Lo scorso 26 luglio si sono aperte a Parigi le celebrazioni per la XXXIII edizione delle Olimpiadi, più semplicemente noti come Olimpiadi Parigi 2024. Ad oggi questa è sicuramente la competizione più grande e complessa al mondo che riunisce tutti i paesi del mondo sotto la comune bandiera dello sport.
Eppure, come suggerisce il nome stesso, l’evento è ben più antico di quanto si possa immaginare! Esso affonda infatti le proprie radici all’interno del mito e della storia greca!
Scopriamo insieme qualche curiosità al riguardo.
La nascita delle Olimpiadi
La prima Olimpiade si celebrò in Grecia nel 776 a.C. nella città di Olimpia che diede il nome alla manifestazione. Le leggende e i miti relativi alla fondazione dei giochi olimpici sono tantissimi.
Alcune versioni attribuiscono l’istituzione delle Olimpiadi ad Eracle che volle ringraziare Zeus per aver ultimato, proprio ad Olimpia, la quinta delle sue dodici fatiche. Lo storico Pausania, invece, racconta un altro mito. Il Titano Rea, madre di Zeus, dopo aver sottratto il figlioletto alle ire del padre Crono che voleva divorarlo, l’aveva affidato ai Dattili, cinque fratelli nati dalle dita della stessa Rea. Per intrattenere il piccolo Zeus, i cinque fratelli si cimentarono in diverse gare sportive e il vincitore ricevette dal futuro re degli dei una corona d’ulivo, simbolo di pace ma anche di vittoria.
Poco si sa, invece, circa le sue origini storiche. Già i Micenei, un antico popolo antenato dei Greci, erano soliti organizzare delle manifestazioni cultuali di grande importanza che riunivano tutta la popolazione per assistere a gare sportive di pugilato, lotta e anche le famose tauromachie (battaglie con i tori). Nei poemi omerici, invece, è possibile leggere dei giochi funebri organizzati da Achille per commemorare la memoria dell’amico Patroclo, ucciso da Ettore nella Guerra di Troia. È in base a queste testimonianze che molti storici ritengono che i giochi greci fossero nati sul modello di antiche usanze religiose e funerarie in uso tra le popolazioni che hanno preceduto i Greci.
Inizialmente le Olimpiadi greche, celebrate rigorosamente ad Olimpia in onore di Zeus ogni quattro anni, erano costituite da una semplice gara di corsa. A questa se ne aggiunsero pian piano altre come il pugilato, il pentathlon (un insieme di cinque gare come salto in lungo, corsa, lancio del disco, del giavellotto e lotta) e anche le corse sui carri.
L’importanza di questi giochi crebbe a tal punto che furono coinvolte tutte le città greche e venne anche istituita una tregua sacra che imponeva la sospensione di ogni conflitto per dare la possibilità a tutti i cittadini greci di dirigersi ad Olimpia e assistere e partecipare all’evento. La partecipazione era aperta a tutti i greci (anche i coloni dell’Asia o della Magna Grecia) ma non a schiavi, criminali o alle donne a cui era interdetto l’ingresso negli stadi.
Ad infrangere questo divieto fu Callipatera, aristocratica di una delle più influenti famiglie di Rodi e della Grecia. Dopo la morte del marito, la donna aveva curato l’allenamento del figlio per la sua partecipazione alle Olimpiadi. Per guadagnarsi l’ingresso allo stadio come sua allenatrice si travestì da uomo ma, quando il figlio riportò una vittoria, si lanciò contro il figlio ma per la gioia i suoi vestiti rimasero impigliati e svelò a tutti la sua vera identità. Callipatera, però, sfuggì alla punizione in quanto moglie di uno degli uomini più famosi e apprezzati dell’epoca.
La fine delle Olimpiadi greche e la rinascita moderna
L’importanza delle Olimpiadi era tale che esse vennero adottate, dal III secolo a.C. in poi, come sistema ufficiale del computo degli anni. Ma in seguito la loro fama cominciò a scemare anche a causa dei numerosi episodi di corruzione e ai problemi relativi alla sicurezza in periodi particolarmente turbolenti di guerre e conflitti.
Inizialmente, l’arrivo dei Romani in Grecia diffuse la fama dei giochi anche in Occidente. Si dice che lo stesso Nerone organizzò a Roma delle Olimpiade, aperte non solo ad atleti romani e greci, ma anche a fenici, galli e germani e vi prese parte persino lui stesso! Ma l’avvento del cristianesimo ne sancì la scomparsa. Le Olimpiadi rimanevano delle competizioni pagane, legate al culto di Zeus, che non erano tollerate dalla nuova religione dell’Impero. Dopo essere state criticate aspramente da molti autori cristiani, l’imperatore Teodosio, su consiglio del vescovo Ambrogio, soppresse ufficialmente le Olimpiadi nel 393 d.C.
Da quel momento in poi, le Olimpiade si persero nell’oblio. A restaurarne lo spirito fu Pierre de Coubertin, un barone francese amareggiato dalla sconfitta della Francia nella guerra franco-prussiana. Per poter incentivare l’allenamento fisico dei suoi contemporanei e per promuovere uno spirito di pace tra i paesi così da evitare nuove guerre, il barone propose la riapertura delle Olimpiadi che si tennero per la prima volta nel 1896.
La prima edizione dei Giochi Olimpici moderni si tenne ad Atene e vide la partecipazione di 14 nazioni e 241 atleti, che gareggiarono in 43 eventi. Rispetto agli antichi giochi, le Olimpiadi moderne hanno visto una notevole espansione sia in termini di numero di discipline che di partecipazione internazionale. Oggi, oltre 200 nazioni competono in più di 300 eventi.
A Pierre de Coubertin si deve anche l’invenzione di molti dei simboli più rappresentativi delle Olimpiadi. Tra questi c’è sicuramente la bandiera olimpica costituita da cinque cerchi di colori diversi intrecciati tra loro su fondo bianco. Secondo le parole dello stesso de Coubertin «rappresenta i cinque continenti abitati del mondo, uniti dall’Olimpismo; inoltre i cinque colori sono quelli che appaiono fino ad ora in tutte le bandiere nazionali».
L’eredità delle Olimpiadi è un mosaico di storie straordinarie, di atleti leggendari e di momenti storici che ci ricordano il potere dello sport come strumento di unione e progresso. Mentre guardiamo al futuro, possiamo solo immaginare quali nuove meraviglie ci riserveranno le prossime edizioni dei Giochi, mantenendo sempre viva la fiamma olimpica che ha illuminato il cammino dell’umanità per oltre due millenni.