La siccità è un problema che, anno dopo anno, sta diventando un problema sempre più grave e sempre più sentito. Ad essa si collegano tante problematiche. La più evidente è sicuramente l’impossibilità di coltivare terreni a scopi alimentari e, quindi, il sorgere di carestie. L’animo sensibile del poeta Dù Fu ha trasformato il problema della siccità in versi.
La siccità, un problema sempre più grave
È indubbio che gli effetti della siccità non si traducono solo in dati meteo, ma anche in conseguenze disastrose per l’ambiente. Per quantificare la siccità, possiamo usare delle percentuali e dei dati: da dicembre a fine febbraio l’Italia ha ricevuto l’80% di pioggia e il 60% di neve in meno rispetto alla media stagionale. Un deficit che si associa a una fine dell’inverno straordinariamente calda, soprattutto al Nord.
Coldiretti ha denunciato che la siccità è diventata la calamità più rilevante per le coltivazioni italiane: l’organizzazione stima danni medi intorno al miliardo di euro all’anno.
Le alte temperature e la riduzione delle precipitazioni che alimentano la siccità attuale non sono casuali: l’Italia è uno dei paesi più sensibili alle variazioni climatiche indotte dalla posizione nel Mediterraneo, un hotspot a livello mondiale. Per questo, bisogna essere consapevoli che le siccità saranno sempre più frequenti nel nostro paese. E adottare tutte le soluzioni utili a preservare la nostra acqua: sicuramente per motivi economici, ma soprattutto per tutelare la disponibilità potabile del bene più prezioso per la nostra esistenza.
I dati della siccità che stiamo vivendo
Secondo le informazioni del sito Iconaclima, l’inverno del 2022 in Italia è stato il sesto più siccitoso degli ultimi 63 anni. In termini climatici, significa una media di 1.7°C in più rispetto al trentennio 1981-2010. Soprattutto al Nord (+2.3°C) e in particolare nella zona nord-occidentale (+2.6°C). La siccità picchia particolarmente in Piemonte e nella pianura veneta. E poi nel Grande fiume d’Italia: l’8 marzo scorso il Po ha mostrato i livelli delle portate più bassi rispetto agli ultimi trent’anni.
Dato davvero drammatico, perché se fin dal 2003 si segnalava con forza la siccità che colpiva la ricchezza idrica del Po nel periodo estivo, questa è la prima volta che la sofferenza di acqua è evidente già a inizio primavera. In questo caso, il problema dell’approvvigionamento nasce soprattutto a monte, nel Monviso, dove la carenza di neve – che ha toccato tutto l’arco alpino – ha creato una situazione di penuria per il Po tipica del mese di agosto. Ma alla siccità concorrono anche le temperature record di questa coda stagionale. Roma, per esempio, ha segnato +2.2°C in questo inverno. E il mix delle temperature alte con la scarsità delle precipitazioni ha significato un aumento dell’inquinamento atmosferico in città già sensibili al problema, come Milano.
I rischi della siccità in Italia per fauna e flora
Le siccità del periodo invernale sono particolarmente gravi perché durante questa stagione, come in quella autunnale, terreni e falde acquifere devono essere riforniti di acqua, così da affrontare al meglio la mancanza di piogge e il caldo in estate. Inoltre, secondo l’Associazione italiana di scienze dell’atmosfera e metereologia (Aisam), “siccità e aridità dei terreni rappresentano un rischio anche per gli incendi, soprattutto in occasione di giornate di vento forte di Föhn, come è successo nelle scorse settimane”. Purtroppo il numero di incendi a gennaio è quadruplicato rispetto allo stesso mese del 2021.
La poesia di Dù Fu
Le tre poesie che riportiamo qui sulla siccità sono scritte dal poeta cinese Dù Fu, vissuto nell’epoca Tang (618-907). Le poesie sono tratte dal sito Sulle Rive del Fiume Azzurro.
Uno scoppio nel cielo, fragore di tuono.
Sembra annunciar pioggia, ma non accade nulla.
Sotto gli abiti si suda per il gran caldo.
Nella canicola non un soffio di vento.
Oh, se l’afa si mutasse in fresche gocce d’acqua,
se si raccogliesse il riso del freddo autunno!
Che cosa sarà quest’anno per i bambini?
Porti refrigerio la danza della pioggia!
La seconda poesia:
Non si dissolvono i miasmi della malaria.
Il fiume Lú ritorna verso l’occidente.
Gli uomini stanno rintanati nelle case.
Gli uccelli della foresta girano in tondo.
Nelle gole il fuoco divampa dappertutto,
ma sul fiume soltanto rimbombo di tuoni.
Si vorrebbe vedere freddo e neve.
Si aprono spesso le porte del vento.
Infine, la terza poesia:
Marciscono nel gran caldo le rosse prugne.
La gente fa bollire il riso selvatico.
Le ossa dei defunti faran cessare il male.
Odore di bigello si diffonde per l’aria.
Ad un tratto il caldo si trasforma in vapore,
ed un uragano piomba sulle frontiere.
Per un decennio si posson deporre le armi,
trasformandole in tovaglie inumidite.