Non è una ricorrenza recente dettata soltanto dal consumismo, la Festa della mamma che in questo 2021 ricorre oggi, 9 maggio, a differenza di quanto si possa credere, affonda le sue origini già in epoca antichissima, addirittura prima della civiltà greco-romana, quando in primavera, momento del risveglio della natura, si celebravano le divinità legate alla fertilità femminile al culto della madre Terra.
La terra generatrice di vita e di sostentamento per gli esseri viventi, era ed è ancora associata alla maternità: accoglie e custodisce i semi, li conserva nel suo grembo, li fa germogliare e dà vita a nuova piante, in un ciclo infinito che rappresenta la vita stessa. La terra è madre, la donna è madre come la terra. Basta una festa, una ricorrenza per celebrare il grande mistero di cui ogni donna è depositaria? No, ma per una donna è già sufficiente perché dispensare vita e amore senza volere nulla in cambio, fa parte della sua natura.
Festa della mamma, un’invenzione americana
La prima Festa della mamma di cui arriva notizia fino a noi, è una delle tante invenzioni americane che abbiamo adottato e fatte nostre. Proprio negli Stati Uniti d’America, fin dal 1873, nacque l’idea di dedicare una giornata speciale alla maternità. E da chi poteva venire se non da una donna? Anzi, le donne che per motivi diversi arrivarono alla conclusione che era giusto e legittimo dedicare un giorno particolare alla celebrazione della maternità, furono due.
La prima, una poetessa pacifista e femminista, Julia Ward Howe, fu mossa dal desiderio di riscatto per la figura materno-femminile da sempre relegata in secondo piano; la seconda Anna M. Jarvis invece fu indotta da motivi più sentimentali ed affettivi: profondamente legata a sua madre, dopo la morte della stessa, risulta abbia tempestato di lettere e richieste i politici e i governanti dell’epoca affinché venisse istituita una festa per celebrare tutte le mamme del mondo.
Si sa che la caparbietà delle donne non si arrende ai primi ostacoli, alla fine e a conclusione di richieste alquanto pressanti, fu istituito e celebrato il primo Mother’s Day a Grafton il 10 maggio 1909. E chiaramente non potevano mancare modalità e simboli legati alla maternità. Per esempio il fiore-simbolo della Festa della mamma, a differenza di quanto si pensi non è la rosa che di solito si usa regalare ma il garofano, rosso per le mamme ancora in vita, bianco, il fiore più amato dalla mamma di Anna, per quelle diversamente vive.
In Italia, la prima giornata dedicata specificamente alla mamma è stata celebrata per la prima volta in piena era fascista: il 24 dicembre 1933. La politica e la retorica del governo fascista, in quell’occasione premiò le madri più prolifiche, del resto il ruolo della donna in quel periodo e forse anche per molto tempo dopo, era quello di moglie e mamma. Una specie di fattrice che doveva sfornare futuri soldati da mandare a morire nelle imprese militari del duce.
Oggi la Festa della mamma è chiaramente altro, al di là del consumismo imperante e degli inevitabili luoghi comuni che martellano i cervelli dei potenziali consumatori, già dalle settimane precedenti il giorno dedicato alle mamme.
La prima Festa della mamma, così come la intendiamo adesso, in Italia risale al 1956, quando il sindaco di Bordighera dedicò una giornata speciale alle mamme della sua città. In seguito, nel 1958, divenne ufficialmente istituita, stabilendone la giornata fissa l’otto maggio. Dal 2000 la Festa della mamma si celebra stabilmente la seconda domenica di maggio.
Festa della mamma nel mondo
La Festa della mamma non ha una data fissa uguale per tutti i Paesi del mondo: in alcuni Paesi Europei, Italia compresa, negli Stati Uniti, Giappone ed Australia, si celebra la seconda domenica di maggio. In Norvegia, invece, è stabilita nella seconda domenica di febbraio; in altri Paesi si celebra in coincidenza con la Giornata della Donna, ovvero l’8 marzo. Molti sono i Paesi che la celebrano nell’ultima domenica di maggio: tra essi Francia, Algeria, Camerun Haiti, Madagascar, Mali, Marocco, Mauritius, Niger, Senegal, Svezia, Rep. Dominicana e Tunisia.
In qualunque data o in qualunque modo si celebri, la Festa della mamma è una ricorrenza che non può essere ignorata: tutti siamo figli o lo siamo stati, tutti siamo nati dal grembo di una donna. La scienza e gli esperimenti per una maternità surrogata non potranno mai sostituire quel ventre che accoglie e dà la vita.
Destinate a generare la vita da un ordine naturale ed eterno, stabilito da Colui che così ha voluto, noi donne femmine un giorno madri per sempre, come dice il poeta De André in un suo brano, siamo depositarie di un grande mistero. È vero che l’istinto materno non è uguale per tutte, è vero che una maternità si può rifiutare o rinnegare, è vero che una madre può non sentirsi all’altezza del suo ruolo ma è anche vero che si è madri per sempre: un figlio cambia inevitabilmente il corpo e la mente di una donna, che non sarà mai più com’era prima.
Fin dai primi momenti in cui viene a conoscenza di quel germoglio dentro di lei, mille pensieri e non sempre tutti belli affollano la mente di una madre: preoccupazioni, incertezze, ansie saranno fin da quei primi giorni, fedeli compagni di una madre per sempre. Solo quando si diventa madri si comprende pienamente che essere figli amati rappresenta la vera pienezza dell’amore disinteressato. E, allo stesso modo si capiscono le preoccupazioni che ogni madre ha per ogni figlio.
Quante cose una madre vorrebbe dire ai figli, quante cose restano taciute per timore di apparire inopportune e si conservano fra gola e cuore confidando nel fatto che quel semino piantato e coltivato con amore nel corso degli anni, piano piano dia i suoi frutti. Quante cose una madre vorrebbe raccomandare ai suoi figli per metterli in guardia dal male che, anche involontariamente, il mondo può riservare. E quante volte, se potesse, soffrirebbe al loro posto senza dubitare un solo attimo. Una madre prende per mano e accompagna, spesso in silenzio, osservando da dietro.
Ti condurrò per mano nei giorni delle tue primavere./ Ti guiderò nel cammino sulle foglie morte del mio autunno./ Fiorirai, osserverò in silenzio il tuo fiorire e sentirò da lontano il tuo profumo./ E mi basterà così. (Dedica, inedito)