Venezia è famosa per moltissime cose: è la città sull’acqua; lo sfondo di uno dei Carnevali più attesi; è l’immagine a cui si fa riferimento ogni qual volta si deve descrivere un’altra città in cui canali e ponti sono protagonisti. È storia, commercio, internazionalità. È un passato che ancora fa sentire la propria eco ai nostri giorni.
Tuttavia, Venezia è anche acqua alta (e sì, so che per qualcuno può sembrare romantico essere nell’acqua fino alle caviglie, mente le luci di piazza San Marco si riflettono sulla superficie, ma fidatevi, la realtà è estremamente lontana da ciò, e molto più scomoda); è pali di legno che ogni anno sprofondano sempre un po’ più velocemente; è un ecosistema particolare e da tutelare; non è solo il luogo perfetto per foto mozzafiato, ma anche una città vera e viva.
E tutto ciò lo sa bene wetlands, la casa editrice che lo scorso mese ha iniziato le sue attività in laguna.
wetlands: il progetto editoriale eco-sostenibile che parla da Venezia di Venezia
wetlands è un progetto editoriale nato nel 2021 e che nell’aprile di quest’anno è diventato ufficialmente attivo. La particolarità di questa casa editrice è il suo legame con il territorio: non solo wetlands ha la sua sede principale a Venezia, ma l’intera filiera produttiva dei volumi avviene in laguna. Dalla produzione di carta eco-sostenibile, alla stampa, fino all’assemblaggio: tutto viene realizzato dalle sapienti mani di artigiani locali, in laboratori disseminati tra le calli.
Se questi sono i presupposti, non c’è da stupirsi che le opere che la casa editrice sceglierà di pubblicare saranno altrettanto inerenti a temi cari al capoluogo di regione veneto. Non solo saggi, ma anche narrativa, purché il messaggio trasmesso dagli autori – nazionali e internazionali; nomi noti e nuove entrate – riguardi Venezia, la sua storia, le sue problematiche, il rapporto e confronto che si può creare tra questa realtà e altre città in tutto il mondo, accomunate da un simile destino.
wetlands è la necessità e il desiderio di muoversi negli spazi di transizione, tra terra e acqua.
wetlands è l’incrocio di sguardi sulla vita e il futuro di Venezia e di tutti quei luoghi che ne condividono fragilità e potenzialità.
wetlands è qui, ma è anche altrove.
Sono tre le collane che l’impresa sociale no-profit ha per ora stabilito: Mude, in cui entreranno titoli di autori internazionali, in cui Venezia viene messa a confronto con altri luoghi e altre realtà del mondo; Fondamenta, ossia opere che pongono il proprio focus su Venezia, esplorandone la storia, l’arte, il presente e il futuro da prospettive inaspettate. Infine, Barene, un progetto di collaborazione con l’Università Ca’ Foscari, che racchiuderà volumi di Environmental Humanities.
Le prime pubblicazioni
I titoli che la casa editrice ha pubblicato per il momento sono tre, tutti usciti nel mese di maggio e tutti con cover dallo stile unico e immediatamente riconoscibile.
Si potrebbe dire che Contro Venezia di Régis Debray sia un pamphlet polemico, in cui l’autore fa un’acuta analisi della città così com’è oggi, paragonandola – in modo simbolico – a Napoli, una realtà che si trova al polo opposto, per arte, vita e cultura. In questa nuova edizione del volume, sono stati aggiunti una prefazione dell’autore e un testo di Gianni Montieri, che parla degli ulteriori cambiamenti avvenuti dalla prima uscita dell’opera (1995) a oggi.
Dittico idraulico. Venezia, Vajont e Il sorriso del salmone di Frank Westerman, che come la pubblicazione precedente si colloca nella collana Mude, è un volume che parla di dighe, italiane e francesi, e di come la loro presenza – o la loro demolizione – abbia influito non solo a livello sociale, ma anche naturale e culturale. L’idraulica diventa un mezzo per parlare di critica sociale.
Infine, l’ultima pubblicazione – per ora ovviamente – di wetlands è Il giocattolo del mondo. Venezia nell’epoca dell’iperturismo di Robert C. Davis, all’interno della collana Fondamenta. È un saggio, una ricerca e, contemporaneamente, un testo di critica: dopo vent’anni di analisi e osservazioni, l’autore parla di Venezia e del suo rapporto con il turismo, oggi così come in passato; descrive le tradizioni e usanze locali e le conseguenze del radicarsi dell’industria turistica in modo così veloce e profondo.