L’82enne ex campione brasiliano Pelé lotta già da tempo contro il cancro e, dopo la notizia diffusa dal quotidiano brasiliano Folha de Sao Paulo, secondo la quale Pelé non risponderebbe più alla chemioterapia e sarebbe stato trasferito nel reparto delle curve palliative dell’ospedale Albert Einstein di San Paolo, il tre volte campione del mondo ha mandato un messaggio per ringraziare quanti hanno voluto esprimere un pensiero per lui e per dare un aggiornamento sulle sue condizioni di salute.
Ecco il bollettino dell’ospedale:
Pelé continua il trattamento e il suo stato di salute è stabile. Ha avuto una buona risposta anche alle cure per l’infezione respiratoria, e non presenta alcun peggioramento nelle ultime 24 ore.
Attualmente si parla di graduale miglioramento delle sue condizioni e che presenta segni vitali stabili oltre al fatto che in questo momento viene curato in una stanza normale e dunque non in terapia intensiva come si temeva negli scorsi giorni.
Pelé vuole rassicurare tutti e manda un messaggio forte e chiaro:
Amici miei, voglio mantenere tutti calmi e positivi. Sono forte, con molta speranza e seguo il mio trattamento come al solito. Voglio ringraziare tutto il team medico e infermieristico per tutte le cure che ho ricevuto. Ho molta fede in Dio e ogni messaggio d’amore che ricevo da tutto il mondo mi mantiene pieno di energia. Guardo anche il Brasile ai Mondiali! Grazie mille per tutto.
Omaggio e preghiere per Pelé
Il tweet è di Kylian Mbappé, anche lui in ansia per le condizioni di salute di O Rei. Anche una stella del Brasile di oggi, Vinicius Junior, ha voluto dedicare un pensiero, via social, a Pelé. Così ha postato la foto di uno degli striscioni apparsi ieri sugli spalti dello stadio in cui il Camerun ha battuto 1-0 la Seleçao, che aveva l’immagine del tre volte campione del mondo con la frase “Pelé get well soon”, ovvero “Pelé, rimettiti presto”.
Sotto la foto Vinicius Junior scrive invece “Forza, Rei”. L’ex attaccante brasiliano è stato omaggiato dalla Fifa per le strade di Doha, con una coreografia ad hoc creata da diverse decine di droni, che sono andati a comporre la maglia numero 10 di ‘O Rei’.
Le imprese di O Rei
Dieci campionati paulisti, due coppe Libertadores e due coppe intercontinentali con la maglia del Santos, tre mondiali vinti su quattro disputati con la nazionale brasiliana. Le statistiche ufficiali dicono 77 reti in 92 presenze con la maglia verdeoro e 1281 reti complessive in 1375 partite totali giocate.
Questi sono soltanto alcuni dei numeri straordinari della carriera di Edson Arantes do Nascimento Pelé. Dopo il suo ritiro, non a caso, l’ambasciatore brasiliano presso l’ONU, J.B. Pinheiro, ha dichiarato:
Pelé ha giocato a calcio per ventidue anni e durante quel periodo ha promosso l’amicizia e la fraternità mondiali più di qualunque ambasciatore.
Stella del firmamento calcistico e icona sportiva del ventesimo secolo, Pelé è il simbolo vivente di quanto lo sport possa essere uno strumento prezioso per il superamento di barriere e diseguaglianze. Unico giocatore ad aver vinto tre titoli, Pelé è anche tra i pochi calciatori ad aver segnato in due finali mondiali (Svezia ’58 e Messico ’70).
Nella storia dei mondiali di calcio, il campione ha giocato 14 partite, segnando 12 reti, distribuite in tutte e quattro le edizioni disputate (Svezia ’58, Cile ’62, Inghilterra ’66 e Messico ’70).
Pelé il re del calcio di Claudio Moretti
Ecco un libro che racconta con entusiasmo la storia del più grande campione di tutti tempi: Pelé il re del calcio di Claudio Moretti, pubblicato da Newton Compton.
Il giorno della sua ultima partita Pelé prese un microfono al centro del campo e gridò al pubblico: «Love! Love! Love!». Se è vero che gli inglesi inventarono il football, e i francesi lo organizzarono, è ancora più vero che Pelé inventò l’amore per il football. Dalla polvere di Bauru al trono del calcio, Pelé ha superato quota 1000 gol in carriera e resta l’unico calciatore della storia ad aver vinto i Mondiali per tre volte.
L’uomo divenuto tesoro nazionale del Brasile per paura che potesse andare a giocare all’estero. L’uomo che ha superato le barriere sociali e razziali. L’uomo che ha inventato il concetto stesso di regia offensiva. Quando si ritirò dal calcio un giornale brasiliano titolò: Piangeva anche il cielo. Per tutta la carriera, invece, Pelé aveva fatto ridere milioni di persone in tutto il mondo. Con i suoi tunnel, i suoi doppi passi e i suoi assist visionari. Con l’unico rimpianto di non aver mai fatto gol ai Mondiali in bicicletta, in rovesciata.