Caro Lettore, tra le letture che più mi intrigano e appassionano vi sono le cosiddette saghe familiari. Molti romanzi, che siano etichettati in questo modo oppure no, celano in realtà caratteristiche tipiche di questo genere. Perchè? Perchè tra i generi letterari la saga familiare è quello che più ci tocca da vicino, quello che più parla di noi e in cui possiamo talvolta ritrovare la nostra stessa storia. Andiamo a vedere più nello specifico di cosa si tratta e quali libri sono ascrivibili a questa categoria.
Le saghe familiari trattano la storia di un famiglia o di più famiglie legate tra loro, calate in un determinato contesto storico. Il lettore assiste a queste grandi vicende familiari ritrovando in esse la propria storia, ed è questo ciò che più amo di questo genere e dei libri in generale: il poter ritrovare se stessi, la propria storia in vicende da noi lontane, il tutto con uno spietato realismo, senza abbellimenti. Un vero e proprio specchio di realtà che ci fa capire quanto le nostre esperienze passate ci uniscano. È un genere in cui, a mio avviso, possiamo trovare consolazione nel vedere che c’è qualcuno che ha gioito e sofferto per le nostre stesse vicissitudini, ma allo stesso tempo è un genere che può portarci a riflettere sul nostro stesso vissuto. Oltre al fatto che la maggior parte dei romanzi di questo tipo sono letture molto lunghe che richiedono attenzione e continuità. Insomma, un genere che può suscitare grande interesse nel lettore ma che rischia di suscitare noia se non scocca quella scintilla che ci tiene incollati alle pagine. Nel racconto si cela un filo rosso che lega gli eventi delle generazioni che si susseguono, in continua relazione a quelli di un dato periodo storico: il cambio generazionale è accompagnato dal progresso storico e dai grandi cambiamenti politici, sociali e culturali. Ciò che quindi più caratterizza il genere della saga familiare è l’approfondita delineazione psicologica dei personaggi e la grande cura del dettaglio storico.
Tra i libri attribuibili al genere della saga familiare, troviamo dei grandi classici. I Malavoglia di Giovanni Verga segue le vicissitudini dei Toscano, una famiglia di pescatori che laboriosamente cerca di fare fortuna ad Aci Trezza, paese siciliano. Dall’Inghilterra abbiamo un altro capolavoro: Cime Tempestose di Emily Brontë, in cui si intrecciano i destini di due famiglie dello Yorkshire, i Linton e gli Earnshaw in un rapporto fatto di rivalità, vendette, invidie e amori passionali. Un altro grande classico è I Buddenbrook di Thomas Mann in cui viene descritta la rovina di una famiglia borghese tedesca nel corso di quattro generazioni. Altri grandi classici sono Il Gattopardo di Giuseppe Tomasi Di Lampedusa, Lessico Famigliare di Natalia Ginzburg e Menzogna e Sortilegio di Elsa Morante.
Ma la saga familiare non è un genere appartenente solo al passato. Tra i romanzi più recenti di questo genere abbiamo Libertà di Jonathan Franzen, Mille anni che sto qui di Mariolina Venezia e La saga dei Cazalet di Elizabeth Jane Howard. Andiamo a vederli più da vicino!
Libertà di Jonathan Franzen: Walter e Patty erano arrivati a Ramsey Hill come i giovani pionieri di una nuova borghesia urbana: colti, educati, progressisti, benestanti e adeguatamente simpatici. Fuggivano dalla generazione dei padri e dai loro quartieri residenziali, dalle nevrosi e dalle scelte sbagliate in mezzo a cui erano cresciuti: Ramsey Hill (pur con certe residue sacche di resistenza rappresentate, ai loro occhi, dai vicini poveri, volgari e conservatori) era per i Berglund una frontiera da colonizzare, la possibilità di rinnovare quel mito dell’America come terra di libertà “dove un figlio poteva ancora sentirsi speciale”. Avevano dimenticato però che “niente disturba questa sensazione quanto la presenza di altri esseri umani che si sentono speciali”. E infatti qualcosa dev’essere andato storto se, dopo qualche anno, scopriamo che Joey, il figlio sedicenne, è andato a vivere con la sua ragazza a casa degli odiati vicini, Patty è un po’ troppo spesso in compagnia di Richard Katz, amico di infanzia del marito e musicista rock, mentre Walter, il timido e gentile devoto della raccolta differenziata e del cibo a impatto zero, viene bollato dai giornali come “arrogante, tirannico ed eticamente compromesso”. Siamo negli anni Duemila, anni in cui negli Stati Uniti (e non solo…) la libertà è stata come non mai il campo di battaglia e la posta in gioco di uno scontro il cui fronte attraversa tanto il dibattito pubblico quanto le vite delle famiglie.
Mille anni che sto qui di Mariolina Venezia: Grottole, nei pressi di Matera: in un Sud poco esplorato, le vicende straordinarie e quotidiane dei Falcone, una famiglia cui il destino dona tutto e non risparmia niente, dalla guerra all’emigrazione, dalla ricchezza alla fame, passando per scandali pubblici e furori individuali. Dal capostipite don Francesco, con isuoi barili d’oro sepolti e non più ritrovati, all’ultima discendente, che fugge di casa un secolo dopo per dimenticare tutto e tutti. Una costellazione di personaggi che emergono per un attimo, colti nei momenti salienti dell’esistenza, poi vengono assorbiti dal vortice del tempo. Il loro scendere o meno a patti con la vita. L’immaginazione usata per accettare la realtà. E poi la fine di un mondo. Padri e figli, ma soprattutto madri e figlie, aspettative e tradimenti. Gli ideali politici, le lotte, le delusioni, le sviste. E la felicità, l’infelicità, la voglia di vivere. Una voglia di vivere conquistata infine al di là di ogni ideologia, credo e religione, sfidando anche l’amore romantico e le sue trappole.
La saga dei Cazalet di Elizabeth Jane Howard: È l’estate del 1937 e la famiglia Cazalet si appresta a riunirsi nella dimora di campagna per trascorrervi le vacanze. È un mondo dalle atmosfere d’altri tempi, quello dei Cazalet, dove tutto avviene secondo rituali precisi e codici che il tempo ha reso immutabili, dove i domestici servono il tè a letto al mattino, e a cena si va in abito da sera. Ma sotto la rigida morale vittoriana, incarnata appieno dai due capostipiti affettuosamente soprannominati il Generale e la Duchessa, si avverte che qualcosa sta cominciando a cambiare. Ed ecco svelata, come attraverso un microscopio, la verità sulle dinamiche di coppia fra i figli e le relative consorti. L’affascinante Edward si concede svariate amanti mentre la moglie Villy si lacera nel sospetto e nella noia; Hugh, che porta ancora i segni della grande guerra, forma con la moglie Sybil una coppia perfetta, salvo il fatto che non abbiano idea l’uno dei desideri dell’altra; Rupert, pittore mancato e vedovo, si è risposato con Zoe, un’attrice bellissima e frivola che fatica a calarsi nei panni della madre di famiglia; infine Rachel, devota alla cura dei genitori, che non si è mai sposata per un motivo ben preciso. E poi ci sono i nipoti, descritti mirabilmente nei loro giochi, nelle loro gelosie e nei loro sogni, in modo sottile e mai condiscendente, dalle ingenuità infantili alle inquietudini adolescenziali. Ma c’è anche il mondo fuori…