Mentre nel mondo si combatte per arginare una piaga, mi sembra giusto iniziare con una citazione prelevata da
Viaggio intorno alla mia camera
di Xavier de Maistre, edito in Italia da Mondadori, un po’ datato – 1997 – ma attualissimo.
Nessun ostacolo potrà fermarci; e, abbandonandoci gaiamente alla nostra immaginazione, la seguiremo ovunque le piacerà condurci
Un viaggio dove non si va da nessuna parte, anzi meglio, dove si rimane fermi ma si può volare dappertutto, si evade dalla prigione della propria vita ispezionando il proprio io, come se fosse un mondo.
Viaggio intorno alla mia camera è stato scritto tra il 1790 e il 1794 da Xavier de Maistre, fratello minore del più celebre Joseph, filosofo e diplomatico savoiardo. Quarantadue capitoli, uno al giorno, per riuscire a combattere l’isolamento, inflittogli in seguito ad un duello in cui si trovò coinvolto, e che gli è costato la “quarantena” nella sua abitazione, anzi nella sua camera, quadrata, che constava di 36 passi, poco più poco meno, in diagonale. Mi ricorda tanto altri passi… quelli che faceva Papillon, nella sua cella d’isolamento, per non impazzire. Ma questa è un’altra storia!
L’autore passa, con tono garbato e leggero, da un registro brillante a una più moderata malinconia senza mai lasciarsi travolgere da tumultuose emozioni estreme; gli è sufficiente a volte una sola parola “per rivelare tutta un’indagine psicologica, un tocco lieve di pennello per creare un personaggio,[…] una frase scherzosa per nascondere tutto un dramma umano”. Più che narrare, quindi, sembra discorrere tra sé con semplicità e ironia, arte raffinata che possiede la cifra di un’originalità singolare e ci accompagna lungo le pagine di quest’opera deliziosa.”
Strano come a volte i libri che leggiamo possano farci trovare un aggancio con la quotidianità. Anche in questo libro si parla di quarantena, un po’ diversa da quella che stiamo facendo noi, ma ti dà la dimensione di quanto l’isolamento possa essere “sfruttato” in modo da ricavarne quella serenità necessaria a non “impazzire”.
Seduto sulla sua poltrona come su una vettura di posta, Xavier de Maistre viaggia con la mente da un lato all’altro della propria camera, descrivendone gli arredi, alla cui vista zampillano ricordi, considerazioni e digressioni. Si percepiscono gli echi d’una sensibilità delicata, d’un temperamento portato al fantasticare, d’un carattere incline all’arte, alla riflessione, alla lettura; ma ciò che rende tuttora godibile lo scritto, nonostante qualche parte un po’ enfatica, è l’aura d’incredibile leggerezza da cui è pervaso.
Diverse sono le edizioni di Viaggio intorno alla mia camera succedutesi dalla prima stesura, qui per esempio una del 1940 e una francese
Facciate diverse ma la sostanza non cambia. Il suo è un vagabondare che non costa nulla, è comodo, non stancante, al riparo dagli imbroglioni e dai ladri. Usa ciò che ha a disposizione come un trampolino per una evasione, fittizia, verso quel paese fantastico che diverrà la terra della libertà e che al termine dell’isolamento gli farà scrivere:
“Oggi stesso, certe persone da cui dipendo hanno la pretesa di ridarmi la libertà: – come se me l’avessero tolta! Come se avessero potere di rubarmela un solo istante, e d’impedirmi di percorrere a mio piacimento il vasto spazio sempre aperto, dinanzi a me! – Mi hanno vietato una città, un punto; ma mi hanno lasciato l’universo intero; l’immensità e l’eternità sono ai miei ordini”
Bene, spero che tu possa trovare ciò che io ho riscoperto e ti invito a riflettere proprio su questo inciso, ne abbiamo bisogno in questo momento.
Buon lettura.