Oggi, caro iCrewer, proseguiamo con la conoscenza degli autori emergenti che ho letto nelle ultime settimane. È la volta di Tiziana Mazza, la penna che ha firmato il romanzo Sulle tracce di Lucifero, edito da Edizioni Convalle.
Un romanzo che ho molto apprezzato e che grazie alla sua freschezza mi ha tenuto compagnia piacevolmente. Così come l’autrice: la protagonista di oggi della nostra rubrica Sogni di carta.
Tiziana Mazza: intervista all’autrice di Sulle tracce di Lucifero
Tiziana Mazza, dunque, è l’autrice che oggi spalanca le porte del suo mondo letterario per condividere con me, e con te che leggi, la sua grande passione per la scrittura.
Buona lettura:
Ciao Tiziana, grazie per avere accettato di condividere con noi le tue emozioni in merito alla scrittura. Per iniziare ci dici brevemente chi è Tiziana Mazza?
Ciao Stefano e grazie a te per questa intervista. Essendo una scrittrice emergente, non sono ancora abituata alla “luce dei riflettori”. Comunque sono una ex ragazza del ’62, anche se io mi sento tutt’ora una giovincella, di spirito di sicuro. Sono nata a Milano dove ho compiuto gli studi umanistici con indirizzo in lingue straniere. Ho lavorato per circa quindici anni nel settore delle televisioni private, per lo più come promoter video, poi mi sono dedicata ad attività imprenditoriali.
Come è nata la passione per la scrittura?
La mia indole curiosa mi ha portata a cercare sempre nuovi stimoli e a frequentare svariati corsi di formazione e perfezionamento tra cui il laboratorio di scrittura creativa tenuto dalla scrittrice ed editrice Stefania Convalle. In breve mi sono appassionata a quest’arte e, da semplice lettrice, sono diventata creatrice di storie. Ho poi partecipato a varie Edizioni del Premio letterario Dentro l’amore, ottenendo grandi soddisfazioni.
Che cosa significa per Tiziana Mazza scrivere?
È una valvola di sfogo, un momento tutto mio, dove la mia esperienza incontra la fantasia dando vita a personaggi guidati dalla mia immaginazione. Fino a un certo punto, perché poi sono loro che si animano e decidono autonomamente che direzione prendere.
Il tuo primo romanzo è Sulle tracce di Lucifero. Come è nata l’idea di questa storia? Cosa ti ha ispirato?
Non saprei dirlo con precisione. Questo romanzo è nato nel corso del laboratorio di scrittura tenuto da Stefania Convalle ed è stata proprio lei a spronarmi a proseguire, perché ha visto le potenzialità di una bella storia frizzante. L’ambientazione nei luoghi del Triangolo Lariano, che io conosco molto bene in quanto li frequento fin da quando ero una bambina, mi ha aiutata nel tratteggiare quelli chi io chiamo “i caratteristi”, personaggi secondari ma che danno colore al pezzo.
Più in generale, cosa ti ispira nella scrittura? Hai qualche autore di riferimento?
Da lettrice, ho sempre amato il genere giallo: dai classici di Agatha Christie e di Ed McBain, a quelli più moderni di Jo Nesbo o di John Grisham, per arrivare ad Andrea Vitali, che adoro, soprattutto per l’ironia che sparge a piene mani nei suoi scritti e perché li ambienta in territorio lariano. In età più adulta ho cominciato a spaziare molto di più nella lettura. Adesso sono onnivora, più che il genere, è la qualità delle storie e della scrittura che mi cattura.
In quanto tempo hai scritto Lucifero? Qual è la tua tecnica? Tiziana Mazza si impone di scrivere tutti i giorni o segue l’ispirazione?
Per scrivere Sulle tracce di Lucifero ho impiegato circa sei mesi e non ho usato nessuna tecnica in particolare. Mi sedevo davanti al computer, alle volte mi mettevo in cuffia e ascoltavo della musica per isolarmi da tutto il resto e, dopo aver riletto il capitolo precedente, proseguivo scrivendo secondo l’estro del momento. Non ho pianificato nulla, non avevo una scaletta in testa, né sapevo come l’avrei fatto finire.
Nel tuo romanzo i personaggi hanno un ruolo importante, sembrano essere attori di una commedia. Che emozione è stata averci avuto a che fare nella tua fantasia?
Una grande emozione. Alla fine ho provato affetto per i personaggi del libro, in fondo sono un po’ come dei figli, sono stati partoriti dalla mia fantasia e sono cresciuti pagina dopo pagina.
Nella recensione ho scritto che il tuo testo ha le caratteristiche per diventare una commedia teatrale, durante la stesura avevi consapevolezza di questo? Ti rendi conto che la tua scrittura è un notevole intrattenimento?
Intanto ti ringrazio per la bellissima recensione che mi hai regalato. Per rispondere alla tua domanda, sì, mi rendo conto che la mia scrittura si avvicina a quella teatrale perché uso molto i dialoghi. Ma mi viene naturale, nella mia mente li immagino battibeccare e muoversi come in un mondo reale, mi immedesimo in loro e in quello che potrebbero dire come se fossero in una commedia, non per niente io adoro la commedia americana anni ’50.
