Caro iCrewer eccomi qui, al pc, mentre cerco di trovare l’avvio per parlarti del nuovo libro che ho finito di leggere e fare la mia recensione.
Un normale giorno di paura
Lo farò cominciando dalla fine… dalle parole di ringraziamento dell’autore: “E grazie a te, per aver comprato e (spero) apprezzato questo libro. Molti tendono a dimenticare che le persone più importanti e preziose per la carriera di uno scrittore sono i lettori, ma io sono ben consapevole che se non fosse per te non starei neanche digitando queste ultime parole”.
Chi scrive così è Adam Croft: scrittore inglese, principalmente di thriller.
è stato definito dal «Guardian» uno dei libri più interessanti dell’anno.
Certo la trama sembra assomigliare ad altre dello stesso tenore, ma l’autore è riuscito a creare la giusta tensione che ti invoglia a leggere velocemente spinto dalla curiosità di ciò che sta per accadere e, pur non essendo facile sviluppare un racconto dove compaiono bambini e si parla di rapimenti e uccisioni, l’intreccio risulta ben costruito e la dovizia di particolari riesce a non rendere scontato né banale il racconto.
Quando due persone decidono di dare vita a una stabile relazione di coppia, normalmente lo fanno perchè razionalmente pensano di avere accanto una persona che merita il proprio interesse e le proprie attenzioni, e l’ultimo dei pensieri che potrebbe venire ai due partners è quello di dover affrontare un giorno una crisi o una separazione. Se poi esistono segreti e incomprensioni per i quali non è sufficiente il dialogo, la nascita di un figlio può comportare ulteriore scompiglio.
Un normale giorno di paura inizia proprio dalla coppia, Nick e Tasha, con la piccola Ellie; apparentemente normali genitori che si destreggiano per riuscire a portare avanti l’organizzazione quotidiana, dove, il più delle volte, le necessità del singolo sembrano andare in contrasto con i bisogni della famiglia.
L’azione si svolge attraverso la narrazione effettuata dai due protagonisti, alternando gli eventi e raccontando gli stessi dal loro punto di vista.
Lei è Tasha, la mamma, donna in carriera, con un chiodo fisso: un lavoro prestigioso. Il marito, Nick, scrittore, si sente inadeguato e sofferente per il ruolo di padre casalingo e, gioco forza, deve assumerlo, perchè lavorando da casa è obbligato ad occuparsi della piccola Ellie che ha 5 anni. Da premettere che l’arrivo della bimba è stato un avvenimento “eccezionale”, nel senso che i due giovani avevano perso le speranze di poter procreare, pur avendo provato di tutto, anche l’inseminazione artificiale.
Quanti di noi pensano di essersi trovati nella medesima situazione?
Noi donne, forti dell’emancipazione, siamo state, o siamo, delle madri assenti per il lavoro, ma conserviamo la pretesa di imporre regole precise e indiscutibili, per scontrarci poi con la personalità del nostro compagno e quindi difficilmente conciliabili, portando il rapporto alla crisi perchè gli interessi viaggiano verso direzioni opposte. Proprio come i due genitori del racconto.
Ritorniamo alla nostra trama: la crisi, latente nella coppia, ha la sua impennata con la “scomparsa” della bambina, che aumenterà il solco scavato nella ricerca dei differenti obiettivi. Verranno messe a nudo le recriminazioni sui fatti avvenuti, portando i protagonisti a continuare il loro viaggio solitario alla ricerca delle motivazioni, a commettere gli stessi errori di chi agisce sotto pressione e viene posto di fronte alla decisione che nessuno vorrebbe mai dover prendere: la scelta di perdere per sempre la figlia se non uccide la propria moglie!
Il messaggio che ne ho ricavato è sempre lo stesso: la mancanza di dialogo nella coppia, i sensi di colpa, la sensazione di fallimento, la mancanza di equilibrio e di prospettiva, tutti elementi che concorrono alla crisi; perchè quando c’è una crisi significa che è venuto il momento del giudizio, delle scelte, del cambiamento; tutto quello che c’era prima ora non può più esistere, a meno che non venga trasformato, adattato alle nuove esigenze di realtà.
Riusciranno i nostri “eroi” a riconciliarsi? Riusciranno a ritrovare la loro amata Ellie? E, soprattutto, eviterà Nick di piegarsi al bieco ricatto di chi avrebbe rapito la bimba?
Ti consiglio di leggere il romanzo caro iCrewer perchè non rimarrai deluso, c’è un po’ di tutto, contesto sociale attuale, tecnologia, anche il Deep Web e, non credere che il finale sia scontato… tutt’altro!