Una bugia perfettadi Clare Boyd, per le edizioni Newton Compton, classificato come thriller, è in realtà un thriller atipico, lo definirei più un romanzo-realista che si trasforma in thriller sul finale. Le bugie o meglio, le diverse decodificazioni della realtà, giocano un ruolo principale: i fatti, intorno ai quali ruota la storia raccontata, assumono tante facce, a seconda di come vengono interpretati. Potrebbe definirsi una storia di ispirazione pirandelliana e in effetti un po’ lo sembra: le bugie, la realtà che presenta aspetti diversi, l’analisi psicologica dei personaggi, il finale che l’autrice lascia aperto e che assume profili inquietanti… Tutte caratteristiche che richiamano alla mente, seppur da lontano, le opere dell’autore siciliano o almeno così è sembrato a me.
In effetti, però, Una bugia perfetta è un’opera giostrata su due filoni principali che l’autrice sviluppa creando collegamenti e infarcendo il tutto di una sottile ma neanche troppo, suspance psicologica che rende godibile il libro e spinge il lettore a continuare la lettura per vedere cosa succede.
I due personaggi principali, fra loro antagoniste, Gemma e Mira, vicine di casa con vite diverse ma costruite su menzogne più o meno consapevoli che, alla fine, si ritorceranno contro loro stesse. La prima, moglie-madre-lavoratrice in carriera, perfettina, precisa, efficiente, con una vita da giornale patinato, ma in realtà fortemente stressata dal carico delle incombenze che una donna lavoratrice con figli piccoli si trascina appresso, mente a se stessa organizzandosi un’esistenza sulla base di un modello dallo standard alto che, in realtà, finisce per ingabbiarla in una rete che non le consente la serenità e la lucidità necessarie per affrontare un rapporto tranquillo con la figlia Rosie, una pre-adolescente dal caratterino “piuttosto tosto”.
Tutto quello che avevo cercato di costruire – i bambini perfetti, la famiglia perfetta, la casa perfetta, l’equilibrio perfetto tra vita privata e lavoro – sarebbe potuto andare in frantumi…
La seconda protagonista-antagonista, Mira, vittima di un passato doloroso, è un’assistente didattica, vive con il marito Barry e non ha figli o almeno così sembra fino ad una buona parte della storia. Le continue urla provenienti dalla casa dei suoi vicini, la mettono in allarme fino ad indurla a denunciare Gemma per maltrattamenti alla figlia. In effetti ed ecco qui l’introspezione psicologica che striscia in tutto il romanzo, questi episodi vengono ingigantiti dalla sua immaginazione, fino a farle operare un vero e proprio transfert psicologico. Mira, identifica la se stessa bambina, non amata e maltrattata, con Rosie, riportando in superficie ricordi dolorosi, sopiti nella profondità della sua psiche.
Cosa aveva visto? Il senso di colpa negli occhi di Gemma. La paura in quelli di Rosie. La mente la stava ingannando, trascinandola dove lei non voleva andare. Cosa stava riaffiorando dalla sua memoria? Qualsiasi cosa fosse, voleva ricacciarla indietro, ma non ne era capace.
Il filo invisibile che unisce le due protagoniste, malgrado scelte, vita e passato differenti, è costituito dal senso di inadeguatezza che ad un certo punto coinvolge entrambe per motivi diversi, ma che le porta ad affrontare tutti quegli aspetti dolorosi che hanno nascosto accuratamente, cercando di dimenticare. Il passato, però, torna sempre, specie se è irrisolto.
Una bugia perfettaè un libro sicuramente ben scritto: stile e trama trascinano il lettore, pagina dopo pagina, coinvolgendolo. Le tipicità del testo thriller, ritmo incalzante, tensione psicologica (sopratutto verso il finale), colpi di scena ne rendono la lettura piacevole e veloce. Lo stile di scrittura di Clare Boyd con la buona traduzione di Enrico Bucci e Daph Mereu e la capacità dell’autrice di delineare con pochi tratti i personaggi e i luoghi attraverso una narrazione che alterna l’io narrante e l’io protagonista, permettono di entrare nella scena del racconto e di vivere le emozioni dei personaggi. Il finale, invece risulta accelerato e poco chiaro, rispetto al resto della storia e, forse, volutamente lasciato in sospeso.
Una lettura estremamente avvincente e disturbante. Clare Boyd è un’autrice di cui sentiremo parlare. Brividi, tensione e tante emozioni. Uno dei migliori thriller psicologici che abbia mai letto. Colpisce al cuore e toglie il fiato.
Clare Boyd
Vive con il marito e le due figlie nel Surrey, vicino Londra, dove trae ispirazione dal verde del suo giardino per scrivere. Ha lavorato per anni come modella e ha viaggiato in tutto il mondo, prima di dedicarsi alla carriera televisiva, partecipando a documentari e serie TV. È così che ha scoperto la passione di raccontare storie.