Solo qualche giorno fa si sono celebrati i quarant’anni dalla nascita di uno dei gruppi più influenti della storia della musica rock italiana: i Litfiba. Per onorare questo anniversario è arrivato in libreria, sul finire di novembre, il libro di Ghigo Renzulli, che insieme a Piero Pelù è stato il fondatore della band.
40 anni da Litfiba è il titolo di questo volume scritto a quattro mani dal chitarrista insieme ad Adriano Gasperetti, giornalista e critico musicale. Questo libro di Ghigo Renzulli, edito da Arcana Editore, oltre a celebrare questo prestigioso traguardo pluridecennale, racconta per intero la storia del gruppo, uno di quei gruppi che attraverso la loro musica e le loro canzoni hanno accompagnato tutta la mia vita.
Perché ho poco più di quaranta anni anche io, perché sono stato adolescente ai tempi di Terremoto e Lacio Drom e perché ho immensamente amato ogni album pubblicato dal duo Pelù – Renzulli.
Il libro di Ghigo Renzulli: i Litfiba e i miei ricordi
Non posso esimermi, caro iCrewer, parlando dei Litfiba, e prima di segnalarti l’uscita in libreria del libro di Ghigo Renzulli, di inserire in questo articolo una parentesi personale dedicata al mio rapporto con questa band. Ho sempre avuto la sensazione, sbagliando, che i Litfiba fossero i terzi incomodi nell’eterno duello tra Ligabue e Vasco Rossi nel panorama rock italiano. No, niente di tutto questo. La band di Renzulli e Pelù è sempre stata una realtà diversa: rock pesante, in particolare nei primi album, testi impegnati politicamente e socialmente, e una immagine ribelle, controcorrente e spesso fuori dagli schemi.
Tanta roba.
Non vedo l’ora di chiudere in modo definitivo il mio trasloco, che dura già da qualche mese, per poter riaprire gli scatoloni in cui ho riposto tutti i miei CD, per toccarli di nuovo, guardarli, sentire attraverso il senso del tatto tutti i ricordi legati a dischi come Mondi sommersi, Spirito, El diablo e Colpo di coda, un disco live in cui è contenuta una delle mie canzoni preferite in assoluto: A denti stretti.
Ti racconto anche un aneddoto legato a un grosso errore che ho fatto in gioventù: tanti anni fa, circa venti, in un paese della Brianza vicino a quello in cui abitavo, aveva aperto un negozio di dischi che funzionava anche con lo scambio. Potevi portare un tuo disco e tornare a casa con un altro a tua scelta, tra quelli disponibili nella sezione “usato”.
Ci andavo ogni sabato pomeriggio, prendendo il pullman. Ricordo benissimo che un giorno ho barattato, o meglio scambiato, Terremoto dei Litfiba per … non me lo ricordo. E questo non ricordo la dice lunga sulla enorme barbarie compiuta quel giorno. (ovviamente poi l’ho ricomprato perché già il sabato dopo non c’era più)
Questo per dire quanto ritengo importanti i Litfiba nella mia crescita e nella mia vita, e oggi, leggendo che è uscito il libro di Ghigo Renzulli, che ne racconta per lunghi tratti la storia, non posso che essere felice ed entusiasta.
40 anni da Litfiba: il libro
Perdonami dunque, caro lettore, se ti ho trascinato nei miei ricordi, anche se forse, essendo fedele al claim del nostro blog, è proprio questo il motivo che ti spinge a sceglierci e a seguirci. La nostra passione e il nostro raccontarci in riferimento ai libri che di volta in volta ti segnaliamo.
40 anni da Litfiba racconta la storia di Ghigo Renzulli, l’unico membro della formazione attuale che non ha mai abbandonato la band. Perché c’è stato anche un periodo in cui Piero Pelù ha abbandonato per dedicarsi a un progetto da solista. Ma a me piace prendere il buono anche da una notizia che a suo tempo era stata un fulmine a ciel sereno per noi fans, ovvero il fatto che poi c’è stata una reunion culminata con un concerto incredibile nel 2011 a Milano. E io c’ero.
Nel libro di Ghigo Renzulli si respira tutto l’amore che questo musicista ha dedicato alla sua professione, alla sua arte, alla musica. Note che inevitabilmente hanno influenzato e indirizzato tutta la sua vita. Partendo dai progetti iniziali fino ad arrivare al grande successo dei Litfiba. Una storia raccontata attraverso i dietro le quinte, gli aneddoti e i retroscena di una carriera spesa quasi sempre in viaggio a fare concerti, in nome di quell’inno in lingua rom che è la canzone Lacio Drom. Ovvero Buon viaggio.
A proposito di ricordi, e essendo in periodo natalizio, ricordo sempre con piacere la gioia provata la mattina di Natale del 1995, quando sotto l’albero ho trovato la VHS di questo progetto che raccontava il dietro le quinte dello Spirito Tour, allegata al disco.
E poi, tornando al libro di Ghigo Renzulli, anche gli ultimi anni di attività, quelli più recenti, quelli dedicati anche a progetti strumentali che evidenziano ancora una volta, se mai ce ne fosse bisogno, l’unicità di questo grande chitarrista della storia della musica italiana.
Perché basta davvero sentire un riff per riconoscere la mano di Ghigo Renzulli senza possibilità di errore.