Bisogna avere
il caos dentro di sé
per partorire una stella
danzante.
Friedrich Nietzsche
Daniele Bello vs la grande Letteratura
Cari iCrewers, è un piacere presentarvi Daniele Bello, scrittore per passione da una decina d’anni. Credo di dover iniziare questa mia intervista con una spiegazione.
Perché come Incipit ho usato la celebre citazione di Nietzsche?
Essendo io molto curiosa, come ormai sapete, dopo aver conosciuto Daniele Bello sono andata su Amazon. Lì ho scoperto i suoi meravigliosi romanzi appartenenti alla quadrilogia fantasy dal titolo Hoenir il Druido e poi altri romanzi appartenenti al genere Humor.
Mi sono detta: che persona può essere un’autore che riesce a spaziare cosi da un genere all’altro e con questi risultati poi? Così mi è venuta in mente questa citazione, che poi a mio parere può essere attribuita a ogni scrittore.
Ogni scrittore deve custodire in sé una buona dose di caos per partorire la propria stella.
Detto questo dò il benvenuto a Daniele. Ti va di raccontarci che fai nella vita?
Sono un Avvocato e, attualmente, sono il responsabile Affari Legali della Toyota Motor Italia S.p.A.
Ma sono anche diventato uno scrittore per passione da circa dieci anni.
Che cosa scrivi?
Ho scritto la serie Racconti senza tempo in cinque volumi, dedicati ai miti e alle leggende del passato, che possono essere scaricati gratuitamente dal sito www.bifrost.it.
Con LiberIter ho pubblicato, inoltre, gli ebooks Mitologia ellenica (2 voll.) e Mitologia romana, la raccolta Memorie di un Druido e vari racconti per le raccolte Decamerone e La mia storia.
Con GDS ho, poi, pubblicato la quadrilogia fantasy Hoenir il Druido.
Collaboro sul sito www.bifrost.it, per il quale ho scritto diversi articoli sulla mitologia greca. Ho, inoltre, curato la traduzione dei poemi di Esiodo (Teogonia e Le Opere e i giorni) e ho iniziato la traduzione dell’Iliade di Omero.
Infine, i miei ultimi libri editi da Astro Edizioni sono: I Promessi Elfi, una parodia del celebre classico manzoniano riscritto in chiave fantasy per i lettori più piccoli, e La Divina Commedia 2.0 (scritto con Silvia De Meis), una rivisitazione del poema dantesco per i ragazzi delle Scuole Medie.
Voglio farti i miei complimenti per i tuoi lavori, ma una persona cosi impegnata riesce a coltivare anche degli altri hobbies?
Sono un lettore “seriale” e “onnivoro”: amo particolarmente la storia e la mitologia, di cui sono un cultore. Sono poi appassionato di cinema, di giochi di ruolo e di numismatica.
Nel tempo libero, mi piace praticare la pallavolo.
Come fai a coniugare scrittura, lettura e il tuo “vero” lavoro?
Personalmente non credo alle personalità monolitiche: ritengo invece che ciascuno di noi sia composto da tante sfaccettature che hanno bisogno di essere tirate fuori.
Come hai iniziato a scrivere?
La mia passione per la scrittura risale ai tempi dell’adolescenza, quando tutti (o quasi) si mettono a scrivere poesie. Abbandonata agli inizi della cosiddetta età adulta, si è riaffacciata prepotentemente alla soglia dei quarant’anni.
In che modo e perché? Molto semplicemente avevo l’abitudine la sera di raccontare fiabe ai miei figli, prima di andare a letto. Visto che non sempre avevo a disposizione argomenti e trame sufficienti a soddisfare la curiosità dei miei figli (sempre più esigenti), decisi di scrivermi dei canovacci da utilizzare di volta in volta. Nacquero così i miei primi racconti.
Ti ringrazio per avermi concesso questo pezzetto di te. È veramente una bella immagine quella che mi hai dato.Ora asciugo la lacrimuccia e continuiamo… Hai un fumetto o un cartone che ti piace?
