“I libri, a volte, raccontano storie che ci aiutano a tenere duro, a posare anche sulle difficoltà uno sguardo positivo.”

Il Premio Wondy per la letteratura resiliente è giunto quest’anno alla seconda edizione. La prima edizione del premio svoltasi il 5 marzo scorso, è stata vinta da Alessandra Sarchi, con il romanzo La notte ha la mia voce (Einaudi, 2017). Il premio della giuria popolare è andato invece a Barbara Garlaschelli per il libro Non volevo morire vergine (Piemme, 2017).

L’Associazione Wondy Sono Io è nata per realizzare una serie di attività in momoria di Francesca Del Rosso, giornalista e scrittrice scomparsa nel 2016. La Del Rosso è nota con lo pseudonimo di Wondy dopo la pubblicazione dell’omonimo libro “Wondy, ovvero come si diventa supereroi per guarire dal cancro” (Rizzoli, 2014).

Quest’anno la premiazione si terrà al teatro Manzoni di Milano. Il 18 marzo al vincitore, scelto dalla giuria tecnica, andrà un premio di 5000 euro e un’opera su tela dell’artista Luca Tridente. Quest’ultimo può sembrare un premio particolare, basti pensare però che l’opera dell’artista “Fluida energia“, assegnata al vincitore della scorsa edizione del Premio Wondy, è stata inserita nel Catalogo dell’arte moderna n.54 (Editoriale Giorgio Mondadori) considerato un punto di riferimento per l’arte moderna e contemporanea.

Allo scrittore più votato dalla giuria popolare, che si esprimerà sulla pagina Facebook dell’associazione WondySonoIo, andrà un premio di 2000 euro.

Vediamo quali sono i sei finalisti tra i quali la giuria, composta da una rosa di giornalisti, accademici, scrittori e personalità del mondo della cultura e della comunicazione, presieduta dal direttore di La Repubblica Mario Calabresi dovrà nominare il vincitore.

Ritanna Armeni, Una donna può tutto, ed. Ponte alle Grazie
Marco Balzano, Resto qui, ed. Einaudi
Franco Faggiani, La manutenzione dei sensi, ed. Fazi
Daniele Mencarelli, La casa degli sguardi, ed. Mondadori
Rossella Postorino, Le assaggiatrici, ed. Feltrinelli
Yaru Selvetella, Le stanze dell’addio, ed. Bompiani

 

Francesca Del Rosso

Quando Francesca Del Rosso decise di scrivere la sua storia dal momento della scoperta di un tumore, scelse di rispolverare il vecchio nominativo con cui la chiamavano gli amici all’università: Wondy, da Wonder Woman. Perché per affrontare le operazioni, la chemioterapia, le recidive serve essere forti, ottimisti, solari. In una parola: resilienti.

Wondy Sono Io indica che tutti, di fronte a piccole o grandi avversità, possono trasformarsi in supereroi.
Francesca adorava la letteratura. Per lei scrivere era un’urgenza. In suo nome l’Associazione si adopera per sensibilizzare sulla capacità di trasformare le difficoltà della vita in opportunità. In suo ricordo nasce il ‘Premio Wondy – di letteratura resiliente’.