Mentre i Mondiali di calcio nel Qatar avanzano, nella serata di lunedì 28 novembre arriva la notizia non preventivata ma inevitabile, come un fulmine a ciel sereno: il terremoto Juve.
Andrea Agnelli, ormai ex presidente della società bianconera, e tutto il Cda si dimettono dalla gestione del club. Agnelli ha deciso di spiegare le ragioni in una lettera rivolta ai suoi dipendenti ricordando le scelte avventate e coraggiose, i traguardi raggiunti, le mancate vittorie e la mancata coesione del vertice bianconero che ha ceduto terreno e forza riguardo all’indagine Prisma della Guardia di Finanza di Torino che indaga sui conti in rosso della Juve dal 2018 al 2021, la questione plusvalenze e le ispezioni della Consob.
Terremoto Juve: i saluti di Andrea Agnelli
Ecco il saluto d’addio:
Cari tutti,
Giocare per la Juventus, lavorare per la Juventus; un unico obiettivo: Vincere.
Chi ha il privilegio di indossare la maglia bianconera lo sa. Chi lavora in squadra sa che il lavoro duro batte il talento se il talento non lavora duro. La Juventus è una delle più grandi società al mondo e chi vi lavora o gioca sa che il risultato è figlio del lavoro di tutta la squadra.
Siamo abituati per storia e DNA a vincere. Dal 2010 abbiamo onorato la nostra storia raggiungendo risultati straordinari: lo Stadium, 9 scudetti maschili consecutivi, i primi in Italia ad aver una serie Netflix e Amazon Prime, il J|Medical, 5 scudetti femminili consecutivi a partire dal giorno zero. E ancora, il deal con Volkswagen (pochi lo sanno), le finali di Berlino e Cardiff (i nostri grandi rimpianti), l’accordo con adidas, la Coppa Italia Next Gen, la prima società a rappresentare i club in seno al Comitato Esecutivo UEFA, il J|Museum e tanto altro.
Ore, giorni, notti, mesi e stagioni con l’obiettivo di migliorare sempre in vista di alcuni istanti determinanti. Ognuno di noi sa richiamare alla mente l’attimo prima di scendere in campo: esci dallo spogliatoio e giri a destra, una ventina di scalini in discesa con una grata in mezzo, un’altra decina di scalini in salita e ci sei: “el miedo escénico” e in quell’attimo quando sai di avere tutta la squadra con te l’impossibile diventa fattibile. Bernabeu, Old Trafford, Allianz Arena, Westfallen Stadium, San Siro, Geōrgios Karaiskakīs, Celtic Park, Camp Nou: ovunque siamo stati quando la squadra era compatta non temevamo nessuno.
Quando la squadra non è compatta si presta il fianco agli avversari e questo può essere fatale. In quel momento bisogna avere la lucidità e contenere i danni: stiamo affrontando un momento delicato societariamente e la compattezza è venuta meno. Meglio lasciare tutti insieme dando la possibilità ad una nuova formazione di ribaltare quella partita.
La nostra consapevolezza sarà la loro sfida: essere all’altezza della storia della Juventus.
Io continuerò a immaginare e a lavorare per un calcio migliore, confortato da una frase di Friedrich Nietzsche: “And those who were seen dancing were thought to be insane by those who could not hear the music”.
Ricordate, ci riconosceremo ovunque con uno sguardo: Siamo la gente della Juve!
Fino alla fine…
Juventus: da Antonio Conte al grande salto con Cristiano Ronaldo
Chi vive a Torino e vive l’Allianz Stadium lo sa e lo percepisce: la Juventus in questi 12 anni di presidenza Agnelli ha vinto, tanto, ha brillato come nessun’altra squadra in Italia e ha puntato in alto fino a cedere terreno e cadere vorticosamente.
L’ex presidente approda il 19 maggio 2010 nel club bianconero all’età di 46 anni e segna un’epoca storica per la Vecchia Signora. Ha portato la società bianconera nella sua nuova casa, lo Stadium, inaugurato nel 2011, e ha condotto la Juve alla conquista di 9 scudetti consecutivi tra il 2012 e il 2020. Nello stesso periodo, sono arrivate anche 5 Coppe Italia.
Al figlio del dottor Umberto rimane legato il periodo più vincente nella storia del club, che per 2 volte è arrivato a giocare la finale di Champions League. Possiamo tranquillamente affermare che i bianconeri vivono due vere e proprie fasi di gestione squadra: una dal 2010 al 2018 e l’altra dal 2018 ad oggi. Un cambio di direzione e di filosofia per cercare di inseguire quello che lo stesso Agnelli, nella sua lettera di addio, ha indicato come il grande rammarico: la vittoria in Europa.
Nell’estate del 2018 la Juventus vuole fare un salto in avanti. Spingere per aumentare ricavi, vincere in Europa e consolidarsi come brand internazionale. Ed arriva Cristiano Ronaldo, ma poco dopo purtroppo arriverà anche il Covid: questi due eventi fanno crollare inevitabilmente i conti della società.
L’indagine Prisma e la giustizia penale e sportiva
La Juventus parte da un fatturato di 192 milioni di euro nell’anno del primo scudetto di Conte fino ad arrivare a sfondare il muro dei 400. Una crescita importantissima. E nel primo anno di CR7 il fatturato sale a 463 milioni. Un aumento del 240% che permette alla Juventus di rimanere nel gotha del calcio europeo.
L’arrivo del campione portoghese però cozza con lo scoppio della pandemia, come abbiamo citato prima, e infatti tra il 2019 e il 2021 ( secondo il club bianconero) si sarebbero registrate perdite per 337 milioni di euro, mentre secondo la Procura di Torino, che guida l’indagine Prisma per setacciare i conti della Juventus, nello stesso arco temporale le perdite ammonterebbero a 542 milioni: tra le due versioni c’è una differenza di 205 milioni.
Secondo la giustizia penale, i reati della società sarebbero parecchi: reato di falso in bilancio, manipolazione del mercato, ostacolo all’esercizio delle funzioni delle autorità di vigilanza e frode mediante uso di fatture inesistenti. La giustizia sportiva seguerà un altro tipo di percorso: le possibili sanzioni vanno dalla multa all’inibizione dei dirigenti, fino ai punti di penalizzazione. Solo se venisse provata la falsificazione dei documenti contabili al fine di ottenere l’iscrizione al campionato la pena massima sarebbe l’esclusione dal torneo o la retrocessione. Quale sarà ora il futuro della gestione bianconera?
Terremoto Juve: Gianluca Ferrero alla presidenza
Exor, l’holding di John Elkann, ha designato Gianluca Ferrero come successore di Andrea Agnelli alla presidenza della Juventus. Uomo di fiducia di Elkann, il nuovo presidente della Juventus per la sua solida esperienza e perché in possesso delle competenze tecniche necessarie che lo rendono la persona più adeguata a ricoprire il ruolo, oltre a una genuina passione per il club bianconero nel guidare la società fuori dalla tempesta dell’inchiesta giudiziaria, riportando nel contempo ordine nei conti dopo 5 bilanci consecutivi in rosso.
Il primo appuntamento importante è l’assemblea dei soci in programma il 18 gennaio 2023, in cui per la prima volta presenzierà al posto di Andrea Agnelli. Nel frattempo Allegri sarà “super manager” dell’area sportiva, che gestirà insieme a Cherubini.