È palermitana, classe 1985, Stefania Spanò autrice di Il mistero di Palazzo Chiaramonte, suo primo romanzo pubblicato nel dicembre 2019 da Argento vivo edizioni. Della sua città, anche se l’autrice vive attualmente a Padova per motivi di lavoro, conserva vivo il ricordo e il senso di appartenenza e non potrebbe essere altrimenti.
Su Palermo non potevano esserci dubbi: è femmina. Una puttana che aveva aperto le gambe a troppi amanti. Attraverso le acque del Mediterraneo, conquistatori di ogni razza erano entrati nel suo ventre profondo, godendo di lei, delle sue bellezze, dei suoi tesori.
Alcuni avevano cercato di rubarle l’anima rendendo di poterla domare, ma lei, da vera femmina, a quel punto si era sempre negata, ricacciando gli invasori in quel mare da cui erano venuti. Femmina… cedevole e invitante, superba e insondabile.
La descrizione appassionata e passionale che Stefania Spanò dà di Palermo, già nelle primissime pagine di Il mistero di Palazzo Chiaramonte, è indicativa non solo del legame indissolubile che la lega ad essa, ma lo è altrettanto del contenuto del libro che racconta di un mistero relativo ad uno dei tanti palazzi storici del capoluogo siciliano.
Il Palazzo Chiaramonte, detto anche Steri, attorno al quale Stefania Spanò costruisce la vicenda del suo romanzo, è ubicato in via Piazza Marina a Palermo fu, in origine, la maestosa dimora di Manfredi I conte di Modica, esponente della famiglia Chiaramonte. Fu denominato Hosterium Magnum, costruzione fortificata, proprio per le possenti mura che lo rendevano inespugnabile: da qui la denominazione di Steri, storpiatura volgare di Hosterium
Dopo diverse vicende e varie famiglie nobiliari che ne presero possesso, dal 1600 al 1782 divenne sede del Tribunale dell’Inquisizione Spagnola che, se un minimo conosciamo la storia, sappiamo bene quanti veri e propri delitti compì, in nome di una fede che ben poco ebbe a che vedere con l’amore fra gli uomini predicato da Cristo.
Gli integralismi, le interpretazioni, l’uso e abuso della religione e della fede secondo i propri interessi personali o di Stato, purtroppo sono storia antica e sempre attuale: torture e delitti in nome di Dio se ne compiono ancora oggi in diverse parti del mondo. Com’è vero che l’uomo per saziare la fame di potere, non rispetta niente e fa uso e consumo proprio anche di Dio!
Stefania Spanò tra invenzione e storia
Il romanzo di Stefania Spanò, Il mistero di Palazzo Chiaramonte, affonda le sue radici nella storia siciliana del Seicento, in quella Sicilia dominata dagli Spagnoli, vittima di oscurantismo religioso e di libertà negate a qualsiasi titolo. L’autrice imposta la sua storia con un modus particolare che potrebbe far pensare ad un romanzo storico: alterna cioè vicende del presente a vicende del passato. Scrivo potrebbe non a caso… Vedremo poi il perchè.
Il mistero attorno a Palazzo Chiaramonte si sviluppa essenzialmente sulle vicende di una nobildonna del Seicento, vittima dell’Inquisizione Spagnola che Stefania Spanò rivela a poco a poco. Brava in questo l’autrice: sa centellinare le informazioni dosandole in modo da tener viva la curiosità del lettore.
Accanto a lei, il cui mistero rivive e si scopre attraverso ricerche e studi, una studentessa universitaria, laureanda, con una tesi in costruzione. Sarà la sua passione per la storia, unita ad una sempre in crescendo curiosità, che svelerà il mistero… Due donne, quindi, simili nell’anima che a distanza di quattro secoli, di tanta storia e progresso umano intercorsi fra le loro vite, affrontano le stesse sfide, seppur con modalità differenti.
Presente e passato si alternano per tutta la durata del romanzo: Stefania Spanò, traccia una linea immaginaria fra la protagonista moderna, Arianna e quella del passato, Chiara. Legate entrambe da un filo invisibile ad una storia personale che le porterà ad essere determinate e coraggiose, entrambe consapevoli e coerenti con le loro aspirazioni, entrambe donne che il destino costringe ad essere forti sfidando il pensiero comune, senza paura delle conseguenze.
L’incontro fra le due ha del misterioso, una forza d’attrazione che dal presente, spinge la protagonista verso la scoperta di una donna del passato: una donna de fora, una donna diversa per il suo tempo, tanto da essere definita strega, una ribelle con una grande sete di conoscenza. Stefania Spanò è brava nell’indagine storica e psicologica del personaggio antico, mentre ho avuto l’impressione che la protagonista moderna sia un po’ meno indagata psicologicamente.
Due eroine, una moderna con un futuro tutto da realizzare, l’altra che pur appartenendo ad un’epoca antica, stupisce per il “pensiero moderno” che anima la sua esistenza e sarà proprio a causa di esso che la sua vita avrà un epilogo tragico, come spesso accadeva nella società seicentesca quando una donna osava sfidare il potere.
Una bella storia quella che Stefania Spanò ha impiantato sullo scenario di Palazzo Chiaramonte, ho trovato particolare, come ho già detto, l’alternanza e il filo invisibile teso fra presente e passato, mentre lo stile di scrittura semplice e scorrevole rende facile e veloce la lettura.
Un unico appunto, una piccola stonatura se vogliamo: il romanzo non può definirsi storico proprio perché le vicende inventate da Stefania Spanò non si svolgono tutte nel passato ma si alternano con il presente. Poco male direi, Il mistero di Palazzo Chiaramonte resta un bel romanzo con una vicenda moderna impiantata su base storica.
È proprio vero che la storia è maestra di vita. Lo ha scoperto Arianna attraverso le vicende di Chiara, lo scopriamo anche noi quando sappiamo vedere e leggere nel presente, relazioni con il passato.