Sport Mondadori ci ha riservato oggi una belle sorpresa!
Tra le novità sportive che la casa editrice ha scelto di pubblicare, quella di Vittorio Feltri merita, senza dubbio, un’attenzione particolare. Mi chiederai come mai un giornalista come Feltri, penna importante e dissacratoria, personaggio provocatorio e rigido opinionista della scena politica italiana, abbia potuto partorire un libro di sentimenti sportivi. Sembra quasi un paradosso eppure nell’animo di Vittorio Feltri alberga quello nostalgico del tifoso più appassionato, rispettoso dei valori sportivi e delle gesta dei grandi campioni. Lo dimostrano i racconti a sfondo sportivo e le esperienze vissute a stretto contatto con i personaggi sportivi che ha religiosamente inserito nel suo memoriale Ritratti di campioni. Cronache di un giornalista tifoso
Sport Mondadori Vittorio Feltri, il giornalista irriverente e l’animo da tifoso
In verità scoprire il lato goliardico e agonistico di Vittorio Feltri, lo ammetto, oltre a stupirmi, mi ha fatto piacere. Tra l’altro ho scoperto che è un amante dei gatti e questo ha elevato l’asticella della simpatia. Anche lo sport, in qualche modo, concepito nel rispetto dei giusti valori, è stato in questo caso, il mediatore trainante per una mentalità più obiettiva e scevra da pregiudizi. Almeno così sembra.
Non si può, nello stesso tempo, affermare che in altri ambiti, il giornalista non si sia sentito libero di lasciarsi andare, e anche in modo tagliente, a espressioni giudicanti il genere umano. Cosa che tra l’altro gli è costata le dimissioni dall’ordine dei giornalisti. Ben venga quindi il raccontare di campioni e del loro valore, gli appassionati ricordi di gioventù, le passioni agonistiche; come dire che davanti al talento qualunque esso sia, è giusto che tutti s’inchinino anche una penna libera come Feltri. Non solo, a mio avviso, restituirebbe all’intransigente e irriverente figura giornalistica quell’umanità che rende in qualche modo l’uomo imperfetto ma apprezzabile.
Ma chi è Vittorio Feltri? Dicono che la discutibile tendenza alla intransigenza giornalistica e alla naturale predisposizione alla provocazione sia figlia di esperienze dolorose vissute in gioventù. Eppure appartiene al Cancro (almeno cosi è scritto), il più passionale e amorevole segno dello zodiaco e che non disdegna le coccole. Sarà! Eppure lo sguardo rivela il contrario. C’è di più. L’uomo nato sotto il segno del cancro o vi ama o vi odia. In questo caso, leggendo la sua biografia, qualche possibilità che il passato possa averlo condizionato, gli concede il beneficio del dubbio. Vediamo perché.
Il giornalista bergamasco è rimasto orfano di padre all’età di sei anni dopo la morte del padre a 43 anni a causa della malattia di Addison. Non solo, a soli ventiquattro anni rimane vedovo dopo la morte a pochi mesi dal parto della giovanissima moglie Maria Luisa lasciandolo solo due figlie gemelle, Saba e Laura. A sostenerlo e spingerlo a ricominciare la provvidenziale conoscenza e il successivo matrimonio con Enoe Bonfanti, la donna che gli darà altri due figli, Mattia (anch’egli giornalista) e Fiorenza e aggiungo, anche tanti nipoti. Una vita, dopo tanto tribolare, più serena come la sua carriera che lo ha spinto a trasferirsi da Bergamo a Milano per svolgere meglio il ruolo di direttore di Libero.
Sport Mondadori Vittorio Feltri la carriera e i suoi libri
Ti ho parlato della sua sfera privata ma la sua carriera? Come è riuscito un semplice impiegato a trasformarsi nella penna più irriverente del giornalismo italiano? Una volta acquisito il diploma Vittorio Feltri ha studiato Scienze Politiche e ha iniziato a collaborare con L’Eco di Bergamo, riuscendo nel frattempo a vincere un concorso pubblico come impiegato. Nonostante la professione sceglie di perseguire la passione del giornalismo. Nel ’71 infatti si iscrive all’ordine e comincia a scrivere per il Corriere della sera tanto da raggiungere in poco tempo ruoli direttivi sempre più importanti nelle diverse testate giornalistiche. Tra i suoi libri più recenti Il borghese. La mia vita e i miei incontri da cronista spettinato pubblicato con Mondadori e L’irriverente uscito invece nel 2019.
Nel ’93 rifiuta l’invito di Berlusconi di lavorare in TV preferendo dirigere il Giornale. Nel 2000 fonda Libero il suo quotidiano di cui sarà il direttore fino al 2020 per i motivi di cui to ho già accennato.
Ah dimenticavo di dirti qualche altra curiosità su di lui. Ha quattro gatti, ha tranquillamente dichiarato di non voler rinunciare ad un astronomico stipendio in cambio di un posto in Parlamento e che nonostante sia vegano, quando può, gli piace trasgredire mangiando uova e formaggi.
Bene ora è doveroso lo sguardo al libro inserito nella collana degli Sport Mondadori. Feltri ha scelto di pubblicare una raccolta di cronache dedicate ai campioni dello sport raccontando alcune esperienze di condivisione vissute con alcuni di loro. L’introduzione al libro è molto esaustiva.
“Sposato con l’Atalanta e amante della Fiorentina”, innamorato del calcio, ma anche di ciclismo, equitazione e scherma, “lo sport della mia gioventù” Vittorio Feltri raccoglie in questo volume alcuni dei suoi più riusciti racconti di sport e ritratti di campioni.
Feltri entra col suo stile in un mondo a cui solitamente non appartiene e crea un capolavoro di autonomia, di schiettezza, ciò che spesso il giornalismo sportivo militante non può permettersi, costretto com’è a restare nei confini della neutralità. Feltri rappresenta il calcio come fa con la politica o con il costume, si serve del suo universo di opinioni indipendenti e si regola come farebbe con un politico: lo tira giù dal suo Olimpo per guardarlo negli occhi.
“Altro che giornalismo sportivo anodino e sopra le parti. Nel giornalismo come nello sport si versa tutto se stessi.” Accanto alle argute pagine dedicate ai tanti, notissimi atleti del nostro panorama sportivo presente e passato, da Federica Pellegrini a Valentino Rossi, da Francesco Totti a Danilo Gallinari, da Valentina Vezzali ad Alberto Tomba, a Felice Gimondi, il campione “vincente anche nelle sconfitte”, mancato nel 2019, cui il libro è dedicato. Riaffiorano in queste pagine emozioni e ricordi personali, come le partite giocate nella caserma di Orvieto durante il servizio di leva con “l’eroe gentile” Gianni Rivera.
Per Feltri lo sport è cosa seria, anzi serissima: “è rifugio e forza” perché “nello sport c’è dentro la durezza e la bellezza, lo scontro e l’abbraccio, la vita e la morte, simboleggiati dalla vittoria e dalla sconfitta”.
Penna schietta, dura e provocatoria, questa volta Vittorio Feltri ha deciso di stupire tutti, come sempre senza fronzoli o mezze parole, calandosi nei panni dell’ultrà innamorato della sua squadra. incantato di fronte alla grandezza che lo sport può regalare. Un modo elegante per fare pace col mondo!
Bravo Vittorio, mi sei quasi più simpatico e a te, mi raccomando, non perdere l’occasione di leggere questo Sport Mondadori, comunque vada, lo stile di Feltri è inconfondibile!
Buona Lettura!