L’articolo di oggi è nato un po’ al contrario: invece di decidere un argomento principale, e poi ricercare qualche consiglio di lettura, questo Libri dalla Storia è partito dal romanzo, che ha dettato legge sul periodo storico. E di che arco temporale si tratterà mai? Udite udite: del Giappone di periodo Edo.
Ora, so che detta così non vuol dire praticamente nulla, ma prometto che alla fine capirai anche il motivo di questa denominazione. Comunque, il tutto nasce dalla mia curiosità per il primo volume della tetralogia storica di Camille Monceaux, Le cronache dell’acero e del ciliegio. La maschera di No, edita da L’ippocampo, e quindi mi ho pensato di iniziare da un breve escursus storico (vista anche la natura di questa rubrica), e poi presentarti il libro in questione (che molto probabilmente finirà a breve nella mia libreria, ma non dirlo a nessuno eh).
Periodo Edo o Tokugawa. Insomma, il Giappone a partire dal XVII secolo
Hai presente il metodo con cui suddividiamo i periodi della storia occidentale? Età antica, Medioevo, Rinascimento, Risorgimento e via dicendo? Ecco, per la storia giapponese funziona all’incirca allo stesso modo. I nomi dei primi tre periodi – Jomon, Yayoi e Kofun – sottolineano delle caratteristiche tipiche di quegli anni, come particolari decorazioni su terracotta o metodi di sepoltura. Poi tocca a epoche che si chiamano come la capitale imperiale di quel momento: l’epoca Nara e quella Heian (in cui l’imperatore risiedeva nell’odierna Kyoto).
Quando il governo militare (bakufu) ha di fatto spodestato l’imperatore (che però rimase al potere sulla carta) e i suoi consiglieri – dal 1180 al 1600 – c’è un nuovo periodo più o meno in corrispondenza del cambio della dinastia di shogun (il capo militare). Dal 1868 ad oggi, a decidere il nome dell’epoca è il nuovo imperatore, una volta asceso al trono, e quindi troviamo l’epoca Meiji, Taisho, Showa, Heisei e Reiwa (quella attuale).
E il periodo Edo dove sta? Noto anche con il nome di periodo Tokugawa – dal cognome dello shogun – è quella fascia temporare che va dal 1600 al 1868. Furono anni di – relativa – pace (e come l’hanno chiamata gli storici? Ovviamente pax Tokugawa), in cui il potere venne pian piano portato di nuovo nelle mani del governo militare (per un bel po’ di tempo, ogni provincia aveva fatto da sè e per sè).
Uno degli stratagemmi con cui lo shogun Tokugawa teneva sotto controllo i vari governatori di provincia era il sistema della doppia residenza: a periodi alterini, il governatore doveva obbligatoriamente risiedere a Edo, e quando doveva tornare nelle sue terre, per questioni di amministrazione, nella capitale doveva andarci la sua famiglia (un po’ come il Re Sole, che invitava caldamente i nobili a risiedere a Versailles).
Questa enorme concentrazione di ricchezze, tutte nella stessa città, ha fatto sì che Edo divenisse un grande centro di commercio e artigianato (non vorrai che si presentassero a ricevimento con abiti consunti, no?). E insieme ai settori della manifattura, fiorirono anche quelli legati allo svago e alla cultura: le sale da tè, il teatro kabuki, i quartieri di piacere, insomma, tutti quei luoghi in cui gli edocchi (i cittadini di Edo) potevano rilassarsi un po’.
Il periodo Edo, infatti, fu anche regole ferre, un bilancio statale che invitava caldamente alla frugalità e pochissimi contatti con l’estero, tutti controllati a livello centrale. Insomma, anni ricchi di contraddizioni e, per questo, estremamente interessanti.
Le cronanche dell’acero e del ciliegio. La maschera di no di Camille Monceaux
Per parlare di Giappone del periodo Edo senza sfinirsi o cedere all’atmosfera soporifera che a volte accompagna la storia, ho pensato a un’alternativa (o meglio, ho colto al volo il suggerimento di lettura di una delle librarie di quella che ormai è diventata la mia libreria di fiducia): Le cronache dell’acero e del ciliegio. La maschera di no di Camille Monceaux.
Si tratta del primo volume di una tetralogia, il cui secondo numero, La spada dei Sanada, sarà pubblicato da L’ippocampo in autunno.
Le cronache dell’acero e del ciliegio formano una tetralogia ambientata nel Giappone del XVII secolo. Seguiamo due eroi, Ichirō, giovane samurai dal favoloso destino, e la misteriosa Hiinahime, una sconosciuta che si nasconde dietro una maschera nō.
Nei primi due volumi l’io narrante è Ichirō, negli altri due toccherà all’eroina Hiinahime raccontare la vicenda. Il primo tomo, intitolato “La maschera di No”, ripercorre la vita di Ichirō dall’infanzia all’adolescenza. Abbandonato, Ichirō viene cresciuto come un figlio da un ignoto samurai che gli insegna la via della spada. Il ragazzo vivrà un’esistenza solitaria tra le montagne, nel cuore di una natura selvaggia e al ritmo delle stagioni, tra momenti di beatitudine e spensieratezza e un apprendistato che richiede costanza e coraggio.
Ma in una tragica notte, la vita di Ichirō viene sconvolta dall’attacco di loschi samurai. Il destino lo porterà allora a Edo (l’antica Tokyo), dove inizierà a esibirsi nei teatri kabuki; lì stringerà le prime amicizie e incontrerà Hiinahime, la sconosciuta con la maschera Nō.
Il secondo tomo della tetralogia, La spada dei Sanada, sarà pubblicato ad ottobre.