Sandro Bonvissuto è l’autore di La gioia fa parecchio rumore edito da Einaudi
“La vita non comincia quando uno nasce, la vita inizia nel momento in cui si comincia ad amare” scrive Bonvissuti, “L’amore è una cosa da grandi che bussa all’ingresso della nostra vita nell’ultimo giorno in cui siamo ancora piccoli.
E lo fa in quel momento perché sa che il giorno dopo in molti non lo farebbero più entrare. Mica è stupido l’amore. A questo è servito essere stati ragazzini, a farci aprire la porta senza pensarci, quel giorno, senza chiedere, “Chi è?”
La scorsa settimana, ci siamo lasciati con la promessa di continuare a parlare di questo libro e l’amore del suo autore per la Roma. E in effetti, l’incipit molto intenso di questa interessante autobiografia mi ha spinto a riflettere sulla personalità di questo particolare scrittore, almeno questo è quello che è diventato dopo aver scoperto la sua vena letteraria.
Sandro Bonvissuti è uno di quelli a cui la patente da tifoso è stata data ad honoris cause, il suo è l’amore incondizionato verso la sua città e la sua squadra, le due donne che ha amato di più e di cui non potrebbe fare a meno. Certo Roma è la Roma, lo capisco, come si fa a non amarla, così come comprendo il legame con ciò che in qualche modo la rappresenta, non solo le antichità da cui non si prescinde, della Roma ci si ammala d’amore.
Lo ha scritto in “La gioia fa parecchio rumore edito da Einaudi, ambientato negli anni ottanta; più che una biografia il libro è una testimonianza d’amore verso entrambe, lo definisce come un percorso di educazione sentimentale e di crescita personale.
Sì, sull’amore per la Roma e per Roma: amo immensamente questa città e non saprei vedermi altrove. Ci sto benissimo, quando esco mi sento a disagio. Ogni tanto, quando qualcuno mi dice che vorrebbe andarsene, gli dico: “Ma sì, vattene a Helsinki, così io trovo meno traffico!“
Dietro l’immagine di ultrà sfegatato e controcorrente, si è rivelata forte la sua vena nostalgica, testimone di un’epoca dove anche le piccole cose avevano un senso, la consapevolezza, nonostante tutto, di respirare una realtà border line amalgamata in qualche modo all’amore sviscerato verso la bandiera giallo rossa.
“L’amore è la Roma: senza di lei oggi non sarei lo stesso”. Chissà, a unirci non solo le stesse convinzioni anche i colori della mia Lecce, sono gli stessi!
Sandro Bonvissuto, la storia della sua vita
La biografia di Sandro Bonvissuto è semplice e forse attira per questo. Non ci sono titoli altisonanti, nessun master né cattedre in università americane. Bonvissuto è il vero romano de Roma, ha 43 anni, vive vicino a Cinecittà. Due figli e una laurea in filosofia nel cassetto, un lavoro come cameriere. Il suo esordio letterario nel 2012 con Dentro edito da Einaudi, definito dalla critica un esordio senza paragoni, essenziale e travolgente e con il quale ha vinto il Premio Chiara
“Ho iniziato a scrivere perché non sapevo che fa” confida Sandro Bonvissuto in una recente intervista “Ero solo, senza moglie e senza figli. E ho iniziato a scrivere. C’è chi fa altro, io faccio questo”. Probabilmente si è sorpreso di esserci riuscito così bene. Il libro è ambientato negli anni ottanta, quelli delle figurine Panini, me le ricordo bene, le compravo sempre anch’io. I momenti con Falcao, che lui ricorda con devozione, le gioie e le delusioni provati durante le grandi partite, l’ammirazione per il Capitano, e su questo non ci piove, ho pianto anch’io quando Totti ha giocato l’ultima partita e non sono certo una romanista.
In fondo è questa la cosa importante. In un mondo così travagliato, dove lo sgomitarsi per un posto al sole è diventato lo sport quotidiano, l’unica isola felice è guardare ancora una volta ai sentimenti sinceri, qualunque essi siano, anche quelli espressi sugli spalti. I sani valori di una volta che prescindono da razzismi e intolleranze, magari con il cuore sempre acceso di sana passione sportiva, quando si ama, si ama e basta!