Caro Lettore, nella puntata di sabato 28 marzo di Romanzo Italiano, dopo aver esplorato la Campania, la Toscana, la Puglia, l’Emilia Romagna e la Sicilia, Annalena Benini ci ha accompagnato nel Lazio, e più precisamente a Roma, la città eterna.
Da subito rimaniamo estasiati dal susseguirsi delle immagini di questa città magica. Roma è «la città che ha sconfitto il tempo», il posto nel mondo che offre a tutti una chance. Roma ha già visto ogni cosa, non si lascia stupire da niente, ma è lei che stupisce tutti, lasciandoci ammutoliti. La prima scrittrice che incontriamo è dotata di uno sguardo estremamente empatico. È Chiara Gamberale , autrice di La zona cieca e de L’isola dell’abbandono. Chiara Gamberale è nata a Roma, dove ancora oggi vive in un sottile equilibrio tra il partire e il restare, proprio come i personaggi dei suoi libri. È riuscita a fare della paura e del tentativo di sconfiggerla la materia letteraria portante dei suoi romanzi.
Ma ciò che più ci sorprende di questa scrittrice è che ha sempre scritto scappando da Roma, il centro della sua vita: «La distanza è necessaria per capire quello che altrimenti io subisco». Scrivere nella Capitale è una sfida, è il centro di una frenesia che la distrae ma che allo stesso tempo nutre il suo immaginario. La scrittura è un qualcosa di irrinunciabile, senza la quale sarebbe completamente in balia di se stessa e del mondo.
Il secondo scrittore che incontriamo è Paolo Giordano, che con il suo romanzo d’esordio La solitudine dei numeri primi è divenuto il più giovane vincitore del Premio Strega. È nato a Torino, ma catturato dalla bella capitale, è ormai diventato romano. Ha lasciato la sua Torino perchè per lui luoghi diversi hanno la possibilità di aprire in noi altrettante diverse nature, un continuo rinnovamento che uno scrittore dovrebbe sempre ricercare. Sono proprio i luoghi ad avere un certo rilievo nella sua scrittura: «Sono quasi sempre partito dai luoghi di cui mi sono innamorato, in cui avevo voglia di tornare con l’immaginazione», ed è proprio quello che è accaduto con la Puglia, in Divorare il cielo.
La terza autrice che ci viene presentata è romana, ma la sua inquietudine e il suo bisogno di ricerca l’hanno portata ovunque nel mondo, nella vita e nella letteratura. Si tratta di Melania Mazzucco, vincitrice del Premio Strega nel 2003 con Vita. In L’architettrice Melania Mazzucco ha indagato Roma fino a renderla un vero e proprio personaggio, dotato di una sua umanità. Lo sguardo della scrittrice non si accontenta di ciò che vede in superficie o di ciò che le viene detto: il suo è uno sguardo che va a fondo, che ama leggere nelle cose. Fa da sfondo a questa chiaccherata l’Isola Tiberina che la scrittrice descrive come «la prua di una nave arenata che cerca di risalire la corrente». Ed è proprio questa immagine che meglio descrive cosa significhi davvero la vita per Melania Mazzucco. Ma Roma non è solo la città che vive nella storia: è anche la periferia, quella raccontata in Un giorno perfetto. Allora la città eterna diventa un insieme di anelli, una città che si espande in modo disordinato e continuo
L’ultimo scrittore che incontriamo è un autore che come nessun altro ha saputo raccontare la borghesia nella sua vanità, con i suoi fallimenti e con le sue fragilità mascherate dal sarcasmo. Alessandro Piperno, vincitore del Premio Strega con Inseparabili, ha fatto delle idiosincrasie e dell’ironia un vero e proprio stile letterario, trovando una sua inconfondibile voce. Alessandro Piperno, nato da una famiglia per metà ebrea e per metà cattolica, ci racconta di come l’ebraismo sia un elemento importante per questa città e per i suoi romanzi. Ai suoi occhi c’è un grande legame tra Gerusalemme e Roma, due città eterne che si somigliano in un modo straziante e che condividono gli stessi colori e una certa magnificenza e solennità.
Il viaggio si conclude con le immagini estremamente suggestive di una città immensa nello spazio e nel tempo, raccontata da tante voci, ma sempre inafferrabile e stupefacente.