UNA STORIA ITALIANA: IL DEBUTTO LETTERARIO DELL’AUTORE COMASCO ORESTE DI GRAZIA
Una storia italiana, il romanzo che segna l’esordio dello scrittore comasco Oreste Di Grazia, è un libro che mi ha sorpreso molto. Non che mi aspettassi poco, anzi, generalmente non parto mai prevenuto nei confronti di una lettura, ma davvero l’originalità della storia e della trama mi ha piacevolmente e positivamente colpito.
Un libro che innanzitutto segna il mio ritorno al cartaceo, dopo le ultime letture fatte in formato digitale. Un libro che porta con sé una storia piuttosto particolare, a cominciare dal fatto di come io sia arrivato a leggerlo in questi giorni di lockdown.
Ora ti racconto tutto, partendo dall’inizio…
UNA STORIA ITALIANA: L’AUTORE
Oreste Di Grazia è nato in un piccolo paese della provincia di Caserta, in Campania, ma all’età di due anni si è trasferito a Vertemate con Minoprio, in provincia di Como, paese dove attualmente vive.
Paese che dista veramente pochi chilometri da casa mia.
Dopo aver lavorato per molti anni nel settore dell’orologeria, da circa vent’anni svolge il mestiere di imbianchino.
È stato proprio questo il fattore che ha fatto scattare la scintilla della mia curiosità. Difficilmente ci metteremmo ad associare questa professione a quella dello scrittore, eppure, al di là di ogni stupido pregiudizio, l’autore è la dimostrazione che questa arte si può insinuare dentro l’anima di chiunque. O meglio, per non cadere in frasi poco chiare, è una assoluta verità pensare che le persone non smettono mai di stupirti.
Come ben sai, caro iCrewer, se hai seguito il mio percorso redazionale qui su libri.iCrewplay, da anni conduco un programma radiofonico in una emittente locale della provincia di Como, ed ecco svelato il mistero di come la mia strada si sia incrociata con quella dello scrittore imbianchino.
Una sera, arrivato in radio per preparare la mia diretta, ho trovato qualche copia di Una storia italiana sul banco dello studio principale e vista la mia curiosità, innata ogni volta che vedo un libro, il direttore mi ha raccontato che Oreste Di Grazia era stato ospite in un programma del mattino per presentare il suo romanzo e con estrema gentilezza aveva lasciato a disposizione della radio alcune copie da leggere, gesto nobile che anche io sono solito fare quando vado a promuovere le mie opere.
Una, chiaramente, è finita nella borsa che uso per tenere gli appunti e poi, vuoi il gioco beffardo del tempo che scorre, lì è rimasta per un bel gruzzolo di mesi. Settimana scorsa, preso dalla voglia di fare qualcosa di diverso, ho deciso di mettere in ordine tutti gli appunti e di dare un bel giro di lavatrice alla mia borsa e… magia delle magie è spuntato fuori il libro! Per me è stato un trionfo! Finalmente un cartaceo nuovo da leggere!
UNA STORIA ITALIANA: LA RECENSIONE
Come anticipato, Una storia italiana mi è molto piaciuto e sopratutto mi ha molto coinvolto. Come spesso dico, se un libro si fa leggere in pochi giorni è evidente che rilascia emozioni positive, sensazioni di benessere che convogliano nell’animo del lettore e, cosa da non sottovalutare, è di ottima compagnia.
Il fatto che la storia sia pregna di tristezza e di drammi avvalora ancora di più questi pensieri: nonostante la gravità del tema trattato la lettura risulta piacevole e fluida.
Una storia italiana inizia in una camera di ospedale, dove il protagonista, Andrea Torese, viene ricoverato per passare i suoi ultimi giorni di vita. Imprenditore di una piccola azienda, ottimo padre di famiglia, vede la sua vita svoltare verso il buio quando per via della crisi, o forse no, la sua ditta fallisce, la sua casa viene pignorata e sua moglie muore d’infarto per l’incapacità di reggere all’urto di quel cambiamento. In seguito Andrea si ammala di cancro alla prostata e così si arriva al presente, ovvero all’inizio del libro.
Ci sarebbero tutti gli ingredienti per un libro pesantissimo da digerire, tante disgrazie messe tutte insieme, ma invece, l’autore, abilmente, costruisce una trama avvincente che si addentra nel passato per far fiorire il presente e soprattutto il futuro del figlio Giovanni.
Andrea, consapevole di essere agli sgoccioli dei suoi giorni, decide di confessare a Maria, una infermiera del suo reparto, tutti i segreti della sua vita. Segreti che si riveleranno come un temporale, segreti che andranno a rendere chiaro il passato burrascoso della famiglia, segreti che libereranno la sua anima verso un quieto andare.
In questo libro, ben scritto, c’è spazio per due tinte letterarie di diverso genere: il giallo, vista la presenza di un commissario in pensione curioso di indagare sul fallimento dell’azienda e su alcune morti misteriose, e il rosa, vista la storia d’amore affrontata nella sua fase embrionale tra la bella infermiera e lo sfortunato Giovanni.
Più di così non posso dire, anzi, a dire il vero ho già detto troppo. Posso aggiungere che le rivelazioni che arrivano pagina dopo pagina sono entusiasmanti. Il percorso a ritroso nel tempo porta il lettore con la mente, idealmente, a diventare uno di famiglia.
E poi c’è Como.
Città che fa da sfondo a tutta la vicenda, con la sua piazza, le sue vie e le sue rive del lago. È chiaro che conoscere bene questi luoghi, ha fatto sì che io sia stato un lettore privilegiato. Visto il periodo di quarantena, che ci inchioda nel raggio di pochi metri dalla nostra abitazione, tornare nel capoluogo lombardo con la fantasia e grazie alla bravura dell’autore, è stato un bel regalo.
UNA STORIA ITALIANA: RIFLESSIONE
La bontà di un libro è spesso associata, anche, alla scia di pensieri che lascia nel lettore una volta chiusa l’ultima pagina.
Una storia italiana non fa eccezione.
Mi sono così trovato a riflettere sul fatto che anche io, ma credo tutti, ho delle questioni o dei momenti della mia vita che conosco solo io. Sentirò mai il bisogno di raccontarli a qualcuno?
È vero che ogni uomo ha dei segreti che solo lui conosce legati alla sua esistenza? E quel bisogno di liberarsene raccontandoli a qualcuno ci avvolgerà inevitabilmente?
Ancora più difficile, da parte mia, è rispondere alla domanda riferita a chi sarà il destinatario dei miei segreti. Pensandoci oggi, non saprei individuare una persona conosciuta a cui affidare la verità della mia vita. Non che ci siano chissà quali cose da sapere, sia chiaro, ma è ovvio che, come succede nel romanzo di Oreste Di Grazia, certe rivelazioni potrebbero pesare parecchio sulla persona che ne viene a conoscenza.
E allora sarà meglio farlo con un estraneo? Come il protagonista con l’infermiera?
Chissà. Tu che ne pensi?
CONCLUSIONI
In ultimo, prima di congedarti, come spesso mi piace fare, ti segnalo quella che è la colonna sonora del romanzo, ovvero le canzoni citate che servono per creare la giusta atmosfera a sostegno delle situazioni. Direi che stravincono i Coldplay, presenti in maniera costante nei momenti più intimi e piccanti della storia.
Una storia, un libro, che si legge piacevolmente e senza particolari difficoltà. Consigliato a chi ha voglia di pensare alle meccaniche della vita che spesso vanno oltre alla nostra capacità di viverla, o forse a volte, va dove deve andare finché un giorno ci si accorge che nulla è come sembra.