Cari iCrewers, oggi ho il piacere di presentarvi lo scrittore Walter Coccarelli: nella vita Coccarelli è un fotografo e in questa intervista ci parlerà di entrambe le sue passioni.
Caro Walter, vuoi dirci chi sei tramite una tua immagine e un estratto del tuo romanzo?
“Non abbandonare la speranza amore mio”.
«Goldwinne, dove sei mio dolce amore? Dove? Anche tu mi hai lasciato».
“Mi hai sempre sentita dentro di te, Jeren. Siamo sempre stati assieme, assieme più che mai, io in te, tu in me, insieme in nostro figlio”.
Vuoi raccontarci chi sei nella vita?
Sono nato a Feltre e ho sempre coltivato la passione per il “fantasy” letterario e fumettistico.
Grande appassionato delle storie di Conan di Robert E. Howard e dell’heroic fantasy in generale, ho tuttavia abbracciato poi un fantasy più “morbido” rifacendomi un po’ alle “regole” non scritte dettate da Tolkien.
Da dove nasce la tua passione per il fantasy?
Diciamo che la mia passione per il fantasy è iniziata prestissimo. Da ragazzo, parliamo degli anni ottanta, ero un avido lettore di testate di fumetti “mitiche” allora in voga, come Metal Hurlant (versione italo francese dell’americano Heavy Metal da cui fu fatto anche un bellissimo film d’animazione), Totem e Pilot.
C’erano le storie meravigliose di autori come Bilal, Corben, Moebius e tanti, tanti altri artisti. In camera mia giganteggiava un poster de La Battaglia di Arzak di Moebius.
Cosa ti hanno lasciato questi autori?
Ho iniziato anch’io a disegnare fumetti e illustrazioni in stile fantasy. Da lì, il passo per far diventare la grafica e poi la fotografia (o è stato viceversa?) una professione è stato quasi automatico.
Attualmente, infatti, ho uno studio come fotografo e grafico e forse anche questo mi permette di dar vita a “visioni”che altrimenti non potrei concepire.
In cosa consiste il tuo lavoro?
Sono principalmente fotografo, ma anche grafico e spesso abbino le due cose per creare delle immagini originali. Come fotografo i miei settori principali sono il “beauty” e poi la “pet photography”, con cani, gatti e cavalli, settore in cui sono uno dei pochi fotografi specializzati.
Realizzo quindi anche opere mie personali, dei veri e propri quadri che uniscono la fotografia alla grafica digitale e analogica.
Ci mostri due tuoi lavori e ci dici perché li hai scelti?
Volevo un’immagine abbastanza “forte”, evocativa.
Un’immagine che fosse davvero un mix tra foto e “grafica”, che sembrasse quasi pittorica, reale, ma “surreale” nello stesso tempo.
Forse mi sono un po’ rifatto ad alcune copertine rockettare di album degli anni ’80, che a loro volta si rifanno a illustrazioni heroic fantasy, di autori come Frazzetta o altri. Non dico di esserci riuscito, ma l’intento era un po’ quello.
Questa immagine mi piace molto perché fa parte di una serie in cui sto illustrando le varie etnie (così come le immagino io) viste “al passato”. Sono tutte immagini realizzate in studio, dove ho ricreato di volta in volta lo sfondo con programmi di grafica 3D.
Hai mai creato cover per romanzi?
In passato ho creato delle cover per libri di vario genere, ma mai romanzi: erano quasi sempre cose molto “grafiche”, lineari e pulite riguardanti per lo più aziende o manuali.
Una volta ho realizzato per una amica una cover in cui l’autrice era fotografata come “angelo/diavoletto” e la cosa ha funzionato bene.
Poi c’è stato il mio romanzo, pubblicato quest’anno, Le Torri di Kelt, dove ho cercato di realizzare, finalmente, qualcosa che piacesse a me e che potesse rappresentare la storia che avevo scritto. Spero di esserci riuscito.
Questa è la pagina ufficiale del romanzo.
Immagino che i tuoi hobbies e le tue passioni siano anche il tuo lavoro…
Sì purtroppo, o per fortuna, i miei principali hobbies sono anche il mio lavoro: la grafica e la fotografia. Quando però voglio rilassarmi, sono appassionato di videogame, soprattutto mmorpg e amo collezionare film in blu ray: inutile dire che adoro i film di super eroi (Marvel) e nel mio soggiorno campeggia un cartonato di 2 metri che pubblicizzava Spiderman che è il mio eroe personale fin da quando ero ragazzino. Posseggo infatti ancora oltre 300 albi della mitica prima edizione Corno.
Quali sono la parte semplice e quella difficile del tuo lavoro?
Il mio lavoro si basa molto sulla creatività, ma ancor di più sull’empatia che si deve creare con il cliente. Se questa alchimia riesce, soprattutto nei servizi fotografici, allora tutto diventa molto più semplice; se invece non riesce è davvero difficile raggiungere un risultato soddisfacente.
Spesso (quasi sempre) i clienti non sanno davvero quello che realmente vogliono e devo essere io a farglielo mettere a fuoco per riuscire poi realizzarlo concretamente.
Come fai pubblicità al tuo romanzo?
Non ho ancora fatto moltissimo per diffonderlo. Sono un “diesel”… devo prima capire in che mondo mi sto muovendo. Per ora mi occupo dei social e vedo che il classico “passaparola” sta facendo il suo dovere. Conto però di fare di più, soprattutto nei campi che mi sono più congeniali della comunicazione.
Hai dei sogni per il futuro?
Tanti, troppi. Il primo però è finire al più presto la seconda parte de Le Torri di Kelt così da dedicarmi a qualcosa di nuovo. Poi il sogno principe, che immagino abbiano tutti gli aspiranti scrittori, è sempre quello di potermi dedicare completamente alla scrittura, ma in Italia lo vedo come abbastanza remoto.
Ringrazio Walter Coccarelli per averci presentato un nuovo e interessante mondo, gli auguro buona fortuna e come dico sempre:
IN ALTO I NOSTRI CUORI!!
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