Credo di aver visto almeno venti volte il film Operazione sottoveste con Cary Grant e Tony Curtis e film del genere. Per rispondere alla tua seconda domanda, invece, ti dico che la cosa che mi ha reso più orgogliosa del mio romanzo è stato il feedback positivo dei lettori. Mi hanno riferito di essersi divertiti in compagnia dei miei personaggi e di aver apprezzato la leggerezza del romanzo, che soprattutto in questi tempi notoriamente poco allegri, è un valore aggiunto.
Senza dubbio. Concentrando l’attenzione sul mistero che caratterizza la trama: hai trovato difficoltà nel costruire un caso da risolvere? Quale è stato il tuo approccio col genere giallo?
Stranamente no. Ovviamente verso la fine ho dovuto stare attenta a tirare bene le fila di tutto quello che avevo scritto senza perdermi qualche pezzo per strada… Ma qui mi è venuto in aiuto Hercule Poirot, avevo anni di esperienza alle spalle.
Hai già detto dell’ambientazione del romanzo. Perché proprio questi luoghi? E dell’utilizzo ben dosato del dialetto, cosa ci dici?
Sono luoghi che amo, li conosco fin dall’infanzia. Andavo in vacanza a Sormano tutte le estati e ho dei bellissimi ricordi legati alla mia adolescenza. Da alcuni anni, poi, mi ci sono trasferita a vivere. L’utilizzo di qualche parola in dialetto, dà colore, come dicevo prima, fa sentire i personaggi più vicini e più reali.
Ti faccio una domanda che faccio sempre: quale è stata l’emozione quando hai completato il libro e quale la prima volta che hai preso in mano il prodotto finito pronto per raggiungere i lettori?
Quando ho scritto la parola “fine” al romanzo, è inutile dirlo, mi è sembrato di aver raggiunto un traguardo insperato, e fino a poco tempo prima, impensato. In effetti in passato mi ero sempre chiesta come si facesse a scrivere un libro, mi sembrava impossibile riuscire a inventare storie che occupassero le pagine di un libro, finché non sono approdata al laboratorio di Stefania Convalle: è stato fondamentale. Mi ha insegnato a trovare l’ispirazione e a scrivere di “pancia”, cercando di arrivare al cuore del lettore.
Ci sarà un seguito? O stai lavorando a qualche altra storia?
No, non c’è un seguito. Ma la mia prossima pubblicazione è in dirittura di arrivo. Si tratta di una raccolta di tre racconti lunghi gialli ambientati tra Milano, Sormano e dintorni, con tre protagonisti differenti, ciascuno con una propria caratterizzazione e un proprio appeal. Non vedo l’ora di averlo tra le mani!
Anch’io di leggerlo! A proposito di lettura, il nostro sito è fatto di appassionati lettori, e tu ti se dichiarata una grande lettrice. Ci consigli un titolo da non far mancare nelle nostre librerie casalinghe?
Sì, mi piace leggere, e come dicevo prima spaziare tra i vari generi letterari. Più che un titolo, consiglierei un autore, anzi un’autrice: Stefania Convalle, la mia coach nonché editrice… e, no, non è una sviolinata, io amo davvero i suoi libri e il suo modo di scrivere. L’unico problema è che devo avere sempre a portata di mano una confezione di fazzolettini…
Scherzi a parte, non saprei scegliere una fra le sue opere, perché mi sono piaciute tutte, quindi consiglio di andare sul sito di Edizioni Convalle e di scegliere in base alla trama.
Congedandoti, e guardando all’attualità, quanto ti è mancato il poter promuovere il romanzo nei modi tradizionali, ovvero incontrando i lettori? Mi sembra una scelta coraggiosa uscire in piena seconda ondata con un titolo nuovo, una scelta che va premiata.
Devo dire che sono stata abbastanza fortunata. La scorsa estate sono riuscita a organizzare ben due presentazioni dal vivo, una a Sormano dove c’è stata una grande partecipazione, e una a Canzo presso la pasticceria che compare nel romanzo insieme al poeta Nello Evangelisti, sempre della casa editrice Edizioni Convalle. A settembre sono stata ospitata da un’amabile libraia per un firmacopie a Cernusco sul Naviglio, dove ho avuto un buon riscontro di vendite, ma soprattutto ho incontrato nuovi lettori.
Per quanto riguarda il nuovo libro, sono ottimista. Spero che l’estate ci regali un po’ di normalità, e di riuscire a fare almeno un’altra piacevolissima presentazione all’aperto a tu per tu con i miei lettori. E per concludere, un grosso grazie a te, Stefano e un arrivederci a presto, spero, per parlare del mio nuovo libro.
Ringrazio dunque Tiziana Mazza per essersi raccontata in questo modo.
Noi ci sentiamo, alla prossima intervista!