Un moderno lieto fine dell’autrice Martina Tognon è un libro che, pur essendo autoconclusivo, segue le vicende del suo predecessore Una complicata favola moderna anche questo autoconclusivo.
Ebbene, chi non avesse letto Una complicata favola moderna anche apprestandosi a leggere Un moderno lieto fine riesce a cogliere i fatti, non si trova colto alla sprovvista, ci si riesce bene ad orientare e ad agguantare le avventure dei nostri Alexandra, Paul & Company.
Questo, nemmeno a dirlo, sta alla bravura dell’autrice che ha saputo spiegarci bene tutti gli eventi di modo da far raccapezzare chiunque si trovi a leggere questo secondo libro senza aver letto il primo.
Sebbene possano essere letti separatamente, personalmente consiglio caldamente di leggerli entrambi: ti regalano la completezza degli eventi, ti donano una visione di insieme impareggiabile e infine perché sono delle storie che ti restano dentro. Entrambe.
Un moderno lieto fine: la cover che ti parla
Se osserviamo la copertina noteremo due uomini che sulle spalle portano ciascuno un bambino: l’uomo più basso una deliziosa femminuccia, l’uomo leggermente più alto un maschietto. I quattro sorridono e trasudano felicità nonché serenità. Questa cover ti dice molto, ma solo leggendo la storia ne capirai il significato della quale ne è pregna.
Il libro si compone di ventitré capitoli, ciascuno, com’è nello stile dell’autrice, presenta un titolo che ti introduce, ognuno di loro ha una lunghezza che differisce l’uno dall’altro. Inizialmente troveremo una dedica dell’autrice rivolta agli amici: profonda e veritiera.
Il linguaggio è pulito ed impreziosito da termini ricercati, per nulla scontati, il ritmo è avvolgente, leggi senza renderti conto che le pagine scorrono leggere e ti conducono all’interno della storia.
La narrazione vede la terza persona, però ti regala il punto di vista di ciascun personaggio permettendoti di capire cosa in quel momento questo stia pensando. Sono presenti anche delle digressioni che ti narrano fatti avvenuti in precedenza o che comunque trattano di episodi accaduti in Una complicata favola moderna e che quindi ti vengono in questa sede spiegati.
Un moderno lieto fine: perché la famiglia, come gli amici, sono coloro che tu decidano debbano far parte della tua vita
Come detto in precedenza, non sempre i legami di sangue sono quelli che contano, non sempre i vincoli di parentela sono quelli che ti permettono di stare bene, spesso sei tu a scegliere le persone che senti destinate a far parte della tua famiglia, quelle persone a cui senti di poter mettere in mano l’intera tua esistenza, insomma tutte quelle persone che sai che saranno sempre pronte lì a sostenerti, nel bene o nel male, come in un matrimonio: nella buona e nella cattiva sorte.
Un moderno lieto fine vede la presenza di numerosi personaggi, saresti portato a pensare che un numero talmente elevato di persone non può che generare confusione, oppure che essendo in tanti qualcuno di loro sia stato trascurato, non ben disegnato ma solo sfumato e che quindi resti incompleto. In realtà non è così, assolutamente. Qui, ciascun personaggio non solo è stato ben raffigurato ma anche i contorni sono ben marcati, ognuno di loro assume una identità e un ruolo ben preciso, con proprie caratteristiche imprescindibili: il fatto che siano in tanti rende il tutto solo più ricco, colorito e caloroso, ecco la sensazione è quella di calore ed unione.
Personaggi buoni e personaggi cattivi si avvicendano, com’è naturale che sia, impari ad amare quelli buoni, a non tollerare quelli cattivi, ad esultare per quelli buoni, a gongolare quando le cose non si mettono bene per quelli cattivi.
Il mio personaggio preferito in Una complicata favola moderna era Albert e benché abbia mantenuto questa predilezione, in realtà li ho veramente apprezzati tutti, ma proprio tutti, perché ciascuno di loro è in grado di darti qualcosa di diverso dall’altro, ognuno di loro emana un’aura differente che te lo fa ammirare.
«Questa volta non mi farò distruggere la vita. I nostri figli non si toccano. Chiamiamo a raccolta la famiglia!»
Alexandra j. avrà sempre un posto di riguardo nel mio cuore, una bambina cresciuta troppo in fretta, una piccola donna che ha già assaporato quanto la vita possa essere amara, alle volte, ma questa forza piccola della natura ha anche capito che per fortuna spesso le cose sono destinate a cambiare – in meglio – e che puoi sempre imparare a sorridere e ad essere felice.
Un ruolo di riguardo, in questa nuova storia, l’ha avuta Mark uomo chiuso in se stesso e nei suoi personali conflitti e demoni interiori che dovrà cercare di metabolizzare per potere andare avanti: ci riuscirà? Faremo inoltre la conoscenza di una deliziosa e caliente ragazza messicana: Lucia, che in quanto a pesi e fardelli del passato che si porta appresso, potrà certamente concorrere con Mark.
«Il ricordo del profumo e del sapore di quel bacio gli esplose nel cervello insieme a una domanda pressante e senza reale risposta. Che cosa ho fatto?»
Sono rimasta piacevolmente colpita da un personaggio che nella fase precedente aveva avuto sì un ruolo predominante nella vicenda, ma era rimasto in una sorta di zona d’ombra, qui, invece, lo vediamo in tutta la sua autorevolezza di legge: ti sto parlando del giudice Mayweather meglio noto come May – I. Proprio per la mia predisposizione alla giustizia devo essere sincera: mi sono totalmente calata nei suoi panni, ho sinceramente pensato che ogni giudice qualora si trovi ad affrontare situazioni di una certa delicatezza dovrebbe agire e decidere proprio come lui.
A persone come lui va tutto il mio apprezzamento, e di conseguenza a Martina per avercelo fatto conoscere.
«C’era chi dissentiva, come logico, in fondo le sue sentenze non facevano tutti felici. Lui soprassedeva, gli unici che dovevano essere al massimo della gioia erano i bambini, lui era lì per proteggerli e farli crescere in un ambiente sano, che fosse il migliore possibile per loro. Ne erano passati genitori indegni in quell’ufficio. Fin troppi. Avrebbe preferito vivere in un mondo migliore, ma fino a che quell’utopia non si fosse realizzata e fino a che Dio lo avrebbe lasciato in vita, ci avrebbe pensato lui.»
In Un moderno lieto fine, inoltre, vengono rimarcati argomenti che, nostro malgrado, ancora oggi, suscitano reazioni, per così dire, bigotte da parte di tutte quelle persone che non comprendono che l’amore non conosce differenze di sesso, età o religione, che ognuno di noi è libero di manifestarsi nel proprio essere, di liberare il proprio Io senza necessariamente doversi sentire puntare il dito contro – e non solo -.