoluzione della storia. All’atto della scrittura stessa, poi, gli episodi sono stati arricchiti, particolareggiati, eppure no, l’epilogo non è mutato, i tratti salienti nemmeno.

Il genere noir è un genere molto diffuso anche nel cinema. C’è un film noir che ti ha colpita, a cui ti sei ispirata?

No, non sono stata ispirata da un film, ma un film sul genere prediletto ce l’ho. Noir di ghiaccio, assurdo e brutale, Fargo, dei fratelli Joel ed Ethan Coen.

Ho trovato l’ambientazione, una piccola cittadina di provincia, veramente efficace: è soffocante, cupa. Perché hai scelto proprio questa ambientazione?

Mi occorreva un luogo piccolo, in cui tutti si conoscessero, e in cui tutto fosse sulla bocca di tutti. Invece no, in fin dei conti, il fingere che tutto vada bene, prende il sopravvento e dunque, in quelle soffocanti e cupe dimensioni, vige l’omertà.

Quando si scrive un libro, spesso succede che si crei un’empatia particolare con uno dei personaggi, che si può amare o odiare. Nel tuo caso, a quale figura ti senti particolarmente legata?

In realtà sia al maresciallo Antonio Rodda sia alla giornalista Fulvia Grimaldi, i due protagonisti. Forse un pizzico d’amore in più lo provo nei confronti di Rodda, uomo schivo, di poche parole, tuttavia forte, testardo, capace, abile: una sorte di eroe, per lo meno per me.

Ti sei ispirata a qualcuno per creare il personaggio del maresciallo Rodda?

No, forse solamente all’Arma dei Carabinieri stessa, per cui nutro affetto per il servizio svolto.

Se si legge con attenzione il tuo romanzo, vi si può scorgere una sottile morale o, se preferisci, uno spunto importante di riflessione. Cosa volevi comunicare al pubblico con questo libro?

Offro spesso spunti di riflessione perché credo nella bellezza dell’arte quando suscita emozioni vive, in cui ci si può rispecchiare. Io sì, posso avere qualcosa in mente, ma poco conta, “ciascuno, quando legge, legge sé stesso”, diceva Marcel Proust.

Parlaci della tua collaborazione con Haider Bucar, che ha curato le illustrazioni

Avevo conosciuto Haider in occasione di un Festival culturale che organizzo e mi ha ispirato dapprima una forte simpatia, e poi, certamente, la grande professionalità. So che illustrare Baudelaire non è stata una passeggiata poiché occorre studiare a fondo la forma mentis et operandi del poeta maledetto. Ebbene Haider ha accolto appieno il senso.

Cosa significa scrivere per te?

Credo che, per Francesca, scrivere non sia una professione, anche se in realtà è il mio mestiere di vivere, per dirla alla Pavese, ma un modo di vivere, di stare al mondo.

Quali sono gli scrittori che ti hanno più segnata, non solo nella tua carriera di scrittrice, ma anche nella vita di tutti i giorni? Baudelaire sembra essere uno di quelli…

I classici per certo, dal Duecento al Novecento. Certamente anche alcuni contemporanei, ma nel mio cuore resta il piacere della lettura e rilettura di alcuni libri che ho nel cuore e scritti da Vati nazionali e internazionali da Dante, Manzoni, Foscolo, Cervates, Dostoevskij, Verlain, Shakespeare, Cellini, D’Annunzio e molti altri.

Che progetti hai per il futuro? Hai già in mente una nuova storia, magari un altro caso del maresciallo Rodda?

Si, ad essere sincera il protagonista sarà ancora lui: Antonio Rodda.

Ci tengo a ringraziare Francesca Gerbi per la sua disponibilità e per le risposte esaurienti, che hanno soddisfatto le mie tante curiosità. Spero di poter tornare a parlare di lei al più presto con un nuovo noir che, come ci ha rivelato lei stessa, avrà ancora come protagonista Antonio Rodda. Noi non vediamo l’ora!

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