Giulio Ferrarese, studente di Bagno a Ripoli, vicino Firenze al terzo anno del liceo scientifico Gobetti-Volta è il creatore di Valenx, una nuova lingua artificiale, un idioma chiamato anche lingua dei libri.
Ma che cos’è esattamente?
Valenx: la nuova lingua dei libri
È molto interessante vedere come sono diverse le lingue e come si sviluppano anche sulla base della cultura di un popolo. La mia, che si chiama Valenx, cioè ‘lingua dei libri’, è nata per divertimento ed è pensata per essere una lingua molto razionale ma allo stesso tempo bella al suono, inserendo alcune vocali e consonanti di ispirazione esotica.
La nuova lingua Valenx contiene tremila parole ricche di ispirazione esotica nelle vocali e consonanti e l’ideatore Giulio Ferrarese ha proprio documentato questo linguaggio particolare nel suo libro intitolato Valenx, una nuova lingua che potrai trovare in vendita su Amazon e che contiene grammatica, fonologia e un vocabolario delle 3.000 parole di cui si compone il suo nuovo idioma.
Valenx è inoltre una lingua nominativo-accusativa, che fa uso di declinazioni e ha un sistema verbale agglutinante. In pratica è razionale ma allo stesso tempo bella al suono.
Ma come è nata questa creazione? Pur avendo il sogno di diventare un fisico teorico, Giulio ha da sempre avuto una grande passione per la linguistica e in particolare per la glossopoiesi.
La glossopoiesi: un’arte linguistica
La glossopoiesi è un termine che può essere interpretato in due modi diversi a seconda del contesto.
In campo medico, la glossopoiesi può riferirsi alla creazione di una protesi linguale, che è un dispositivo utilizzato per sostituire o aiutare la lingua nel caso in cui sia stata danneggiata o rimossa chirurgicamente.
In ambito linguistico, la glossopoiesi è un concetto che indica la creazione o l’evoluzione di una lingua. Si riferisce al processo attraverso il quale una nuova lingua viene sviluppata o una lingua esistente viene modificata nel tempo. Questo può includere l’elaborazione di nuovi vocaboli, regole grammaticali o strutture linguistiche da parte di una comunità di parlanti.
Altre lingue nel corso della storia
Sono molti i casi di glottoteti nella storia che hanno creato lingue complesse e articolate. Tra gli esempi più celebri abbiamo J.R.R. Tolkien, famoso autore de Il Signore degli Anelli e Lo Hobbit, che ha creato diverse lingue immaginarie per il suo mondo immaginario chiamato Arda. La lingua più sviluppata e conosciuta creata da Tolkien è l’elfico, che include due principali varianti: il Quenya e il Sindarin.
Il Quenya è la lingua degli Altro Elfi o Elfi degli Aman, mentre il Sindarin è la lingua degli Elfi Grigi o Elfi dei Boschi. Tolkien ha dedicato molto tempo e sforzo nello sviluppo di queste lingue immaginarie, creando vocabolari, grammatiche e persino poesie e canzoni scritte in elfico.
È importante notare che Tolkien non ha creato queste lingue con l’intenzione di renderle completamente funzionanti o parlate da persone nella vita reale, ma piuttosto come parte della sua narrazione e del mondo immaginario che ha creato.
Un altro esempio è quello di Ludwik Lejzer Zamenhof, l’oculista polacco e creatore dell’Esperanto.
L’esperanto è di fatto una lingua pianificata che nasce tra il 1872 e 1887 dallo pseudonimo di Doctor Esperanto utilizzato dal suo inventore. Il grande obiettivo del medico polacco è quello di far comunicare fra loro i popoli del mondo e favorire la pace.
L’obiettivo di Zamenhof infatti era creare una lingua ausiliaria internazionale che fosse facile da imparare e da usare per facilitare la comunicazione tra persone di diverse lingue madri.
L’Esperanto è stato progettato per essere neutrale e relativamente semplice da imparare, con una grammatica regolare e un lessico basato su radici comuni tra le lingue europee. L’idea era che le persone potessero imparare l’Esperanto come seconda lingua e usarla come mezzo di comunicazione internazionale, superando così le barriere linguistiche.
L’Esperanto ha una comunità di parlanti in tutto il mondo e viene utilizzato per scopi pratici come il turismo, le corrispondenze internazionali e gli incontri culturali. Sebbene l’Esperanto non sia diventato la lingua internazionale dominante come sperava Zamenhof, ha continuato a esistere come esempio di lingua pianificata e come strumento per promuovere la comprensione interculturale.
Conosciamo bene come funziona l’Esperanto, la più importante lingua pianificata ausiliaria internazionale: ed è già la 36esima lingua più usata nel mondo fra le 326 lingue di Wikipedia.
Una nuova lingua internazionale? Bene!
Ma, come possiamo valutarla se nessuno ancora ci ha spiegato come funziona e perchè sarebbe migliore dell’Esperanto!
Sono migliaia le lingue ausiliaria inventate nel tempo, gran parte sono sparite… e un detto popolare a ragione dice Non lasciare la strada vecchia per quella nuova: si sa quel che si lascia, non si sa quel che si trova.