Caro iCrewer, oggi ti parlerò di Ishtar La Sumera, primo romanzo della trilogia scritta a quattro mani dalle sorelle Giudetti. Maria e Lina, autrici di La Rosa Del Deserto, hanno fatto un lavoro molto accurato partendo dalla cover, che cattura subito l’attenzione del lettore, con una giovane donna dalla fluente capigliatura rossa e i profondi occhi verdi. Indovina chi è?
Una cosa che mi ha piacevolmente colpita è una lista di canzoni consigliate dalle autrici per una lettura ancora più coinvolgente. Il romanzo in realtà non ne avrebbe bisogno, le descrizioni dei luoghi e degli eventi sono talmente particolareggiate che più di una volta leggendo mi sembrava di trovarmi vicino ad Ishtar nel tempio, a palazzo oppure per le vie della città di Uruk, sentendo i profumi e i rumori del luogo e perdendomi tra i mille colori del mercato.
Ambientato più di quattromila anni fa, poco dopo il 2100 a.C. in Mesopotamia nel periodo di maggior splendore dei Sumeri, pur essendo un romanzo, e che quindi non vuole essere una vera ricostruzione storica, lascia trapelare un profondo studio del periodo, dei luoghi e delle civiltà citate.
Non credere però sia un semplice romanzo storico. La Rosa del Deserto – Ishtar La Sumera è molto di più. È un romanzo d’amore, di passione e di rivincita. Intrighi di palazzo, battaglie, eventi storici e personaggi realmente esistiti si mescolano e fondono con uomini ed accadimenti nati dalla fantasia delle autrici, che fanno da sfondo alla storia d’amore e passione tra i due protagonisti: Ishtar la sacerdotessa del tempio di Uruk che non sa nulla del suo passato e Dungir il re dei Sumeri.
I personaggi sono ben descritti, da quelli principali ai secondari nessun dettaglio viene tralasciato. Ognuno è caratterizzato molto bene tanto da sembrare reale.
La scrittura è fluente e non presenta particolari refusi o errori di battitura tali da compromettere la lettura; solo in alcuni passaggi ci sono piccoli problemi con l’impaginazione che non fanno comunque perdere la fluidità al testo.
Ho dato 4,5 stelle al romanzo perché credo sia scritto bene e i dettagli siano ben curati. I sentimenti dei personaggi sono palpabili e il lettore riesce a sentirli come propri. È il primo romance storico che leggo ambientato in questo periodo e ne sono rimasta affascinata. Complimenti alle autrici.