Oggi, amico iCrewer, condivido con te le emozioni provate durante la mia ultima lettura: Quello che non riesci a vedere, il libro dell’autrice Annamaria Alboreo uscito nel mese di giugno per Porto Seguro Editore.
Un thriller, ben scritto, che fino alla fine tiene il lettore incollato alle pagine, riuscendo a tenere viva la tensione – e anche la curiosità – senza scadere nell’ovvio e nel prevedibile. A dire il vero, secondo quello che è il mio gusto, è proprio questo il punto di forza di questo romanzo: il lettore si trova davanti a cambi di direzione che scombussolano continuamente la previsione sul finale.
Mi verrebbe da dire che Quello che non riesci a vedere è un libro che somiglia a una foce a delta: lo sbocco dell’epilogo è lì da vedere come il mare, ma è il percorso per arrivarci che sbatte a destra e sinistra come le palline in un flipper.
Quello che non riesci a vedere: il libro di Annamaria Alboreo
Ma andiamo con ordine, e cominciamo col dire che Annamaria Alboreo è una autrice che conosco di persona. Una penna brillante con la quale nel recente passato ho avuto il piacere di collaborare nel libro Brianzoli per sempre, una ragazza solare che ho incontrato anche al Livingreen book festival di Monza lo scorso mese di luglio.
È in quella occasione che ho preso il suo Quello che non riesci a vedere, rigorosamente con dedica e autografo! Ti anticipo, amico lettore, che siamo rimasti in parola anche per una intervista che arriverà dopo le vacanze… io non vedo l’ora di parlare con lei di questo romanzo.
Un romanzo con un inizio shock! Un dramma familiare che rende l’approccio al libro una corsa con il vento in faccia. Vento che presto diventa una brezza che accarezza e che spinge dolcemente la voglia di sapere e di girare pagina dopo pagina alla ricerca delle risposte alle domande che nascono in chi legge.
Tante.
Credo che quando un lettore si ferma a riflettere su quello che sta leggendo e si domanda il fatidico …e adesso?, lo scrittore può ritenersi più che soddisfatto. Io, per lo meno, lo sarei.
Quello che non riesci a vedere, in questo senso, non delude affatto. Devo stare molto attento nel raccontare la storia, perché come non mai, in questo romanzo il rischio spoiler è pericolosissimo. Sapere anche una piccola cosa attraverso le mie parole, rovinerebbe il gusto della lettura che è molto avvincente.
Come dicevo, si comincia con un dramma. Presto si svolta nel mistico, poi ancora nel più classico dei thriller e infine nello psicologico. Senza negare un soffio di rosa appena spruzzato e una bella dose di poliziesco. Annamaria Alboreo ha scritto un romanzo pieno. Un libro che mi ha incollato alle pagine nelle ore serali lasciandomi spesso la strada aperta alle suggestioni.
Mi riferisco alle presenze che avvertono nella loro abitazione i protagonisti: Carolina e il figlio Fabio. La prima che avverte i sussurri della sorella scomparsa e il secondo l’ombra di un bambino non identificato. Roba che a me fa venire i brividi. Ma non fraintendermi, non c’è nulla di cui avere paura, anzi… come diceva Dante nell’ultimo verso della Commedia… è l’amor che move il sole e l’altre stelle.
Perché di amore in questo libro se ne respira tanto. Nascosto tra ombre, drammi e atti criminali, il più nobile dei sentimenti tiene in piedi la storia e soprattutto i suoi protagonisti. Lo fa letteralmente.
La scrittura dell’autrice è semplice e scorrevole, la narrazione è sempre al presente e la lettura scorre che è un piacere.
Devo ammettere che Quello che non riesci a vedere non è stato il romanzo che mi aspettavo, nel senso del genere e del lato oscuro dell’essere umano che porta in grembo. Annamaria mi ha sorpreso, stupito. Da una ragazza così solare – e lo ribadisco – non mi sarei mai aspettata una fantasia con così tanto buio e così tanta crudeltà.
Proprio per questo Quello che non riesci a vedere è stato una splendida sorpresa. Sono troppo curioso di conoscere come è nata questa trama.
Le vicende sono ambientate a Roma e si svolgono principalmente nel quadro familiare dei protagonisti. Personaggi molto ben caratterizzati che idealmente, grazie alla penna dell’autrice, tendono la mano al lettore senza lasciar nulla nascosto tra le pagine del libro. Il mio preferito, e forse il meglio riuscito, è Carolina.
Mamma, zia, moglie e punto di riferimento per tutta la narrazione. Una donna forte che, sostenuta dall’amore per i suoi cari, sopporta e supera ogni tipo di sconforto che le si presenta giorno dopo giorno.
E poi Denis, il nipote che entra in casa di Carolina dopo la scomparsa della madre. Un ragazzo chiuso, introverso e ricco di mistero. La parte iniziale del romanzo, quella in cui si raccontano i primi mesi di convivenza, è la più lenta da leggere e la meno avvincente. Ma allo stesso tempo è necessaria per gettare le fondamenta del palazzo che crescerà pagina dopo pagina e che condurrà il lettore in un limbo di mistero e oscurità dell’anima.
Concludendo, consiglio la lettura di Quello che non puoi vedere a chi ama perdersi nei labirinti. A chi pensa di aver trovato l’uscita e invece ama trovarsi in un vicolo cieco e rimettersi in gioco. A chi ama i testi descrittivi e a chi piace sedersi fianco a fianco ai personaggi di un romanzo. Per chi ancora non ha deciso quale libro portare sotto l’ombrellone, questa potrebbe essere una lettura ideale!