Adoro il fumetto d’autore: in particolare, quello europeo (Pazienza, Moebius, Alan Moore) ed extra-europeo (Marjane Satrapi).
Ma leggo anche i fumetti italiani (Corto Maltese, Ken Parker) e bonelliani (Nathan Never, Dylan Dog, Julia).
Grazie ai miei figli, poi, seguo con attenzione i cartoni animati dell’ultima generazione. Ma la poesia di Miyazaki non la raggiunge nessuno.
Ci parli brevemente dei tuoi Promessi Elfi?
Gli Elfi Promessi è un fantasy con elementi realistici: nasce dall’idea di riscrivere la storia dei Promessi Sposi di Manzoni in chiave fiabesca. E’ una simpatica parodia, scritta in un linguaggio adatto anche ai bambini, che serve ad introdurre al mondo della grande letteratura in modo lieve ed ironico.
L’antica penisola di Ausonia è caduta sotto il comando delle Forze del Male; dopo una lunga stagione di guerre, la popolazione si consegna ai Signori della Guerra, esseri in grado di controllare le menti delle creature e di renderle schiave. Gli Orchi e i Lupi e persino i Draghi obbediscono ciecamente ai loro ordini.
In questo contesto, così disperato, due Elfi cercano di coronare il loro sogno d’amore ma il matrimonio viene osteggiato da Roderick, un arrogante signorotto; e il Chierico Avundius non sa come opporsi.
Ma pur di riuscire a sposare la sua Luthien, il fiero Rethyus è disposto a tutto: anche a violare il sacro Giuramento degli Elfi…
La storia si intreccia tra Uomini, Elfi, Orchi, Lupi e altre terribili creature, alla ricerca dei manufatti che possono servire a riportare l’ordine e l’armonia nelle terre di Ausonia.
E l’occasione è ghiotta per capire la “vera” origine delle storie narrate dal Manzoni….
I Promessi Elfi nascondono uno scopo più ampio?
Sì. Rientra in un progetto più ampio di riscrivere i classici della letteratura italiana in chiave fantasy.
Infatti il sequel si intitola?
La Divina Commedia 2.0, scritto a quattro mani con Silvia De Meis.
Cosa troveremo in questo sequel?
Un ragazzotto come tanti, Lucciarelli, durante una recita a scuola, si addormenta in palestra. Quando si sveglia, suo malgrado, si trova catapultato nel mondo descritto da Dante nella Divina Commedia, dall’Inferno fino al Paradiso.
Hai un consiglio da dare a un neo scrittore?
Partendo dal principio che in Italia di letteratura non si vive… Ragazzi, credete in quello che fate. Non vi svendete. Andate avanti. Ascoltate però tutti i consigli che vi verranno dati in corso d’opera.
Sono contenta di averti ospitato nella mia rubrica Daniele Bello e felice di lasciare l’incipit del tuo racconto contenuto nella raccolta di racconti Io me lo leggo 2 ai nostri lettori.
La leggenda dell’astrologo arabo
Ispirato ai “Racconti dell’Alhambra” di W. Irving
Centinaia e centinaia di anni fa regnava a Granada un grande sovrano di nome Aben Habuz; egli era stato un grande conquistatore ma, dopo una vita di rapine e saccheggi, decise di vivere il resto della sua esistenza in pace godendosi i suoi beni e le sue ricchezze. Questo monarca, tuttavia, si era fatto nel corso degli anni parecchi nemici, i quali approfittavano ora della debolezza del loro avversario per vendicarsi di antichi rancori: essi, pertanto, a più riprese attaccavano e saccheggiavano il regno di Granada. Un giorno che Aben Habuz era più che mai tormentato dalla minaccia di invasioni, giunse alla sua corte un vecchio astrologo arabo, che si chiamava Ebn Ibrahim Abu Ayub: questi sosteneva di avere appreso la sua sapienza dagli arcani testi dell’antico Egitto e di avere scoperto il segreto per allungare la vita; per questo, egli era giunto all’età di oltre duecento anni.
Ringrazio Daniele Bello e voi cari lettori. Grazie per averci letto e come dico sempre:
IN ALTO I NOSTRI CUORI!
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