Un horror thriller scritto a quattro mani. Dietro la firma di Jøn Mirko ci sono due scrittori, Giovanni Jonvalli e Mirco Filistrucchi. Un paio di settimane fa mi ritrovai alla Libreria Mondadori e conobbi uno dei due autori; agguantai la mia copia di “Savant” e adesso eccomi qui, caro iCrewer, a condividere con te le emozioni che questo magnifico libro mi ha trasmesso
“Savant“ non è solo un thriller, non è solo un horror, è una finestra aperta che si affaccia a sbirciare Dio, l’Universo, il nonsense dell’intera esistenza umana. Ma andiamo con ordine.
“L’odore acre dell’insetticida mischiato a quello della putrefazione serrava la gola, gli insetti morti erano stati spazzati intorno al perimetro del pavimento. Le finestre erano spalancate. Hank restò a fissare la carcassa quasi scarnificata di quello che un tempo era stato un cavallo, appesa al centro della stanza. La testa dell’animale, con le orbite svuotate dall’accanimento dei vermi, era stata ricucita e fissata sul fondoschiena, al contrario. Le zampe anteriori erano state collocate sui fianchi dell’animale come fossero ali mozze e implumi nell’atto di spiccare un volo impossibile. Quelle posteriori erano avvitate sotto il corpo, distanti l’una dall’altra, in modo da rendere precario qualsiasi equilibrio. La coda era stata intrecciata e posta sul collo mozzato. Era davvero uno spettacolo allucinante. La folle opera di una divinità impazzita che aveva azzerato con un gesto inconcepibile miliardi di anni di paziente evoluzione per ricostruire arbitrariamente un mostro senza senso.”
Inizia qui l’indagine per Hank Russell, un detective affetto da grave malattia e costretto a ricattare il suo capo per non essere spedito in pensione anticipata, che si ritrova insieme ad un nuovo compagno di squadra su cui gravano pesanti accuse di corruzione ad affrontare un caso che lo porterà ad esplorare l’inferno e oltre.
La prima piacevolissima e coinvolgente sensazione è arrivata fin dalle prime righe, donatami da capacità descrittive e linguistiche davvero notevoli, capaci di farti immedesimare totalmente nell’ambientazione e nella psicologia dei protagonisti, degli attori secondari, delle comparse, dei dettagli, di ogni minimo segmento che compone il quadro di questo viaggio che arriva nei meandri dell’impossibile e anche oltre.
L’indagine per il nostro detective, come prevedibile, non è affatto semplice e si snoda tra conflitti politici, ostacoli amministrativi, infrazioni di regole e limiti umani di comprensione; ma Hank sente fin da subito che la sua è una missione, che niente sta succedendo per puro caso, ed è determinato ad arrivare fino in fondo.
“Savant” non descrive soltanto una serie di crimini inconcepibili, efferati, crudi; racconta di un’amicizia, nata lentamente e divenuta sempre più forte, capace di cambiare il corso della vita a più di una persona; racconta di un amore impossibile ma tenace; racconta di più percorsi umani ed emotivi che si intrecciano tra di loro, donando significato all’esistenza; racconta di un “essere” catapultato qui sul nostro pianeta per un disegno supremo talmente inverosimile che lui stesso non riesce ad accettare, inconsapevole che (forse) la forza della Vita può andare oltre a tutto, facendosi beffe persino di sé.
“Mentre osserva il mondo che la circonda cosa prova dentro di sé, detective Russell? Le capita mai di intuire, nelle strade desolate di un pomeriggio imprevisto, le quinte sconnesse del palco su cui recitiamo? Ha mai percepito il buio impronunciabile dell’abisso filtrare liquido come petrolio dalle connessure tra i corpi dei giovani amanti? Le è occorso, talvolta, di udire il tuono imponente che precede l’inevitabile rivelazione dell’assenza di Dio, annunciata dall’urlo furente delle cose tutte, vive e morenti? Quando ascoltiamo quel grido volgiamo il capo dalla parte opposta pur di non inchiodare la nostra speranza sul legno di una croce inutile, ma l’angoscia ci insegue e, nonostante la nostra caparbia indifferenza, appena la distrazione ci coglie essa si accoccola sulle nostre ginocchia e appoggia sul petto di ognuno il suo capo gelido. Pur di intravedere Dio chiamiamo perfezione un Universo barbaro e approssimativo, inzuppato come un biscotto in una tazza di dolore bollente.“
Potrei continuare a oltranza, a segnalare le innumerevoli sottolineature che ho apposto alle pagine di “Savant”, stracolme – oltre che di un racconto horror coinvolgente, dalla trama costruita alla perfezione e dal finale impeccabile – di considerazioni e riflessioni che hanno continuato e continuano a stuzzicarmi i pensieri e ad incoraggiarmi a condividerli, creando così una estensione del romanzo stesso che non termina allora con l’ultima pagina, ma prosegue nelle menti di chi elabora e trasforma le concezioni, donando un arricchimento inaspettato che va ben oltre il piacere di leggere un ottimo racconto.
Debbo quindi – a malincuore – terminare l’articolo, sottolineando anche la piacevolezza della cover che, con un disegno graficamente semplice ma d’impatto, racchiude perfettamente non soltanto un avvenimento che risalta durante l’indagine condotta dal nostro Hank ma l’elemento chiave “intuizione”, che è ciò che permetterà ai protagonisti di venire a capo di un mistero, o almeno a parte di esso, che altrimenti si sarebbe mimetizzato insieme agli infiniti meccanismi paradossali mossi da quel supremo caos che chiamiamo vita.
“Savant”. Un capolavoro.
GLI AUTORI
Mirco Filistrucchi, classe ’57, paroliere, vanta numerose partecipazioni a Sanremo
Giovanni Angelo Jonvanni, classe ’68, fotografo, esperto di informatica, ha pubblicato sulle più prestigiose riviste internazionali. Amici dal 1993, hanno collaborato a svariati progetti artistici. Dal 2007 si dedicano alla scrittura di romanzi di genere.